C’era una volta il “Bel Paese”?
25 Luglio 2008di Sergio Fornasini
E per la serie come ci vedono gli altri: la compagnia low cost Rayanair ha pensato di utilizzare a scopo pubblicitario l’immagine del “senatur” Bossi mentre esprime platealmente il suo personale apprezzamento sull’inno nazionale. Ma questo lo sa chi segue le cronache italiane, lo spot pubblicitario usa la foto per stigmatizzare un politico che viene accusato di situazioni specifiche e care a Ryanair, ovvero: “supporta la alte tariffe di Alitalia” – “supporta i frequenti scioperi di Alitalia” – “se ne frega dei passeggeri italiani”.
Completamente fuori luogo, a mio giudizio, utilizzare una immagine riferendola a tutta un’altra storia.
Ma gli apprezzamenti al “Bel Paese” non finiscono qui, The Independent e Al Jazeera riportano una storia poco trattata dalla stampa nostrana e che riguarda l’indifferenza dei bagnanti di fronte ai corpi di due bambine di etnia Rom annegate su una spiaggia nei pressi di Napoli.
Il sito inglese titola l’articolo “L’immagine che fa vergognare l’Italia” e sottolinea come i bagnanti abbiano continuato a prendere il sole ed a fare pic-nic mentre i cadaveri continuavano a giacere sulla spiaggia, mostrando una mancanza terribile di sensibilità e di rispetto. Sottolinea sempre The Independent come “l’indifferenza è stata presa come prova scioccante che molti italiani non hanno più sensibilità umana per i Rom, anche se le comunità hanno vissuto parallelamente per generazioni”, mettendo poi in relazione i ripetuti episodi di intolleranza e le iniziative del governo contro l’immigrazione clandestina. Secondo il giornale inglese, più dei due terzi degli italiani vogliono l’espulsione degli zingari, sia che abbiano o no il passaporto italiano.
Al Jazeera ci tratta ancora peggio, se possibile. Dice anche che le gente oltre a prendere il sole ed a fare pic-nic ha continuato a giocare a pallavolo vicino ai corpi. Viene poi citata la visita nel nostro paese di esperti dell’OCSE a Milano, Napoli e Roma per esaminare la situazione della minoranza etnica, dopo le iniziative governative che preannunciavano la registrazione delle impronte digitali per tutti i Rom, anche i bambini. Al Jazeera riporta a questo riguardo: “Lo schema, che alcuni hanno confrontato al trattamento degli ebrei da parte dei nazisti, ha ricevuto critiche dai gruppi di diritti dell’uomo e dai politici della Unione Europea”
http://www.ryanair.com/site/IT/
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/the-picture-that-shames-italy-873743.html
http://english.aljazeera.net/news/europe/2008/07/200872118514633141.html
33 commenti presenti
Quindi lei, Fornasini, vorrebbe farci credere che dobbiamo prendere lezioni di sensibilità e diritti umani da Al Jazeera.
Perchè non da CCTV?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 25 Lug 2008
ps: e “The Indipendent” si occupi pure dei 21 adolescenti uccisi nella sola Londra dall’inizio dell’anno.
In tutto il 2007 sono stati 21 i giovanissimi uccisi nella capitale inglese oltre a 7.049 aggressione con coltelli denunciate motivate in molti casi da intolleranza razziale o futili motivi.
Saluti
Le risulta che non se ne occupino? Sfogli pure il sito di The Independent, vedrà che li trova i riscontri che cerca
sf
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
Ma la foto dei cadaveri e’ vera???
Scritto da stefano il 26 Lug 2008
Non vorrei far credere nulla, non sono un imbonitore caro Dean, riporto notizie pubblicate da importanti organi di informazione stranieri riguardanti il nostro paese. Chi lo preferisce può continuare a guardare “Veline” in TV e vivere felice e sereno lo stesso
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Lug 2008
Si la foto dei cadaveri è verissima, Stefano
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Lug 2008
Che caduta di stile Sergio.
Pare un commentatore di “Voglioscendere”.
Stia bene. Lei e le aspiranti veline.
Saluti
Perché cos’ha contro quelle belle figliole che tutte le sere intrattengono milioni di italiani?
sf
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
Cribbio Dean, non c’è solo Al Jazeera a tenerci d’occhio, sarà mica una persecuzione?
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/07/Independent-Italia-chiama-truppe.shtml?uuid=6b33e63a-5976-11dd-801b-491370f5ebd6&DocRulesView=Libero
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Lug 2008
“Completamente fuori luogo, a mio giudizio, utilizzare una immagine riferendola a tutta un’altra storia.”
Completamente fuori luogo l’immagine perché un MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA non deve permettersi di fare un gesto simile nei confronti dei simboli di cui egli stesse è (molto ben pagato) rappresentante.
Giustissimo utilizzare l’immagine per umiliare quel demente in tutte le maniera possibili e immaginabili.
Scritto da Orlando il 26 Lug 2008
Caro Sergio,
gli inviati delle testate estere in Italia spesso nemmeno ci vengono se non in vacanza e si fanno riportare le notizie dai colleghi delle testate del nostro Paese.
La lettura dei decreti legge e la loro effettiva applicazione è generalmente materia ignota per questi giornalisti stranieri.
Se i giornalisti francesi, inglesi e americani provassero ad approfondire la materia in maniera autonoma ed indipendente e a confrontare le nostre norme con quelle dei loro Paesi si accorgerebbero che in Italia di svizzero ci sono solo i buchi.
Intesi come quelli dell’Emmenthal.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
ps: se con quel “cribbio” e il riferimento alle “veline” lei intende inserirmi nella categoria dei berlusconiani ortodossi, le dico che effettivamente ritengo il Cavaliere un uomo eccezionale, un personaggio che verrà ricordato nei libri di storia, nel bene e nel male.
Ci sarà pure un motivo se nello schieramento avverso nessuno si è mai posto il problema della sostituzione del leader, visto che negli ultimi 15 anni lo hanno sostituito con la frequenza con cui ci si cambia di biancheria.
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
Al Jazeera, cassa di risonanza del terrorismo, non ha insegnamenti da fare a nessuno in nessun campo.
Scritto da Tommaso Farina il 26 Lug 2008
“gli inviati delle testate estere in Italia spesso nemmeno ci vengono se non in vacanza e si fanno riportare le notizie dai colleghi delle testate del nostro Paese.”
Si tratta di una sua deduzione o ha prove dirette di quanto afferma?
Scritto da Daniele il 26 Lug 2008
Caro Daniele,
le prove ci sarebbero pure, ma comunque indirette.
D’altronde non credo che alcun corrispondente dall’estero ammetterebbe mai pubblicamente di farsi passare i pezzi dai colleghi locali durante una cena innaffiata da del buon vino (per i più romantici) o semplicemente tramite gli straordinari mezzi che la tecnologia moderna ci offre (per i più pratici).
L’etica professionale e la retribuzione subirebbero dei contraccolpi.
La recente campagna elettorale italiana dovrebbe peraltro farla riflettere visto che i giornali e i talk show italiani non hanno capito un’acca del fenomeno berlusconiano nè prima nè dopo il voto e in seguito si sono interrogati per giorni sui motivi del successo leghista. Le testate estere, spesso citate come fonti indipendenti di informazione, non hanno fatto eccezione ripetendo gli errori di valutazione e di interpretazione di casa nostra.
Non le basta? Chissà che non le capiti un colpo di fortuna e non assista casualmente ad una di queste cene.
E non dimentichi di offrire la bottiglia.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
Caro Dean, non so come dirglierlo però anche per me Berlusconi è un uomo che lascerà il segno, anzi l’ha già tracciato profondamente. È un venditore imbattibile di una sua visione personale della politica e per questo ha un grandissimo ed innegabile successo. Esagera però, si ritiene al di sopra della legge perché votato dalla maggioranza degli elettori, a che titolo? Tende a deformare le norme vigenti, anzi le modifica proprio in funzione delle sue convenienze del momento. Ma sarà mica che non è la magistratura che lo perseguita ma lui che si allarga troppo? Nemmeno nelle monarchie costituzionali si gode delle immunità a lui accordate, ora che è diventato intoccabile attendo che si dia da fare per realizzare il programma elettorale presentato agli elettori, prima di giudicarlo definitivamente. Per quanto riguarda lo schieramento avverso, meglio stendere un velo pietoso. Non hanno inventiva ed originalità, non sanno usare i media dando rilievo almeno a quelle due cose che hanno bene o male fatto, segano le gambe a loro possibili candidati credibili per lasciare spazio al dominio dei soliti direttori d’orchestra e gregari associati, e quando mai potranno contrastare seriamente chi si muove in maniera dinamica sul quadro politico se continuano a somigliare alla brutta copia della corazzata Potëmkin?
Scritto da Sergio Fornasini il 27 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
Lei ha assistito ad una di queste cene? Se si spero che il vino fosse di buona qualitá.In pratica comunque cosa vorrebbe dire, che qualunque giornale o giornalista straniero che parla male di Berlusconi lo fa perché “imboccato” da un qualche giornalista italiano? Se é a conoscenza di fatti precisi non lanci accuse generiche, faccia nomi e cognomi e ci renda edotti di tali avvenimenti.
Criticare Berlusconi é una colpa cosí grave? E chi sará mai?
E poi Lei, come Berlusconi, non rende giustizia a testate importanti come Il Giornale, Libero, Il Foglio, La Padania e ad onesti professionisti come Mentana, Ferrara, Fede, Giordano, Vespa e tanti tanti altri che il fenomeno Berlusconi l’hanno capito eccome.
Scritto da Daniele il 28 Lug 2008
Caro Daniele,
se avessi assistito ad una di queste cene avrei quelle che lei ha chiamato “prove dirette”. Purtroppo non mi è toccata questa fortuna e ne ho ricevuto solo racconti indiretti da persone di cui mi fido.
In ogni caso la critica politica a Berlusconi non è ancora reato, se ne rallegri. E’ anzi uno sport nazionale.
Diverso è invece il caso della critica alla sua presunta vita sessuale per esempio. Quella è buona solo per il populismo di Piazza Navona e può talvolta avere giustamente strascichi legali.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 28 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
le persone di cui si fida le avranno almeno indicato quegli articoli della stampa straniera frutto di queste cene? Se si ce li indichi pure noi cosí da individuare tali giornalisti scansafatiche che scrivono gli articoli a cena.
La critica al cavaliere é sport di circa metá della nazione ché l’altra metá preferisce il vittimismo e le manie di persecuzione.
Piazza Navona era infercita di populismo, come un po’ tutte le manifestazioni di carattere politico che personalmente non gradisco e che non portano ad altro se non all’autocelebrazione degli organizzatori (ma come siamo stai bravi, ma quante persone c’erano, ma come abbiamo manifestato bene ecc…). Gli attacchi alla vita sessuale li ho giudicati stupidi e non attinenti alla manifestazione, ma se si chiama un comico a parlare vuoi che non ne faccia menzione… magari non si doveva chiamare il comico a parlare (in questo caso Sabina Guzzanti). Giá il titolo della manifestazione era proprio brutto… “No Cav Day”, mamma mia. I motivi per cui stavano invece manifestando erano invece leciti: il parlamento stava facendo delle leggi con cui un certo numero di persone non si trovava d’accordo e queste persone hanno deciso di esprimere il loro disappunto.
Scritto da Daniele il 28 Lug 2008
Caro Daniele,
lei non caverà mai dalla mia tastiera parole che non intendo scrivere.
Un paio di cose però vorrei ribadirle, visto che comunque esprimono una mia legittima opinione personale.
Innanzitutto credo che larga parte dei giornalisti ormai sia da ascrivere in quella categoria che lei definisce “scansafatiche”, nel senso che la ricerca della notizia è ormai diventata un optional, mentre dovrebbe essere ciò che legittima l’esistenza stessa della professione.
Non molto tempo fa si intuiva chi aveva scritto un articolo solo leggendolo, senza bisogno di altre informazioni. Ora l’uno scopiazza l’altro, tanto che non si capisce più a chi attribuire l’originale. Si riportano sempre le stesse dichiarazioni, le stesse frasi prese dalle stesse carte che escono più o meno legittimamente dalle solite Procure o dalle sedi di partito. Le interviste sono di una monotonia disarmante e se a volte si ravvivano è più per un atto di benevolenza dell’intervistato, specie se è un politico esperto, che per stimolo dell’intervistatore. Gli editoriali poi spesso si esauriscono con il titolo.
Diciamolo. I giornalisti sono una casta pari a quelle che loro criticano. Non c’è spazio per le nuove leve mortificate da stipendi da fame e scippate del proprio lavoro da colleghi più navigati. Per fare strada non bastano le capacità ma servono una lingua vellutata e l’abbondante uso del “principio” del do ut des.
Si accodano così agli editori, ai politici, agli imprenditori, ai magistrati e il paradosso è che chi denuncia queste situazioni da una posizione di una certa visibilità non è assolutamente immune da questi difetti etici e professionali, ma ne è forse ancor più coinvolto.
ps: a proposito della simbiosi tra stampa estera e italiana. Si è mai chiesto perchè all’estero conoscono così bene Silvio Berlusconi, mentre poco sanno, per esempio, di Romano Prodi se non che è stato Presidente della Commissione Europea e premier italiano per un breve periodo?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 28 Lug 2008
Caro Dean, così mi piace e la sottoscrivo. Almeno limitatamente a quanto scritto nel suo ultimo commento
Saluti
Scritto da Sergio Fornasini il 28 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
non voglio assolutamente cavarle dalla tastiera parole che Lei non intende scrivere, figuriamoci.
Solo che quando parlava dei giornalisti stranieri che “scrivono” le notizie sull’Italia a cena con i colleghi italiani mi era sembrato che lei stesse spacciando una tale affermazione come una verità accertata e non come un’opinione. Evidentemente ho interpretato male e me ne scuso visto che poi nell’ultimo post ha precisato chiaramente che si tratta di una sua opinione.
Alla fine mi pone poi un quesito veramente difficile, ma proverò a rispondere comunque: secondo me, ma è una mia personale opinione, all’estero conoscono così bene Berlusconi e così male Prodi perché, mentre Prodi è un professore ed un politico e non è così eclatante che un politico di professione professore diventi presidente del consiglio (succede anche negli altri paesi, credo), Berlusconi è l’uomo più ricco del paese, possiede 3 televisioni, qualche giornale e svariate altre attività… e visto che raramente questo succede negli altri paesi che magari si sono avvicinati con maggiore curiosità alla sua figura. Poi lui ci mette anche del suo per farsi conoscere così tanto.
Scritto da Daniele il 29 Lug 2008
Caro Daniele,
la mia affermazione è una verità accertata. Almeno per me e chi ha avuto occasione di assistere a tali cene. Poi le mi chiede prove che io non posso dare perchè sarebbero per me fonte di grattacapi. Spero di essere stato chiaro stavolta.
In conclusione il fatto che definisca Romano Prodi solo come “un professore ed un politico” dimostra che anche lei è piuttosto a corto di informazioni sul nostro ex Premier. E lo scopo è quindi raggiunto.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 29 Lug 2008
Mi parli allora un po’ lei di Prodi. Cosa dovevo dire, che é stato anche presidente dell’Iri… oppure vuole arrivare al cavallo di battaglia del senatore Guzzanti: “ex agente del KGB”!
Lei poi che possiede delle veritá accertate che peró sono sue opinioni ci illumini sul conto dell’ex presidente del consiglio… sempre che anche questo non sia per lei fonte di grattacapi.
Scritto da Daniele il 29 Lug 2008
Caro Daniele,
ognuno di noi sa delle cose che preferisce non divulgare per i più svariati motivi. La prego di rispettare questa mia decisione.
In ogni caso, se invece di fare ironia sull’On. Guzzanti lei leggesse i commentatori del suo blog, alcuni dei quali sono persone di notevole cultura e capacità critica, ne saprebbe senz’altro di più su Romano Prodi.
Se le va, legga qui, per esempio.
Da “Il Giornale” del 23 Marzo 2006
“Quando Prodi tremò: «Salvatemi da Di Pietro»”
di Giancarlo Perna
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=76070&START=1&2col=
Scritto da DeanKeaton il 29 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
se lei ha la veritá, ma non é nelle condizioni di poterla divulgare integralmente, dorma pure il sonno dei giusti, ma non pretenda che gli altri le credano sulla parola. Io al massimo le posso lasciare il beneficio del dubbio, come su tutte le questioni in cui non sia stata fatta piena chiarezza e vi sia spazio per le diverse opinioni sul come si possano essere svolti i fatti.
Il blog del senatore Guzzanti talvolta lo leggo e lo trovo financo interessante (ma secondo me si elogia troppo per gli accessi al blog… peró noto che é un vizio diffuso tra molti bloggeristi). Su Prodi ho letto qualcosa ed ho visto il video a Litvinenko dove dice che Trofimov, prima di morire, gli ha detto che Prodi era un loro (del KGB) uomo in Italia. Confesso che il dossier Mitrohkin non l’ho letto ancora integralmente (prometto che in futuro approfondiró), a per quel che ho letto sino ad ora non capisco come si sarebbe svolta concretamente l’attivitá spionistica di Prodi. Che poi rispondendo ad un intervento sul suo blog il senatore una volta ha precisato che uomo del KGB é diverso da spia, ma poi non sono riuscito a capire in cosa consisterebbe questa diversitá.
Per quanto riguarda l’articolo del Giornale su Prodi l’ho letto con piacere ed offre alcuni spunti interessanti che meriterebbero di essere approfonditi. Interessante il racconto di Mancuso cui concedo (pure a lui) il beneficio del dubbio. Di quella vicenda (le urla di Di Pietro a Prodi)ne avevamo pure parlato su questo blog:
http://dituttounblog.com/articoli/alcune-domande-su-tonino-di-pietro#comments
Scritto da Daniele il 29 Lug 2008
Caro Daniele,
vede che in fondo lei non è poi così disattento e alcune informazioni in più sul Romano nazionale già le conosceva?
Sono felice che lei abbia letto con piacere quell’articolo e che conceda il beneficio del dubbio sia a me che a Mancuso. Per me è un successo.
Un consiglio finale, se mi permette. La modestia è una virtù che ben pochi uomini si possono concedere. Badi al sodo e salti i passaggi autocelebrativi. Qui. Là. Ovunque. La sostanza è ciò che conta.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 29 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
lo vedo e lo so. Prima mi sono limitato a riportare alcuni elementi accertati riguardanti Romano Prodi; lo stesso ho fatto per quanto riguarda Silvio Berlusconi. Anche su quest’ultimo avrei potuto aggiungere altre informazioni. Se non l’ho fatto non è perché non ne sia a conoscenza, ma solo perché non le ritenevo necessarie per definire grosso modo il personaggio. Anche nel caso dell’attuale presidente del consiglio circolano diversi racconti di conversazioni e di avvenimenti di cui però non rimane nessuna prova tangibile. Cosa si fa? Si concede il beneficio del dubbio e si tira avanti guardando ai fatti concreti.
Mi fa piacere che lei ritenga tale concessione un successo, ma a me sembra del tutto normale: se lei mi racconta un fatto di cui non è in grado di dimostrare la veridicità in maniera inconfutabile e di cui io non sono altresì in grado di dimostrare la falsità se ne può discutere un po’ per vedere quale versione sia più attendibile, ma alla fine si concede il beneficio del dubbio. Questo, ovviamente, a meno che non ci si trinceri dietro l’ideologia, il pregiudizio o quant’altro.
Lei ad esempio pare che non me lo abbia concesso all’inizio quando, vista la mia risposta su Romano Prodi, ha dedotto che fossi a corto di informazioni. Io ho semplicemente dato una risposta generica ad una domanda generica. La prossima volta provi a chiedere più precisamente cosa vuol sapere ed io le saprò dire se lo so o meno, oppure formuli direttamente la sua ipotesi senza “chissà perché?” o “come mai?”; dica chiaramente come pensa che stiano le cose, io potrò anche dissentire, ma in attesa di prove certe a favore di una o dell’altra ipotesi il beneficio del dubbio glielo concederò comunque.
Saluti
Scritto da Daniele il 29 Lug 2008
Caro Daniele,
siamo franchi. Di Berlusconi si sa più o meno tutto, compreso quello che concerne la sua sfera privata ed altri fatti presunti, e sovente vengono rievocati passaggi della sua carriera di imprenditore e politico che ormai si perdono nella notte dei tempi.
Spesso si ricorda l’offerta di Berlusconi a Di Pietro per entrare a far parte del suo primo governo, ma raramente qualcuno cita quel famoso interrogatorio del 4 luglio 1993 che legò Prodi al trebbiatore molisano e il successivo intervento dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Da “Repubblica” del 10 Luglio 1993
“Sei Luglio: Suona L’Allarme”
di Federico Geremicca
ROMA – “Un’ ora? Ben più di un’ ora… Ed è stato un colloquio affettuoso”. Peccato che, ricostruendolo, la voce che dal Quirinale corre lungo il filo, non possa dire che il colloquio – oltre che affettuoso – è stato anche triste e preoccupato… Era martedì 6 luglio, e Oscar Luigi Scalfaro e Romano Prodi quell’ appuntamento l’ avevano fissato già da settimane. Nessuno dei due, però, avrebbe mai potuto prevedere che sarebbe caduto in un giorno molto complicato: con la Borsa che faceva segnare un -1,3% (nonostante l’ appena decisa riduzione dei tassi da parte di Bankitalia, che avrebbe dovuto portarla al rialzo…) e con il rincorrersi impazzito di voci intorno ad un altro clamoroso arresto. L’ arresto di chi? Di Romano Prodi, appunto: duramente interrogato dal giudice Di Pietro, due giorni prima a Milano. Com’ era andata? Diciamo che, dopo un confronto duro e qualche parola grossa, era finita col magistrato di Mani pulite che congedava il presidente dell’ Iri più o meno così: “Va bene, professore, torni a Roma e rifletta bene su quello che le abbiamo chiesto e che lei non ci ha detto. Ci rivediamo lunedì. Sappia, però, che potremmo esser costretti a farla continuare a riflettere lontano da casa…”.
(…)
Ora è difficile dire se sia stata precisamente la vicenda al cui centro si trova Romano Prodi ad aver convinto Oscar Luigi Scalfaro a dire quel che ha detto l’ altro giorno a proposito di Tangentopoli (“Ho pensato mesi prima di dire queste cose…”, ha spiegato). Ma certo, il racconto fattogli dal presidente dell’ Iri deve aver pesato non poco. Luciano Violante – in ottimi rapporti col capo dello Stato e ricevuto ieri mattina al Quirinale – dice: “E’ una vicenda che l’ ha molto colpito, che l’ ha scosso davvero”. E del resto, proprio al presidente dell’ Antimafia, qualche giorno fa, Oscar Luigi Scalfaro aveva annunciato la sua intenzione di dire qualcosa su Tangentopoli. E dire qualcosa precisamente sui tre punti cruciali dell’ inchiesta Mani pulite: svolgimento dei processi, uso dell’ avviso di garanzia e, soprattutto, custodia cautelare. E’ che, probabilmente, il caso-Prodi – quella certa durezza durante l’ interrogatorio, cioè, e la velata minaccia di un possibile arresto – hanno colmato la misura delle preoccupazioni di Scalfaro, convincendolo della necessità di lanciare un allarme. Un allarme che non deve esser necessariamente letto “contro” i giudici (che il Quirinale, anzi, ha più volte difeso e incoraggiato): ma che punterebbe, al contrario, a tentare di riorientare un’ inchiesta – i suoi strumenti, i suoi metodi, a volte – che potrebbe finire per determinare tensioni sempre più difficilmente contenibili…
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/07/10/sei-luglio-suona-allarme.html
E se lei, Daniele, avesse letto il libro di Imposimato, Pisauro e Provvisionato “Corruzione Ad Alta Velocità” riceverebbe altre conferme a riguardo.
Estratto da “Corruzione Ad Alta Velocità” di F. Imposimato, G. Pisauro, S. Provisionato, Koinè nuove edizioni
(Cap. VI – L’uomo che sapeva troppo – pagg. 149-150)
Antonio Di Pietro è sempre stato un maestro nell’usare il fatidico bastone e il suo classico contraltare, la carota. Il magistrato milanese ha sempre saputo come alternare ruvidezza e morbidezza. E come, in molte altre situazioni, usare la morbidezza per i suoi amici più intimi e la rugosità dei modi spicci e sbrigativi, tanto per usare due eufemismi, nei confronti degli altri.
Verso l’allora presidente dell’Iri Romano Prodi, futuro presidente del consiglio, il Tonino nazionale nel loro primo faccia a faccia non ha mezze misure e sceglie la linea dura. Romano Prodi viene interrogato dall’uomo di Montenero, che vuole sapere di eventuali finanziamenti dell’Iri ai partiti, il 4 luglio 1993. E’ un interrogatorio pesante, tanto che le urla quel giorno si sentono fin nei corridoi della procura. Ma Prodi nega. Di Pietro legge allora al presidente dell’Iri i verbali che contengono le dichiarazioni di Giuliano Graziosi (Stet) e Franco Reviglio (Eni). Prodi annaspa, non ricorda, ammette solo pressioni da parte di Craxi e Andreotti. Alla fine del confronto Di Pietro congeda Prodi più o meno con queste parole:
“va bene professore, torni a Roma e rifletta bene su quello che abbiamo detto. Ci rivediamo lunedì, sappia però che potremmo essere costretti a farla continuare a riflettere lontano da casa”.
Le urla, le aggressioni verbali e le minacce neppure tanto velate di arresto scuotono il professore bolognese a tal punto che Prodi va a dolersene con il presidente della Repubblica Scalfaro. Riferirà l’accaduto, con toni accorati, parlando di una grande umiliazione subita, anche all’ex ministro della Giustizia Filippo Mancuso.
L’8 luglio – un po’ a freddo – Scalfaro in una sua esternazione si rammarica per gli eccessi giustizialisti e l’uso disinvolto della carcerazione preventiva da parte di alcuni pubblici ministeri. “Non c’è dubbio – dice il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro – che il carcere per convincere l’inquisito a parlare non è nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo.”
A Prodi sul piano giudiziario, dopo l’intervento di Scalfaro, non accade più nulla per un certo lasso di tempo. Di Pietro con lui sembra aver mollato l’osso. Ma che cosa c’era di tanto misterioso nell’Iri di Romano Prodi da interessare un pubblico ministero?
Esattamente quello che c’era nell’attività di Prodi prima che lo stesso assumesse la presidenza dell’Iri.
Ho colmato qualche lacuna?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 30 Lug 2008
Caro DeanKeaton,
le ripeto che, pur non avendo letto il libro di Imposimato, ero a conoscenza della vicenda e dei “foschi scenari” che ci sarebbero dietro. Di Pietro prima ha fatto la voce grossa e poi peró a Prodi non é successo niente, dev’esserci per forza qualcosa dietro, ma che cosa?
Lei sostiene che ci sia qualcosa di misterioso nell’attivitá di Prodi prima e dopo che lo stesso assumesse la presidenza dell’Iri, ma che cosa? Ci lascia col mistero, Lei lo sa, ma non lo vuole dire, perché é una sottigliezza. Solo le menti piú argute e sottili sono in grado di coglierla. Bene, io le dico subito che non sono una mente sottile, bado molto al sodo ed agli elementi concreti. Qua non ce ne sono molti; ci sono prove indirette, equazioni tipo “se é successo questo, allora sicuramente dietro c’é un complotto ordito da chissá chi”, “Di Pietro ha urlato, ma poi non lo ha arrestato… dietro ci dev’essere qualcuno di molto potente che ha fermato la mano del magistrato”.
Ma cosa c’é dietro all’operazione Mani Pulite? Berusconi sostiene grossomodo che sia un complotto comunista per portare i comunisti al governo; Cossiga dice invece che dietro ci siano CIA e/o Mossad… a questo punto abbiamo tutti gli elementi per poter dire che la guerra fredda é stata persa solo apparentemente dall’URSS, in realtá i sovietici hanno segretamente invaso gli USA e la CIA di oggi é come in KGB di un tempo. Ora si spiega tutto: la CIA é in realtá il KGB; Prodi é uomo del KGB e quindi della CIA; Mani Pulite é partita dalla CIA, quindi é un complotto comunista; la CIA, quindi i comunisti, ha salvato Prodi dalle grinfie di Di Pietro. Tutto torna!
Ho colmato qualche lacuna?
Saluti.
Scritto da Daniele il 30 Lug 2008
P.S. Mi ero dimenticato di ringraziarla per il suo consiglio:
“Un consiglio finale, se mi permette. La modestia è una virtù che ben pochi uomini si possono concedere. Badi al sodo e salti i passaggi autocelebrativi. Qui. Là. Ovunque. La sostanza è ciò che conta.”
Ma se non badassi alla sostanza non mi sarei andato a vedere i video di Litvinenko e non avrei dato uno sguardo alla relazione della commissione Mitrohkin. I passaggi autocelebrativi di solito sono messi in bella evidenza, io li noto e di solito ne sorrido, ma di certo non mi inducono a non guardare alla sostanza di ció che si dice. Tutto qui.
Scritto da Daniele il 30 Lug 2008
Daniele.
La prego. Non faccia della facile ironia. Lei mi ha chiesto di dirle qualcosa su Prodi e io le ho riportato vicende raccontate da giornalisti e da un ex giudice di una certa importanza per le inchieste di cui si è occupato durante la sua carriera.
Poi lei si formerà un’idea così come ho fatto io. Magari giungeremo a conclusioni opposte, entrambe rispettabili, ma almeno le premesse sono comuni.
Infine se ho interrotto il pezzo dal libro è solo per un motivo di copyright, non perchè volessi lasciarla col mistero o intendessi alludere. E che ci sia poi qualcosa di inquietante nell’attività di Prodi precedente alla sua elezione a Premier e nell’ingresso in politica dell’On. Di Pietro lo sostiene Imposimato e con lui validi giornalisti d’inchiesta.
E che Di Pietro fosse interessato alla politica già mentre era ancora magistrato non me lo invento io.
Estratto da Corruzione ad Alta Velocità di F. Imposimato, G. Pisauro, S. Provvisionato, Koinè nuove edizioni
(Cap. VI – L’uomo che sapeva troppo – pagg. 143-144)
Il rapporto tra Di Pietro e Berlusconi è un rapporto di quelli delicati, molto delicati. Anche perché investe l’attuale ruolo politico dell’ex pm. Per tracciarlo ci affideremo allora a un documento ufficiale: ancora una volta le motivazioni della sentenza di un tribunale, quello di Brescia che ha processato, assolvendoli, una serie di personaggi accusati di aver complottato contro Di Pietro per costringerlo a dimettersi dalla magistratura. E’, per intenderci, il processo nel quale Di Pietro si avvale della facoltà di non rispondere, balbettando davanti ai giudici.
Ecco come quella sentenza ricostruisce la visita di Di Pietro al leader di Forza Italia, all’epoca presidente del consiglio che sta costituendo il suo governo:
“(…) nel maggio del 1994, in occasione della formazione del governo presieduto da Silvio Berlusconi, Di Pietro venne contattato da Previti, futuro ministro della nascente compagine governativa, che gli offrì l’incarico di ministro dell’Interno. (…)Di Pietro declinò l’offerta perché era sua intenzione continuare ad operare nell’ambito della magistratura fino alla definizione delle inchieste giudiziarie, precisando però che comunque era maggiormente interessato ad incarichi istituzionali. (…)L’imputato Previti riferisce in proposito di un incontro svoltosi con Di Pietro a Roma qualche giorno prima della presentazione della lista ufficiale dei ministri, risalente al 9 maggio 1994. Nell’occasione il magistrato ebbe colloqui privati separati con Previti e Berlusconi e un colloquio con entrambi contemporaneamente”
(…)
“Può, quindi, ritenersi che Di Pietro era particolarmente attratto fin dal maggio del 1994 da investiture politiche, anche se all’ultimo momento preferì rinviare, optando per una diversa strategia di scelte personali”
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 30 Lug 2008
DeanKeaton,
io credevo che la parte del suo intervento in cui Lei dice
“A Prodi sul piano giudiziario, dopo l’intervento di Scalfaro, non accade più nulla per un certo lasso di tempo. Di Pietro con lui sembra aver mollato l’osso. Ma che cosa c’era di tanto misterioso nell’Iri di Romano Prodi da interessare un pubblico ministero?
Esattamente quello che c’era nell’attività di Prodi prima che lo stesso assumesse la presidenza dell’Iri.”
fosse sua e non una citazione del libro, visto che le virgolette si chiudono prima. É qui che si allude e che si lascia presagire uno scenario alquanto fosco.
Imposimato e tanti validi giornalisti di inchiesta sostengono che ci sia qualcosa di inquietante nell’attività di Prodi precedente alla sua elezione a Premier e nell’ingresso in politica dell’On. Di Pietro… ed le citazioni da Lei riportate sono quanto di piú inquietante siano riusciti a trovare riguardo a Prodi e Di Pietro? Sará, ma di inquietante ci trovo ben poco.
Addirittura hanno scoperto che fin dal maggio 1994 Di Pietro aveva mire politiche, accidenti! Mi meraviglio di come quello sporco ex-magistrato sia ancora a piede libero, come ha osato avere mire politiche? E poi non ci credo che Previti e Berlusconi abbiano chiesto a Di Pietro di diventare il ministro dell’interno del primo governo Berlusconi, il presidente del consiglio ha detto chiaramente che é una menzogna e che non é mai successo. Quindi Imposimato ha scritto una menzogna; oppure é Berlusconi ad aver detto una menzogna. Non so chi abbia mentito, ma le due affermazioni sono antitetiche, quindi uno dei due é un bugiardo.
Cosa c’é poi di male nel fatto che Di Pietro sia sceso in politica o che avesse delle mire politiche? Anche Imposimato é un magistrato ed un politico e ci sono anche altri magistrati che sono in politica, non mi pare che sia vietato.
Potevano sforzarsi di trovare qualcosa di piú inquietante… oppure ha lasciato il pezzo forte per ultimo e sino ad ora ha solo voluto saggiare quanto fossi impressionabile?
Saluti
P.S. Comunque la mia teoria sulla CIA ed il KGB é fondata sulle solide basi di quanto affermato da politici di tutto rispetto quali Berlusconi e Cossiga ed é tra l’altro l’unica calzante con entrambe, quindi ci pensi bene, magari arriverá a conclusioni diverse, ma le premesse (cioé le affermazioni dei due) almeno sono comuni.
Scritto da Daniele il 30 Lug 2008
Daniele.
Sarò telegrafico.
Innanzitutto mi scuso se ho creato confusione tra le citazioni e le mie considerazioni. Non era mia intenzione.
Poi. Se lei non trova inquietante che un magistrato nel pieno delle sue funzioni si prepari una carriera politica io non so che farci.
Infine. Che il Cavaliere abbia una certa inclinazione nel manipolare la realtà a suo vantaggio non è certo una novità. Bisogna poi valutare se non ci siano state vicende ben più deleterie per i cittadini nel corso della storia italiana del dopoguerra.
Questo nonostante Imposimato sia stato definito “la toga più rossa d’Italia”. E che il tribunale abbia creduto a Previti.
Insomma. A Previti ci crediamo oppure no? Basta decidersi.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 31 Lug 2008
DeanKeaton,
anche io sarò telegrafico. A Previti ci crederei pure visto che anche Di Pietro conferma… è che bisognerebbe richiederglielo dopo che il cavaliere ha smentito quella circostanza, magari dirà che si ricordava male.
Non so se trovare inquietante che un magistrato nel pieno delle sue funzioni si prepari una carriera politica, è che altri magistrati, nel pieno delle loro funzioni, la fanno proprio la carriera politica. A me interessa più che altro sapere se quel magistrato abbia commesso degli illeciti (dimostrati con condanna in tribunale) per prepararsi la carriera politica.
Saluti
Scritto da Daniele il 31 Lug 2008