Fair play please, non enfatizziamo
25 Luglio 2008di Sergio Fornasini
Il ligure Claudio Scajoa è un ministro a cui non piace passare inosservato, sacrosanta aspirazione per la sua funzione. Qualche reminiscenza sul suo recente passato, ovvero cosa lo ha fatto spesso salire nelle top stories della cronaca e della politica.
Coordinatore di Forza Italia in Liguria, diventa ministro dell’interno nel governo Berlusconi del 2001. Di lì a poco il G8 di Genova, del quale tutti si illudono di sapere cosa è accaduto ma le recenti cronache giudiziarie ed i media tradizionali non hanno palesato che una minima parte della realtà, mentre l’ipotesi di una commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti di Genova è defunta definitivamente. Per fortuna che c’è la rete e chi vuole può meglio documentarsi anche con filmati originali.
A settembre 2001 dirama una circolare nella quale impone di ridurre le scorte a personaggi a rischio, ne fanno le spese pochi politici e numerosi magistrati, molti impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata. Fra le “personalità” a cui viene tolta la scorta, il prof. Marco Biagi da Bologna, consulente del ministro del lavoro e più volte minacciato di morte. Verrà poi ucciso dalle BR il 19 marzo 2002.
A fine giugno 2002 Scajola è in conversazione con alcuni giornalisti, nella quale parlando del defunto Biagi dice: «Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza. ». Sugli sviluppi delle ovvie polemiche che ne scaturiscono, tre giorni dopo è costretto a dimettersi da ministro e si ritira in buon ordine. Si fosse trattato di un ex ministro inglese, tedesco, austriaco, spagnolo o francese dopo la “magra” si sarebbe ritirato in campagna a coltivare la vite, invece poco tempo dopo rientra nello stesso governo, questa volta con la carica di ministro per l’attuazione del programma.
Parentesi: ammetto la mia poca dimestichezza con le cose del palazzo, ma mi domandavo se fosse poi necessario un ministero dell’attuazione del programma (attuale ministro Rotondi). Se insomma mi presento agli elettori con il mio programma elettorale, e loro mi votano approvandolo, è mio dovere come governante attuarlo. O c’è bisogno di chi ogni tanto mi ricordi cosa ho già sottoscritto e mi sono impegnato a fare? Chiusa parentesi
Nel 2006 ricopre un prestigioso incarico anche con il governo di centro-sinistra, viene infatti eletto presidente del Copaco, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.
Scajola torna a fare il ministro pochi mesi fa, questa volta ha la titolarità del dicastero dello Sviluppo Economico, molto più pesante del suo precedente incarico di governo. L’autorevolezza all’interno della propria compagine politica e le precedenti esperienze fanno ben sperare in un significativa attività del ministro. Infatti mette presto sul tavolo una carta che in Italia scotta parecchio, ma dalla quale molti sostengono non si possa più prescindere: il ritorno all’energia nucleare. Le voci pro e contro trovano così modo di argomentare con rinnovato stimolo le loro ragioni, anche se a dire la verità ben poche sono le opinioni contrarie che hanno trovato spazio sui media. Omogeneizzazione dell’informazione? Grandi interessi economici in gioco? La parola ai commentatori…
E fin qui è storia, anche se recente. Presto passeranno in secondo piano anche i suoi commenti sugli incidenti a ripetizione nelle centrali nucleari francesi, prima che vadano nel dimenticatoio volevo ragionarci un attimo. Ora io non è che sia un linguista ma fino a comprendere il termine “enfasi” ancora ce la faccio. Tutti i principali organi di informazione al mondo hanno dato il risalto che normalmente si deve alla notizia di incidente all’interno di una centrale nucleare. Anzi quasi tutti, Al Jazeera non ne parla, sarà mica perché in Iran si stanno dando tanto da fare con l’atomo e sono generosi finanziatori? Non so.
BBC News dedica ampio spazio all’accaduto (http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/7522712.stm), CNN un po’ meno. E nel nostro paese? Visto che siamo un tantino più vicini a Tricastin (così come anche alla Slovenia) e forse perché è il secondo incidente che si verifica in pochi giorni nella stessa centrale, non dico per settimane ma per qualche ora la notizia circola in TV, anzi c’è anche qualche tiggì che ha l’ardire di metterla in primo piano. Tutti hanno sottolineato che si è trattato di un incidente “non grave”, anche se sono state contaminate circa un centinaio di persone. Non ho rilevato nessun particolare allarme o enfasi nel modo di riportare la notizia da parte dei media, la cronaca è stata commisurata al fatto.
“Questi episodi sono tutti sotto il livello minimo di pericolosità, mi domando se questa enfatizzazione non sia eccessiva”, dichiara il ministro. Se lo dice lui sarà anche vero, da parte mia quale comune cittadino trovo che il livello minimo di pericolosità potrebbe essere superato quando un ipotetico inconveniente danneggi cose, animali o persone. Dichiarare che nel recente incidente siamo addirittura sotto “il livello minimo” questo forse è un tantino enfatico. La mia logica è però del tutto ininfluente, mi domandavo come la vedono altri a questo proposito.
Un dubbio che manifesto è se davvero in un paese nel quale si fa fatica a smaltire la spazzatura ordinaria si possa gestire bene il problema delle scorie nucleari che le centrali produrrebbero. Ancora non sappiamo dove e come mettere i residui radioattivi delle piccole centrali nucleari che sono state attive in Italia fino a circa venti anni fa (Caorso, Trino Vercellese, Latina, ecc.), erano minuscole ed ancora oggi sono in corso i lavori per il loro smantellamento e bonifica. In altri paesi ove il nucleare c’è da decenni ancora non ci sono riusciti mica tanto bene a smaltire le scorie, vedi ad esempio questo articolo: http://www.unonotizie.it/431-germania-la-radioattivita-fa-paura-e-rispunta-il-nucleare-nella-terra-sismica-a-montalto.php . Per non parlare poi del fatto che l’uranio, come il petrolio, non è una materia prima disponibile in abbondanza, e per fare le centrali ci vogliono grandi investimenti e molto tempo affinché entrino in produzione. Sasso nello stagno lanciato, cosa ne pensate?
11 commenti presenti
Vi segnalo tre articoli interessanti.
Il Prof. Franco Battaglia ho avuto la fortuna di conoscerlo durante i miei studi, persona estremamente cordiale, corretta e disponibile (oltre che molto preparata).
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=278505
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=278241
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=278512
Scritto da nicola il 25 Lug 2008
Che scrivendo per “il Giornale”, gruppo Mondadori, proprietà Berlusconi, Premier dell’attuale Governo che propugna il ritorno al nucleare MI PARE un attimino poco attendibile.
Preferisco ascoltare Rubbia. Sai, almeno lui ha preso un insignificante premio Nobel.
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/energie-pulite/veronesi-rubbia/veronesi-rubbia.html
C’è Nucleare e Nucleare… quello che vogliono fare qui in Italia non è quello di 4^ generazione che sarà pronto non prima del 2050 (si spera)… e condivido al 100% il commento sullo smaltimento. A Napoli siamo in affanno per dei sacchetti di munnezza… figuriamoci cosa si potrebbe fare con le scorie.
Scritto da Orlando il 25 Lug 2008
Il prof. Battaglia mi sembra molto prolifico ultimamente nel produrre articoli tranquillizanti sul nucleare. Come autore di una lunga serie di scritti anti-ambientalisti ha una certa notorietà. Più che l’opinione e la cordialità del prof, la prima ampiamente deducibile dalla lunga serie di articoli scritti per “Il Giornale”, a me interesserebbe conoscere quella dei commentatori del blog.
Citazione per citazione, caro Nicola, segnalo questo link:
http://www.nimbus.it/nimbusonline/001019effettoserra.htm
Dimenticavo: nel primo articolo da lei indicato Battaglia ha scritto: “il numero maggiore di decessi del disastro Chernobyl fu dovuto ai suicidi di individui terrorizzati dai mercanti di terrore” – Sa se il prof ha dei dati statistici che confortano questa affermazione, che non mi sembra di poco rilievo?
Scritto da Sergio Fornasini il 25 Lug 2008
Sig. Fornasini, la mia opinione, per quello che conta, è che su questioni di pericolosità potenziale per l’ambiente e per la sanità dei cittadini ci si debba atteggiare con il “piglio” del “buon padre di famiglia”, valutando seriamente ed approfonditamente ogni variabile tecnica concernente la questione.
Deve predominare un atteggiamento pessimista onde valutare con esso tutte le problematiche concernenti la sitauzione (nel nostro caso lo sviluppo nucleare del nostro paese) con il fine ultimo del perseguire la massima sicurezza per cose e persone, senza tralasciare di valutare l’entità e la sostenibilità dell’investimento in termini di denaro speso, di tempi di realizzazione, di costo dell’energia prodotto ottenendo così un progetto veritiero che non lasci spazio a nessun dubbio.
Ma nel nostro paese manca una cosa basilare, oltre a persone, nella fattispecie politici, capaci circondati da collaboratori altrettanto capaci: la trasparenza.
E senza la trasparenza nessuno dubbio serio ed allarmante può venir fugato in maniera decisa.
Io credo, e me lo dice l’esperienza, che come la maggiorparte delle infrastrutture progettate e/o realizzate nel nostro paese (depuratori, inceneritori, ponti, autostrade, ecc) ciò che importa non sia tanto la loro realizzazione, e menche meno la loro realizzazione nel rispetto di norme di ogni genere al fine di ottenere impianti ed infrastrutture all’avanguardia, funzionali, che siano anche d’esempio o un vanto per il nostro paese, bensì il loro studio progettuale, fatto i consulenze ultracostose, che già prima di aprire il cantiere fanno girare parecchio denaro e schizzare azioni di un certo tipo alle stelle in borsa.
L’inceneritore di Acerra è la chiave di volta per comprendere ciò che cerco di dire.
distinti saluti.
Grazie per il suo contributo, mi associo nell’auspicare la dovuta trasparenza su temi di così grande importanza. Il mio incrollabile ottimismo spera ancora che sia possibile modificare la situazione del nostro paese, che da lungo tempo purtroppo è più che negativa in materia
sf
Scritto da romeo cosser il 25 Lug 2008
Fornasini, ha ragione sul non citare le fonti non fa una piega il suo ragionamento.
Per continuare con le citazioni
http://www.tempi.it/cultura/001158-dimenticare-al-gore
http://www.dailytech.com/Bad+News+for+Global+Warming+Alarmists/article5914.htm
http://globalwarming-arclein.blogspot.com/2008/02/mike-asher-and-solar-variation-of.html
http://www.petitionproject.org/
Scritto da nicola il 25 Lug 2008
Grazie Nicola per gli ulteriori contributi, ai quali farebbe piacere affiancare le sue personali opinioni sul nucleare in Italia
Scritto da Sergio Fornasini il 25 Lug 2008
Caro sergio,
purtroppo in questi giorni non ho il pc funzionante, quindi non potrò che essere breve scrivendole dall’ufficio.
La mia posizione è che il nucleare, ovviamente fatto ad arte di terza o quarta generazione (anche qui questioni di brevetti ritardano gli sviluppi), lo ritengo al momento un passaggio necessario verso un futuro di sole rinnovabili.
Al contrario di quanto riporta Battaglia in alcuni articoli, sono anche convinto che un miglior utilizzo dell’idroelettrico sarebbe un grande passo avanti.
Nutro qualche dubbio, essendo a contatto con costruttori di pannelli, che il fotovoltaico possa essere al momento una alternativa percorribile, se non con immensi investimenti (oltretutto ignorando l’effettiva durata di un pannello e la sua efficacia nel tempo).
In breve mi ritengo un nuclearista a tempo (ammetto che i miei studi universitari mi condizionano non poco): quando ci saranno alternative altrettanto valide, considerati vantaggi e svantd impatto economico ed ambientale potrò non “difendere” più l’energia atomica (sempre ipotizzando che nel frattempo non si arrivi alla fusione controllata 🙂
Scritto da nicola il 25 Lug 2008
Caro Nicola, abbiamo punti di vista abbastanza simili tutto sommato. Il mio forse più critico nei confronti del nucleare, vuoi per il fondamentale problema dello smaltimento delle scorie che per le scelte che la nostra classe politica (tutta indistintamente) ha sempre fatto.
Ad esempio, la ex centrale termonucleare di Montalto di Castro (attualmente convertita a turbogas) è stata edificata in un luogo ove il rischio sismico non è indifferente. In più nel 1988 il vicino fiume Fiora è straripato, riversando acqua e fango sul litorale e coinvolgendo anche la centrale. Fonti non confermate parlarono allora di allagamento del costruendo nucleo del reattore, che per sua natura è sotto il livello del terreno. Una nuova alluvione si è verificata poi nel 2005 con ulteriori problemi di contenimento della stessa. Se la musica è questa, ovvero costruire centrali in luoghi a rischio sismico ed idrogeologico, allora è meglio che cambiamo il direttore d’orchesta, e non è il solo motivo per farlo (basta guardarsi attorno).
Inoltre già oggi si parla di scarsità di uranio, sembra che la Francia stia iniziando ad utilizzare come combustibile quello proveniente da testate nucleari smantellate. C’è anche chi sostiene che l’apporto energetico del nucleare in Italia sarà pari al 14% del fabbisogno mentre il solare e l’eolico possono arrivare al 10% in un tempo minore. Ci sono in corso anche una serie di ricerche per produrre celle fotovoltaiche con materiali a basso costo diversi dal silicio (plastica, materiali organici).
Quello che vorrei veramente è un serio studio comparativo tra le diverse possibili risorse energetiche, i cui risultati siano resi pubblici e di conseguenza le scelte finali motivate da dati di fatto, non da proclami del tipo “si fa così, punto e a capo”. Poi certo alla fine una decisione va presa, così come va deciso a priori come smaltire le scorie ed è da valutare l’aspetto costi/benefici di qualsiasi fonte alternativa.
Per prendere esempio da altri siamo sempre in tempo, in Germania hanno le centrali nucleari ma fanno un largo uso di fotovoltaico, anche se non hanno questo gran sole di cui godiamo noi. I tedeschi rispettano però l’ambiente molto più degli italiani e già che ci sono smaltiscono anche parte della “munnezza” napoletana.
Saluti
Scritto da Sergio Fornasini il 25 Lug 2008
E’ da una vita che ci sono le due correnti contrapposte (tutte e due con studi alla mano contrastanti) che perorano la causa a volte del “l’inquinamento è il meno”, a volte de “tutta colpa dell’inquinamento”.
Vi dico solo una cosa sugli inceneritori: http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_della_conservazione_della_massa
Volete una prova pratica? comprate un tappeto e ammucchiateci sotto la polvere che spazzate. Per i primi tempi non vedrete nulla di differente. Anzi potreste dimostrare che “non serve buttare la polvere nella pattumiera”, questa scompare da sola. Dopo qualche tempo e quando il vostro tappeto sarà alto 2-3 cm comincerete ad avvertire i fastidi.
Qualcuno vi dimostrerà che sono allergie dovute al tragitto casa-lavoro, qualcuno vi dirà “guarda che hai 2 cm di polvere pressata sotto il tappeto… non fa bene perché la respiri”.
Sta a voi decidere cosa meglio credere.
Scritto da Orlando il 26 Lug 2008
Ah, son d’accordo che molte volte manca la trasparenza. Anzi, io dico che il minimizzare in continuazione e sdrammatizzare penso sia un sintomo più che evidente di questa mancanza. Soprattutto in un periodo in cui una parte politica tenta di sviluppare “energie” antiecologiche (ma redditizie: la Marcegaglia costruisce inceneritori, ad esempio) a discapito del sole dicendo “funziona poco e costa tanto”. Sono sufficientemente addentro la materia per dirvi che sono Balle grosse, enormi. Le FER non rendono alla classe politica come invece le energie inquinanti.
Scritto da Orlando il 26 Lug 2008
per Orlando: la Marcegaglia a quanto ne so è l’unica che si sta interessando all’utilizzo dei polimeri sintetici per produrre pannelli fotovoltaici, e se fosse davvero dentro la materia saprebbe che al momento l’investimento nel fotovoltaico è il più redditizio per le aziende (dato il boom in parte ingiustificato).
Fornasini, vedo che ci capiamo.
Non per niente ho parlato di costruzione ad arte di centrali nucleari.
Ho trovato abbastanza interessante, anche se tratta in maniera superficiale l’argomento, l’inchiesta di Luca Sciortino apparsa su Panorama qualche settimana fa.
C’erano dei confronti abbastanza realistici.
Scritto da Nicola il 27 Lug 2008