Operazione Epilogo: ecco chi e perché ha incendiato l’auto di Antonino Monteleone: le intercettazioni
1 Ottobre 2010Reggio Calabria. «Il figlio di puttana, il giornalista, che scrive gli articoli contro le persone, ha fatto un articolo a me …incomprensibile… il figlio di puttana». Ne aveva fatto una questione personale, Ivan Valentino Nava, con Antonino Monteleone, giornalista reggino al quale è stata incendiata l’autovettura, una Fiat Idea, nella notte a cavallo tra il 4 e il 5 febbraio scorso. Ad agire quella notte in via Trieste, sotto casa di Monteleone, secondo le risultanze dell’operazione Epilogo, fu proprio Ivan Valentino Nava, insieme ad Antonino Barbaro, Nicola Pitasi, giunti a bordo dell’autovettura prestata loro da Felice Lavena.
Lo stesso Antonino Monteleone, quella notte, davanti ai rottami carbonizzati della sua autovettura, non fece mistero di nutrire dei sospetti su Ivan Nava. Anche agli investigatori ha esposto che un suo vicino aveva visto gli autori del danneggiamento, due persone una delle quali indossava un giubbotto di colore bianco, e che il particolare del giubotto di colore bianco gli ricordava una persona, appunto Ivan Nava, sul quale aveva scritto un articolo sul suo blog, in occasione dell’arresto di Giuseppe De Stefano. Ancora, nel pomeriggio del 3
gennaio 2010, Monteleone aveva filmato con la sua telecamera Ivan Nava, passeggero di una Fiat 600, nei pressi della Procura Generale, in occasione della manifestazione di solidarietà ai magistrati reggini dopo la bomba alla Procura Generale, piazzata e fatta esplodere quella notte. In quell’occasione Nava aveva fatto cenno a un collega di Monteleone di avvicinarsi, al quale dopo aver chiesto se Monteleone lo avesse ripreso, disse di riferire a Monteleone di “stare attento”.
La sera del danneggiamento, i tre non sapevano di essere ascoltati dai carabinieri, che avevano messo l’automobile di Lavena sotto controllo, piazzando delle microspie. I carabinieri hanno ascoltato tutto in diretta (ma non sono intervenuti per non pregiudicare l’indagine), dall’appuntamento, al rifornimento di benzina apprestata per compiere il danneggiamento, ai giri sotto casa di Monteleone, in cerca dell’autovettura che non vedevano parcheggiata. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, ecco sulla carreggiata destra la Fiat Idea di Monteleone. Finalmente Monteleone giunge a casa a bordo dell’automobile:
Ivan Nava: «Ha parcheggiato!!! Minchia siamo apposto …inc… mischia è una vita che lo aspetto, Una vita! …inc….». E ancora: «Questo quà è un figlio di puttana, sai come scrive brutto sopra le persone mafiose, le mogli a me mi ha scritto topo burlone, quando hanno arrestato a quello vicino a casa mia, tipo che sono andato a salutarlo io mi ha scritto l’articolo». Ancora, Nava paragona il giornalista reggino allo scrittore campano Roberto Saviano: «Saviano è, Saviano sono quelli che hanno preso …inc….». Pochi secondi dopo Nava e Barbaro scendono dall’autovettura, mentre Pitasi resta a bordo e chiede ai due se gli serve l’accendino. Poco dopo i due, attrezzati di bottiglie incendiarie, scendono dalla macchina e vi risalgono circa due minuti dopo. Il resto è storia della cronaca di quella notte.
Fabio Papalia da www.newz.it
dituttounblog.com ha parlato dell’attentato in questo post del 5 febbraio scorso