OBBLIGAZIONI ARGENTINE: I TRIBUNALI CONDANNANO LE BANCHE
30 Novembre 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Sono oltre 350.000 i risparmiatori italiani che sono rimasti coinvolti nel fallimento dell’Argentina avendo sottoscritto obbligazioni dello stato sudamericano attraverso le banche italiane. In alcuni casi è stato il risparmiatore a chiederle, attratto dagli alti tassi d’interesse pagati, in altri casi sono state le banche stesse a sollecitarne l’acquisto al fine di disfarsi i titoli che da tempo sapevano essere fortemente a rischio. Un comportamento scorretto che per fortuna i Tribunali condannano sempre più frequentemente, consentendo così ai poveri possessori di carta straccia di ricuperare quasi integralmente i loro soldi.
Fra le tante cause vinte in giro per l’Italia, citiamo le più recenti (segnalate da ART – Associazione Risparmiatori Tangobond presieduta da Egidio Rolich) in modo che tutti i lettori sappiano regolarsi per verificare se si trovano nelle stesse condizioni.
Il Tribunale di Milano ad agosto ha condannato il Banco di Brescia (gruppo UBI Banca) a risarcire 300.000 euro per obbligazioni argentine comprate nel 2000, con un ordine che aveva la firma falsificata.
A maggio lo stesso Tribunale ha condannato una piccola banca cooperativa a risarcire 230.000 euro ad un pensionato che aveva acquistato obbligazioni della provincia di Buenos Aires, senza essere stato informato sull’effettivo grado di rischio del debitore.
Il Tribunale di Padova ha dichiarato nulli 4 contratti di acquisto con la Cassa di risparmio di Padova e Rovigo effettuati da due pensionati per mancanza di documentazione preliminare relativa all’operazione.
Infine il Tribunale di Firenze ha condannato la banca Toscana (gruppo Monte dei Paschi di Siena) a restituire 120.000 euro a favore di due coniugi che non avevano ricevuto informazioni sulla pericolosità dei titoli.
Consiglio per i lettori: se avete titoli argentini chiedete di corsa alla vostra banca tutta la documentazione preliminare, gli ordini di acquisto firmati e la scheda di rischio. Se i pezzi di carta non sono regolari o se ne mancano, non esitate a rivolgervi all’ufficio reclami ell’istituto di credito ed a chiedere il rimborso del danno subito. Rivolgetevi se necessario ad un esperto finanziario prima di andare da un avvocato, ma se non ottenete ragione fate causa alla banca: è l’unica strada per riavere i vostri sudati risparmi!
2 commenti presenti
A.R.T. vince ancora!
Ennesima causa vinta dai legali di A.R.T. a favore di un associato bondholder.
La sentenza, emessa dal tribunale di Torino – n° 8294/2009 in data 04 Dicembre 2009, condanna l’istituto bancario INTESA SAN PAOLO S.p.A.al risarcimento di euro 28.027,18 investito in obbligazioni Argentina, oltre alla rivalutazione secondo gli indici ISTAT del costo della vita per le famiglie di operai ed impiegati dal 25.5.2008 ed agli interessi di mora al saggio legale sulla somma rivalutata annualmente.
Condanna la spa. Intesa San Paolo al rimborso delle spese processuali piu’ diritti e onorari ,oltre il rimborso forfettario ex art. 15 t.p. ,c.p.a. ed iva .Cosi’ deciso in Torino,nella camera di consiglio della prima sezione civile, addi’ 6/11/2009 ,con sentenza interamente redatta dall’estensore.
Scritto da A.R.T. tangobond il 30 Dic 2009