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La crisi del Pd vista dalla Germania: Veltroni verso la fine

24 Dicembre 2008

da ilvelino.it

Berlino, 24 dic  – La crisi del Partito democratico riporta in primo piano in Germania le vicende italiane e induce anche gli osservatori solitamente benevoli nei confronti della leadership di Walter Veltroni a ricredersi pubblicamente sull’estraneità della sinistra al malcostume nella penisola. “Affari sinistri in Italia“, titola l’edizione tedesca del Financial Times. Il suo inviato a Napoli annuncia: “Nel mirino dei magistrati vi sono politici di sinistra del Partito democratico su cui incombono il sospetto della corruzione e la minaccia di scomparire nell’irrilevanza”.

Dopo la piaga della camorra e lo scandalo dei rifiuti, le tangenti sono l’ultima perla nel “reame” di Antonio Bassolino: per spiegare ai lettori tedeschi come tutto ciò sia possibile, il giornale economico-finanziario evoca lo spettro di una “mafia di sinistra” e accredita la tesi di un oscuro sistema di potere che Antonio Bassolino avrebbe sviluppato sul modello di Vladimir Putin. “Veltroni voleva fare del Partito democratico un movimento riformista – è il commento dello stesso quotidiano -. Invece adesso le indagini suscitano il sospetto che il Pd rappresenti clientelismo e corruzione”. “In Italia finora la contrapposizione era netta – fa notare il liberale berlinese Tagesspiegel che elenca gli ultimi arresti eccellenti -. Berlusconi era il cattivo che si cura poco delle leggi, e l’opposizione di sinistra erano i buoni. Ciò appartiene al passato: nel Pd ora domina il panico”.

“L’accusa berlusconiana che la sinistra è colpita da un problema morale fa soffrire i seguaci del Partito democratico”, osserva la Frankfurter Allgemeine, secondo cui nessuna promessa veltroniana di rinnovamento potrà essere credibile fino a quando il governatore Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino conserveranno i loro incarichi. Anche la stampa di sinistra non fa sconti all’antagonista di Silvio Berlusconi. “Lo stucco che tiene insieme il Partito democratico è sottile e fragile – afferma il Berliner Zeitung -. L’ex sindaco di Roma osannato come alfiere delle speranze della sinistra soffre di debolezza di comando. Egli non ha avuto neanche il coraggio di convocare un congresso per discutere le cause della sconfitta elettorale”. Questo perché, a giudizio del quotidiano berlinese, i suoi oppositori, “primo fra tutti il potente ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema”, potrebbero sfruttare l’occasione congressuale “per lanciare un golpe contro di lui”. “Perfino molti suoi sostenitori temono che Veltroni non sia quello giusto per fondere la sinistra in un partito nuovo e socialdemocratico”. Aleggia nei circoli politici berlinesi l’accostamento con la traumatica conclusione della leadership di Kurt Beck, lo sfortunato capo della socialdemocrazia tedesca (Spd) che tre mesi fa ha gettato clamorosamente la spugna e ceduto la guida del partito al redivivo rivale Franz Müntefering. Beck e Veltroni si erano visti l’ultima volta in giugno a Berlino per discutere il posizionamento del Partito democratico nel Parlamento Europeo.

Come il Berliner Zeitung, anche la Frankfurter Rundschau, pure di sinistra e con forti radici nella Spd, vede Veltroni alle corde per effetto del nuovo protagonismo di Antonio Di Pietro: “Veltroni è sotto pressione non solo per la questione morale, ma anche per il rapporto con l’Italia dei Valori. Pure su questo punto Veltroni non ha mai potuto veramente decidersi. Molti quadri di partito accusano sempre più apertamente Veltroni di mancanza di polso”. Per il quotidiano Taz, battagliero portavoce della sinistra movimentista, al declino di Walter Veltroni fa riscontro il successo di Silvio Berlusconi mentre lo scontro fra le procure di Salerno e di Catanzaro mette in mostra le lotte all’interno della magistratura. “Il presidente del Consiglio Berlusconi sta per ottenere una vittoria probabilmente epocale – commenta la Taz -. Mentre il principale partito di opposizione si sta dilaniando proprio sulla questione della corruzione, parallelamente la giustizia, che da quindici anni è il più pericoloso avversario di Berlusconi, compie un suicidio politico”.

(Enzo Piergianni) 24 dic 2008 10:26 – fonte articolo: www.ilvelino.it

  1. Un commento presente

  2. È evidente, in questi giorni di polemiche, l’esigenza di un rinnovamento nella leadership del Pd. Parte della sinistra, per mesi, ha ignorato il problema, forse per l’imbarazzo di riconoscere la necessità di un rinnovamento di un partito a così poco tempo dalla sua nascita… Ma l’esigenza si è fatta innegabile da quando l’elettorato ha cominciato a percepire come figure di spicco del centro sinistra un politico come Di Pietro (!), forse perché agli occhi della gente, memore dei tempi di tangentopoli, è apparso in grado di dimostrare che “fare opposizione politica” non consiste solo nel denigrare l’attuale Presidente del Consiglio (e indirettamente anche l’elettorato) ma – tanto per cominciare – nel degnarsi di formulare uno straccio di controproposta a quelle governative. Chiarita la mia modesta opinione che Di Pietro non può essere il successore di Veltroni, e volendo formulare una proposta, come lo vedreste Zingaretti? Ha attirato la mia attenzione per il suo progetto sulla diffusione del wifi ed ho osservato il suo lavoro (per esempio qui) e penso, che nonostante le attribuzioni della Provincia non siano molte, stia facendo un ottimo lavoro sfruttando ogni possibilità del suo mandato per il bene della comunità che è chiamato a rappresentare.

    Scritto da elis1r il 29 Dic 2008

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