CULTUR@. BUON COMPLEANNO “CALIFFA”
23 Settembre 2008di Nicoletta Salata
Rosemarie Magdelena Albach-Retty (Vienna, 23 settembre 1938 – Parigi, 29 maggio 1982), in arte Romy Schneider, ne aveva invece ancora 43. Quando provata da una serie di penosi ed insopportabili eventi, il più drammatico la morte del figlio quattordicenne nel luglio dell’81, si trovò certamente nel fondo di una spirale di progressivo e inesorabile crollo.
La freschezza e la simpatia di Sissy, la bellezza straordinaria che via via maturò mantenendosi a tratti delicata, la dolcezza innocente che affinandosi divenne accattivante, e poi la donna seducente, affascinante, sensibile e sofferta, di cui tutto confluiva nella recitazione.
Che fu spesso infatti impositiva di ruoli in cui il patimento esistenziale e soprattutto sentimentale faceva spesso da protagonista come un refrain che non le si staccava più di dosso. Appiccicato ad un destino che, come per Marylin o la Callas, l’avrebbe condotta senza possibilità di sfuggirne, a percorrere un cammino quasi già segnato e prevedibile nel suo drammatico epilogo.
In un’intervista rilasciata qualche mese prima Romy appare decisamente come una donna provata, interiormente sofferente, direi anche anagraficamente più “agée”.
Dunque l’appellativo “La Califfa”, dal film omonimo del ’70 (termine con cui in Emilia viene definita una donna spregiudicata ed arrogante) sembra calzarle davvero poco oltre il ruolo interpretato nel film; le si addice invece la descrizione del personaggio di Alberto Bevilacqua (autore del romanzo e regista del film) che nel suo libro scrive “quello che ha dentro ce l’ha in faccia e costi quel che costi!”.
In questo doveroso souvenir, più che le parole, aggiungo soltanto due brevi filmati, che fra quelli disponibili, trovo particolarmente significativi.
Dal film “L’amante” di Claude Sautet (1970) con Michel Piccoli.
Dal film “L’importante è amare” di Andrzej Zulawski (1975) con Fabio Testi.
Nello scenario postumo di un mai definitivamente tramontato star system, due eventi risaltano: il 31 agosto sono iniziate in Baviera le riprese di un film sulla sua vita, in particolare sulla sua storia d’amore con Alain Delon, che proseguiranno a Parigi e a Colonia e giusto oggi esce in libreria una biografia di Jurgen Trimborn in cui lo scrittore si sofferma sulla famiglia dell’attrice, rivelando presunti legami dei suoi genitori con il nazismo.
Forse qualcuno, tra i suoi ammiratori, preferirà oggi riguardarsi invece uno scalcagnato Vhs in cui l’espressione, l’ intensità, la profonda emozione, che traspaiono nello sguardo e nel gesto, non solo sanno fare ancora notizia ma sono certamente rimasti inalterati.