Il Caimano: non solo cinema
1 Agosto 2008di Sergio Fornasini
Si tiene in questi giorni a Montefiascone, in provincia di Viterbo, la seconda edizione di “Est Film Festival”, piccola rassegna cinematografica che però già alla sua seconda edizione schiera ospiti importanti con film fuori concorso e successivo dibattito con il pubblico. Buona la scelta di film in concorso, di registi emergenti, ed interessante la sezione dedicata ai “corti”. Il festival è promosso dal Comune di Montefiascone, dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Viterbo, con partners importanti quali Artigiancassa , Italiana Assicurazioni ed Amnesty International, oltre a numerosi sponsors.
Ad aprire la manifestazione Giuliano Montaldo con il suo ultimo film “I demoni di San Pietroburgo”, sull’ultima parte della vita di Dovstojeskij. Bellissimo film sotto tutti gli aspetti ed un umanissimo Montaldo che durante l’incontro con il pubblico racconta divertenti aneddoti della lavorazione. Ha modo anche di rievocare il suo passato di regista con il grande successo di “Sacco e Vanzetti” (vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1971), fino al commovente episodio dell’incontro e dell’abbraccio con il nipote di Nicola Sacco in America.
Secondo incontro della categoria “Elite” con Pupi Avati ed il suo “Il nascondiglio”. Grande affabilità del regista nel dialogo con gli spettatori, che si è protratto a lungo spaziando dal cinema al passato personale di Avati.
Ieri l’ospite forse più atteso, visto che ha richiamato più persone di quante ne potesse contenere la sala della Rocca medievale: Nanni Moretti con “Il Caimano”, film tuttora attualissimo. Il pubblico ha gradito di rivederlo e dopo la proiezione sono state molte le domande a Moretti, prevalentemente centrate sul mondo del cinema con inevitabili richiami alla politica. Uno dei primi giovani interlocutori di Nanni lo ha chiamato “Maestro” come di solito ci si rivolge ad un professionista che può vantare una tale importante produzione alle spalle. Moretti non ha accettato di sentirsi così definito, ha precisato di aver per lo più fatto cinema, prodotto determinati autori ma “non si è messo mai ad insegnare”. Forse per compiacerlo, il giovane ha replicato che per lui comunque rimane un’icona del cinema, a quel punto Moretti gli ha direttamente tirato il microfono, in un gesto ovviamente scherzoso e plateale.
Momento particolarmente significativo quando è stato chiesto come ha gestito il suo lavoro e le sue emozioni trovandosi ad essere regista ed interprete nei suoi film. Ha risposto citando “Caro Diario” ricordando quando ha narrato della sua malattia (un tumore al polmone n.d.r.) che non gli ha dato particolare emozione nonostante stesse interpretando un grave problema personale. Invece in “La stanza del figlio” ha vissuto intensamente il dramma del giovane ammalato, seppure in una situazione che non ha vissuto di persona.
Per la parte politica del suo lavoro, gli è stato poi chiesto del suo film-documentario “La Cosa”, girato nel 1989 nelle sezioni del PCI di Bologna, Roma e Milano mentre il vecchio partito comunista si stava trasformando. Ha ricordato la diversità del clima politico che si viveva allora, con il fermento e la passione che animavano non solo una parte politica. Secondo il suo ricordo gli attivisti delle sezioni erano talmente presi dalle loro discussioni che nemmeno facevano caso alla troupe che li stava riprendendo. Confrontando il suo elaborato di allora con “Il Caimano” ha evidenziato quanto le cose siano cambiate negli ultimi anni. Alla domanda se oggi riterrebbe valido fare un nuovo documentario sul PD, punto di arrivo dell’ex partito di una volta, ha risposto: “che avvilimento se lo facessi”.
A proposito poi del la situazione specifica de “Il Caimano” ha ricordato come abbia voluto fare un film sul cinema e su come nasce un lungometraggio più che sulla politica. Sollecitato ad esprimere un parere su Berlusconi, ha ricordato fra l’altro che ha ricevuto una condanna per falsa testimonianza e si è salvato per una lunga serie di altri processi caduti in prescrizione. Ha poi tagliato il discorso sul premier dicendo che non era necessario esprimersi oltre, “Quello che si doveva sapere si sa. Chi sa sa, chi vuole sapere lo scopra. Chi non vuole vedere è inutile che sappia”.
Poi il dibattito è lungamente proseguito sui temi più strettamente cinematografici, con un Moretti che faceva lunghe pause guardando nel vuoto e ripartendo magari da un altro argomento, a ruota libera.
L’evento oggi è stato riportato anche da Repubblica, il link al sito della manifestazione è QUI
EST FILM FESTIVAL 2008 : NANNI MORETTI A MONTEFIASCONE from UnoNotizie.it on Vimeo.
5 commenti presenti
A Montefiascone, appunto, per riprendersi dall’ultimo fiasco… Moretti fa le pause guardando nel vuoto? Riparte magari da un altro argomento? Ma fa quello che interpreta nei suoi film. Un giorno che si mostrò animato a Piazza Navona, chiese il licenziamento dei dirigenti dei DS. Poi tornò a fare pause, guardando nel vuoto. Ripartirà magari da un altro argomento.
Scritto da Fabrizio il 1 Ago 2008
Bella critica.
Una curiosità.
Lei, fabrizio, ha mai vinto la palma d’oro a Cannes?
Saludos
Scritto da tequilero il 1 Ago 2008
Tequilero.
Intende quello ribattezzato quest’anno “Il Festival dei Panda”? O, per i più nostalgici, “Il Festival del Che”?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 2 Ago 2008
Si proprio quello.
Poi dipende dai film che ci piace vedere.
Oltre a quelli citati da Lei, quest’anno ho sentito parlare di altri film molto interessanti, due mi sembra che erano anche italiani.
Ma volevo tenermi sul generico, mi basta anche un orso d’argento a Berlino, un gran premio della Giuria a Venezia o anche l’aver fondato una casa di produzione e di distribuzione e aver lanciato alcuni giovani registi interessanti.
Sicuramente tutte attività svolte tra uno sguardo nel vuoto e un cambio di argomento.
Saluti.
Scritto da tequilero il 2 Ago 2008
No, Tequilero, ma sono di casa a Cannes, dove ho tre palme in giardino.
Scritto da Fabrizio il 2 Ago 2008