IANNINI SBRANA L’ESPRESSO: “PECCATO CHE UN GIORNALE COSÌ MORALISTA (PER GLI ALTRI), NON SI INDIGNI PER LA PRESCRIZIONE DI CUI HA BENEFICIATO IL SUO EDITORE DE BENEDETTI, PER IL REATO DI CORRUZIONE”…


Riceviamo e pubblichiamo:


Bruno Vespa con la moglie Augusta Iannini
© Foto U.Pizzi

Gentile Direttore,
trasmetto una lettera di precisazioni della dott.ssa Augusta Iannini, riguardante un articolo pubblicato sul settimanale L'Espresso del 5 giugno 2008 nella rubrica "riservato", e ripreso dalla Sua testata.

Distinti saluti


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Marco Mancini
Assistente del Capo del
Dipartimento per gli Affari di Giustizia
Ministero della Giustizia
Via Arenula 70 - 00186 Roma



Dott.ssa Daniela Hamaui
Direttore de L’Espresso





Gentile direttore,
sull’Espresso del 5 giugno 2008, nella rubrica “riservato”, il suo settimanale si occupa di me in termini certamente poco lusinghieri.
La circostanza non mi turba più di tanto. Vorrei rassicurarLa però sul mio atteggiamento psicologico: alle intercettazioni, tutte disposte nei confronti di altre persone , con le quali casualmente anche io ho parlato o che parlavano di me senza avermi come interlocutore, devo una discreta dote portata non dal governo Berlusconi, come acidamente riferisce il giornalista, ma dagli ottimi risarcimenti derivanti dalle azioni civili che ho intentato contro i giornali che quelle intercettazioni hanno pubblicato e contro le persone che mi hanno citato impropriamente, tra cui Pacini Battaglia, nominato nell’articolo.

Insegni al Suo cronista a documentarsi: la circolare sulle spese di giustizia cui fa riferimento è lunga 20 pagine e riguarda tutto il capitolo dei costi della giustizia che supera i 600 milioni di euro l’anno, di cui oltre il 33% per intercettazioni. Crede che gli italiani ne siano contenti , visto che i dati riportano un tasso tra assoluzioni e proscioglimenti superiore al 60% ?

Daniela Hamaui, direttore de L’Espresso

La casella postale dell’Espresso, peraltro, questa volta non ha funzionato: forse perché chi la alimenta illegittimamente da anni non ha alcun interesse a recapitare i provvedimenti di archiviazione, che hanno sempre riconosciuto la correttezza delle mie azioni .
Il postino, per l’Espresso, suona solo una volta , quando bisogna diffamare.
Con l’articoletto di questa settimana , arricchirò il fascicolo processuale dell’ azione civile che già ho in corso con il suo giornale proprio per la vicenda delle intercettazioni relative al collega Woodcock: sarà una conferma ulteriore della pervicacia del vostro atteggiamento.

Peccato che un giornale così moralista (per gli altri), trascuri di segnalare il rinvio a giudizio del suo editore, Carlo De Benedetti, per evasione fiscale e non si indigni per la prescrizione di cui ha beneficiato per il reato di corruzione, (ammesso dinanzi a me sin dal momento dell’arresto nel 1993) dopo che il processo è rimasto fermo per dieci anni all’udienza preliminare.
La correttezza professionale vorrebbe che questa lettera fosse pubblicata: in caso contrario non me ne rammaricherò perché la circostanza dell’omessa pubblicazione potrà essermi molto utile nel giudizio civile che ho in corso con voi.

Roma, 3 giugno 2008

Augusta Iannini

Dagospia 03 Giugno 2008


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