CULTUR@. La Fiera delle Parole a Rovigo. Uno spuntino mentale.
13 Ottobre 2008di Nicoletta Salata per dituttounblog.com
Presso la Fiera di Rovigo, esempio di riqualificazione industriale ed architettonica che ha sede nell’area dell’ex Zuccherificio, si è svolta la seconda edizione della Fiera delle Parole (4-12 ottobre).
Ricco il programma sia per la presenza di giornalisti e scrittori (Andrea De Carlo, Benedetta Cibrario, Claudio Sabelli Fioretti, Valerio Massimo Manfredi, Gian Antonio Stella, Cinzia Tani, Marco Travaglio, Paolo Giordano, Giuseppe Ayala, Oliviero Beha, solo per citarne alcuni), sia per la ricchezza di iniziative che oltre agli incontri con l’autore ha proposto convegni, reading, mostre, rappresentazioni teatrali e musicali, proiezione di film e documentari.
Un susseguirsi di eventi che sembravano davvero rincorrersi l’un l’altro considerata in alcuni casi la sovrapposizione e la conseguente necessità di trasferirsi in fretta dalla Sala Rossa alla Sala Blu, dalla Bisaglia alla Rigolin. Per fortuna c’era il Caffè Letterario; luogo in cui, oltre ad assistere alla presentazione di altri autori, si poteva fare un break ristoratore tra una corsetta e l’altra. E ritrovarsi seduti sul casalingo divano in tela grezza, un po’ troppo bassino e scomodo per la verità, fianco a fianco con Sergio Staino o con Giuliano Montaldo (di cui è stato proiettato il film “I demoni di San Pietroburgo”).
Chi con le corse ha avuto modo di sospendere, per almeno 32 giorni, la frequentazione e l’inesorabile sottomissione a cui siamo tutti più o meno prostrati, è il duo (maratoneti, suppongo, per caso) Claudio Sabelli Fioretti-Giorgio Lauro. All’insegna di andamento lento e recupero di un ritmo più umano, contatto con la gente e il paesaggio, i due colleghi ed amici hanno intrapreso l’anno scorso, dal 7 giugno all’8 luglio “la marcia del cazzeggio“. Partiti da Masetti di Lavarone (località in cui risiede il Claudio) dopo 32 tappe, pari al 659 Km, i due sono giunti a Cura di Vetralla (paese in cui è nato il Claudio). Il ritmo era infatti di 5 Km/h, quel grande 5 stampato sulla t-shirt che indossavano cammin facendo, posto all’interno di un cerchio a mo’ di cartello stradale. Una sorta di emblematica divisa divenuta gadget e posta in vendita al bureau insieme al libro intitolato appunto “A piedi“, in cui compiuta l’impresa è stato trascritto il relativo diario del cammino. I due, che nel frattempo hanno certamente smaltito fatiche e guarito vesciche, erano molto allegri e scanzonati ed è questo il tono con cui hanno voluto presentare il libro, che certamente si attiene a questo stile. In realtà si è trattato della proiezione di numerose fotografie del percorso, scherzosamente commentate (girasoli “rincoglioniti” perché come si rileva dalla proiezione dell’ombra sono girati con il sole alle spalle, Claudio che ammolla i piedi sul bidet tenendo il pc sulle ginocchia, Giorgio che si fionda dentro ogni porta aperta per rubare l’acqua dal frigo, bizzarri cartelli stradali ecc…)
Tanto che, alla fine della presentazione, una signora in prima fila ha domandato se nel libro avrebbe trovato solo le foto proiettate e relativi commenti (come dire “allora che lo compro a fare?”) o anche frammenti di vera scrittura, “qualcosa” che raccontasse “qualcosa”. Lo spirito provocatorio della domanda è stato giustamente la conclusione di una presentazione all’insegna dell’ironia e del divertimento.
Poi tutti di corsa, superando ahimè i 5 Km/h, ad assistere alla presentazione della rivista Emme -Periodico di filosofia da ridere e politica da piangere (allegato all’Unità), con Sergio Staino che ha firmato tutti i disegni della manifestazione.
Seguono gli aneddoti del medico-scrittore Andrea Vitali che presenta il suo ultimo libro “La Modista” raccontando come questi, rubati al suo parterre di stravaganti pazienti, ispirino le sue godibili e divertenti storie reinventando una sorta di commedia all’italiana.
Intanto Giancarlo Marinelli presentava “Non vi amerò per sempre“, ispirato alla vicenda di Cristo, ma da quando ho sentito dire al Papa (che profondamente rispetto) che i soldi non sono niente, e che a costruire nella sabbia (cioè dando valore al denaro) si finisce per crollare io, che non sono venale ma che con la crisi in cui stiamo sprofondando mi angoscio e mi affliggo come tutti per il presente ed il futuro, non ho voglia di sentir parlare di santi, di universo né di paradiso.
Alla presentazione di Giulio Casale, e del suo libro “Intanto Corro“, si assiste ad uno spettacolo più completo e variegato: intervista, lettura, recitazione, chitarra e canzoni. Lui è un lungo e magro angelo biondo, vestito total black, con una calda e profonda voce impostata, che dalla musica (fa parte del gruppo degli Estra) è passato alla poesia, al teatro, ai libri. E infatti in quest’ora di performance ci fa assaggiare un pezzetto di ogni sua specialità (tra le varie, ha anche riportato in teatro lo spettacolo di Giorgio Gaber “Polli di allevamento”, e in effetti c’è qualcosa nella sua voce e nel modo di porgerla che ricorda tanto il Signor G).
Devo riconoscere che personalmente ho molto gradito la sensibilità poetica di questo artista che ha parlato di “creare silenzio intorno alle parole”, di “tempi in cui sembra che l’arrogante decisionismo sia plauso e virtù”, e che “l’umanità è ridotta alla sua caricatura”. Lo trovo insomma “appetitoso”.
E alla fine di questo sabato pomeriggio, dopo aver visitato anche la mostra su “I 55 giorni di Aldo Moro” (racconto del sequestro attraverso le prime pagine dei quotidiani e dei settimanali dell’epoca) e lo spazio espositivo di ben 700 mq dedicato all’editoria, in cui si possono trovare oltre ai libri nuovi e vecchi anche pagine introvabili, possiamo affermare, da buongustai letterari, di poter essere soddisfatti e andarcene con la pancia (ops!la mente!) piena.
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