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NONSOLOSOLDI. Madoff, il finanziere del fuggi via (con i soldi dei risparmiatori)

21 Dicembre 2008

di Gianluigi De Marchi

Hanno tutti il master in prestigiose università americane che appendono orgogliosamente detro le mega scrivanie de loro mega uffici i ragazzetti con gli occhialini colorati che gestiscono i fondi. Parlano un fluent english da far invidia a Shakespeare, discettano su asset allocation, stock picking, return on investment, hedge fund, ma poi non sanno che made off significa fuggir via…

Il finanziere americano che ha truffato banche, fondi comuni e compagnie di assicurazione si chiamava proprio Madoff.

Nomen omen, dicevano i latini, ma i giovanotti con gli occhialini colorati non conoscono il latino, è una lingua morta, mentre invece l’inglese…

E così fior di banche hanno acquistato a piene mani i favolosi fondi di Madoff, quelli che non scendono mai e rendono sempre il 10%, qualunque cosa succeda in Borsa e dintorni. Meglio di un’obbligazione statale, meglio di un conto deposito, meglio di tutto, una manna, un paese di Bengodi che se non ci vai fai la figura dello scemo.

Invece…

Invece il paese di Bengodi non era altro (come è ovvio, e come anche una badante rumena capisce benissimo) una truffa; una truffa così vecchia, scontata e banale che stupisce che fior di gestori ci siano caduti come pere marce.

Qualche nome per chi non avesse letto l’elenco dei truffati: Banco Santander (una grande banca spagnola), HSBC (una grande banca inglese), UBP (una grande banca svizzera), Natixis (una grande banca francese), Nomura (una grande banca giapponese).

Poteva mancare l’Italia con le sue grandi banche?

Noooo, eccole, con cifre più piccole, ma comunque significative: Unicredit con 75 milioni di euro e Banco Popolare con 68 milioni investiti nei magici fondi di Madoff.

Se avessero acquistato i fondi magici per sé, nulla di male; il fatto è che li hanno sottoscritti per la tesoreria delle banche (che così hanno un altro buco da colmare; e indovina chi pagherà il conto?) o, peggio ancora, per i fondi comuni da loro gestiti. E così anche un ignaro risparmiatore che voleva stare tranquillo si è trovato (senza saperlo, ovviamente!) con in mano un cerino spento.

Come faceva la badante rumena a capire che si trattava di una truffa per polli?

Semplice: il signor Madoff (ex bagnino in Florida, diventato Presidente del Nasdaq, il famigerato mercato della “new economy”!, quella che poteva solo crescere all’infinito ma poi è scoppiata come una bolla di sapone nel 2000 rovinando milioni di risparmiatori) raccoglieva denaro promettendo il 10% annuo. Alla fine dell’anno, puntualmente, inviava il bonifico con gli utili e o stupefatto cliente ringraziava e, quasi sempre, incrementava l’investimento per diventare ancora più ricco.

Senza scomodare troppo i libri di finanza, ricordiamo un nome solo, che i vecchi ricordano bene (ma giovanotti con gli occhialini colorati ed il master non sanno chi sia; peccato): Giuffré, italico finanziere che diede nobiltà al meccanismo della “catena di Sant’Antonio” giocando coi soldi degli altri.

Finì in una galera efficiente (a quel tempo non c’erano indulti o amnistie, e le galere avevano una porta che si apriva solo alla fine della condanna) e se ne parlò a lungo, perché truffati erano centinaia di migliaia.

Giuffré non si traduce in inglese (al massimo può ispirare una battuta tipo “Giuffré, il finanziere che Giuffrega”), mentre Madoff si traduce in “fuggi via”; ma nessuno è fuggito, anzi tutti han fatto la coda per dargli i soldi.

Purtroppo, in parte, erano i nostri soldi; ridateceli subito!

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