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POLIZZE SICURE? NO, DENTRO C’E’ IL TRUFFATORE MADOFF…

8 Ottobre 2010

di Gianluigi De Marchi

Per secoli la parola polizza è stato sinonimo di assicurazione, quindi sicurezza, tranquillità, certezze per il futuro. Poi, purtroppo, è esplosa la mania della finanza a tutti i costi, e anche le compagnie di assicurazione si sono messe a costruire polizze che di assicurativo non hanno nulla e sono altrettanto rischiose di un qualunque investimento azionario. Basta solo pronunciare le parole index linked (decine di migliaia di risparmiatori sono rimasti invischiati senza colpa nel crack Lehman, perché avevano sottoscritto una polizza “garantita” dalla banca americana fallita) o unit linked (polizze che investono in fondi comuni e che quindi hanno tutti i rischi a loro legati).

Un caso emblematico (e drammatico) è quello segnalatoci da un lettore che ha sottoscritto, fiducioso, una polizza con una compagnia lussemburghese, dando chiare indicazioni di “rischio basso” e trovandosi con un’unit linked che in pochi anni ha perso il 50% del valore. Quando, stufo di sentirsi ripetere dal venditore che bisognava aspettare (perché si trattava di un’operazione “a lungo termine”) ha chiesto il rimborso si è sentito rispondere che la liquidazione era difficoltosa perché il patrimonio era stato investito in “fondi hedge” (di cui non aveva mai sentito parlare) che avevano avuto la brillante idea di destinare un’elevata quota di capitale a fondi gestiti dal truffatore americano Madoff (quello condannato a 150 anni di prigione che per fortuna, essendo stato condannato in America, sconterà integralmente senza indulti o amnistie…). Capito? Una polizza “assicurativa” può svaporare perché in realtà la compagnia che la emette specula sui mercati finanziari né più né meno di un qualunque altro finanziere d’assalto.

Consigli per i lettori: quando vi propongono una polizza, chiedete di avere chiarimenti precisi sul suo funzionamento, su come investe, sui tempi di rimborso, sui costi. Soprattutto se chi la propone ha una sede all’estero, dove è più facile fare “finanza allegra”. Una polizza deve “assicurare” non “speculare”, deve offrire tranquillità per il futuro, non far correre rischi e provocare infarti. Alla larga da tutto ciò che non è veramente previdenziale, da tutto ciò che non garantisce nulla (anche se promette la Luna), dai nomi inglesi roboanti e senza significato che nascondono, a volte, vere e proprie truffe legalizzate…

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