Caso Agnelli: Furio Colombo parli
15 Giugno 2009Premessa: giovedì scorso in un articolo pubblicato da Repubblica veniva diffusa la notizia dell’attacco legale sferrato da Margherita Agnelli, figlia ed unica erede diretta dello scomparso avvocato Gianni, nell’ambito del procedimento civile per la definitiva attibuzione dell’eredità dell’Avvocato. Margherita ha presentato al Tribunale di Torino una memoria con la quale richiede rendiconti dettagliati di operazioni finanziarie all’estero, curate dall’avv. Franzo Grande Stevens, da Gianluigi Gabetti e Siegfried Maron. Secondo la figlia del grande Gianni, questa parte del patrimonio finora le sarebbe stato tenuto nascosto dai tre amministratori. Su questo tema interviene con una nota Fabrizio Spinella, che rivolge una sorta di appello a Furio Colombo, che per anni è stato molto vicino all’Avvocato. (sf)
Furio Colombo per circa dieci anni (1984-1994) fu designato da Giovanni Agnelli nel Consiglio di amministrazione della Overseas Union Bank & Trust di Nassau, che era una azienda finanziaria controllata dalla FIAT che secondo vecchie verifiche giudiziarie avrebbe anche distribuito fondi fuori bilancio a personalità politiche italiane di quasi tutti i partiti della Prima Repubblica, oltre a costituire provvigioni segrete per manager, mediatori e collaboratori vari.
Perciò, il Colombo saprebbe molto delle movimentazioni monetarie estere del suo datore di lavoro Agnelli. Ma stranamente, non si è udita la sua voce nella querelle che vede Margherita Agnelli rivendicare chiarezza sui depositi esteri controllati dal padre e sottratti alla sua disponibilità dagli amministratori del patrimonio. Furio Colombo, che nei soliti slanci moralistici (ovviamente con piglio anglosassone, ça va sans dire) altre volte si è stracciato le vesti per le operazioni estere delle aziende della famiglia Berlusconi già passate al setaccio della Procura milanese, adesso tace, e non fa nemmeno lof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchette, chchch, come la fontana malata di Palazzeschi.
Parli, il Furio Colombo, dica quello che sa o quello che immagina (per la sua vecchia prossimità domestica con l’Avvocato) su questa vicenda, e su altre che egli conosce bene. Magari, lo dica confidenzialmente alla signora Margherita Agnelli (alla quale i signori sopravvissuti dell’Accomandita di Famiglia negano sprezzantemente perfino il patronimico, chiamandola nei comunicati soltanto con il cognome del secondo marito: ma che signori!)
Fabrizio Spinella
9 commenti presenti
Tutti parlano sempre del Caimano, ma nessuno parla mai delle Cayman, la Furia per prima.
Scritto da asdrubale il 15 Giu 2009
Furio Colombo: “ehm… a dire la verità la società affidò tutto ad un legale inglese. Un certo Ottocens, Novecens o Mills.. ora non ricordo bene.
Comunque si può chiedere a lui. Non penso abbia difficoltà a fare da testimone.”
🙂
Scritto da tequilero il 15 Giu 2009
http://www.gabrielemastellarini.com/articoli/colombo-barigazzi-polisblog-corriere
Corsi e ricorsi.
Scritto da asdrubale il 15 Giu 2009
Ci racconterà che secondo le sue ricerche Google non risulta alcuna Margherita Agnelli vivente, ma secoli fa è esistita una craniologa dal nome simile.
Scritto da sameth il 16 Giu 2009
ops, non avevo letto il link di Asdrubale.
Sorry
Scritto da sameth il 16 Giu 2009
Complimenti per il post.
E’ citato anche su Effedieffe.com
Per ampliare il dossier su Furio Colombo, mi sembra di ricordare che nel libro “Gli Adelphi della dissoluzione” si dica che tale Colombo abbia scritto un certo libro negli anni ottanta, sotto pseudonimo, in cui si parlava di nazioni uniti e strani scambi tutto in forma romanzata. Pare che tale libro servisse a far capire a qualcuno, che lui sapeva qualcosa…
Scritto da Michele il 19 Giu 2009
Dal sito “Dagospia” di mercoledì 26 agosto, dove si ricorda quello che in questo blog è stato nel giugno scorso ricordato…
L’AVVOCATO OFF-SHORE NON STIMOLA FURIO COLOMBO – PECCATO, DAL LIBRO DI TRAVAGLIO “IL PROCESSO” (‘97) emerge che il Furetto ha fatto parte per ben 10 anni (’84-’94), del CDA della Overseas Bank di Nassau – CHE Travaglio DEFINISCE come “la banca off-shore delle tangenti Fiat”…
Si dice che il neo-direttore di Libero Maurizio Belpietro, dopo le dieci circostanziate domande sul patrimonio estero dalla famiglia Agnelli e sui fondi Fiat oltrefrontiera, stia sperando segretamente in qualche reazione anche da Sfurio Colombo, neo-fondatore del Fatto Quotidiano insieme ad Antonio Padellaro, ma soprattutto a suo tempo ambasciatore e fiduciario dell’Avvocato all’estero ed in particolare nel mercato americano, dove riceveva i clienti Fiat nel suo invidiatissimo ufficio a Park Avenue.
Anche perché proprio nel libro “Il Processo”, scritto da Travaglio insieme a Massimo Novelli e Paolo Grisieri (Editori Riuniti, Roma. 1997), si racconta – come spiega il sottotitolo – “la storia segreta dell’inchiesta su Cesare Romiti: guerre, tangenti e fondi neri Fiat”.
Dalle carte di quel processo emerge che il Furetto ha fatto parte per ben dieci anni, dal 1984 al 30 giugno 1994, del consiglio di amministrazione della Overseas Union Bank & Trust di Nassau. La Oubt situata nella capitale delle Bahamas, in un basso palazzotto della Bay Street, viene definita da Travaglio & c. come “la banca off-shore delle tangenti Fiat”.
Anzi, meglio, “più che una banca vera e propria, l’Overseas Union Bank & Trust è uno sportello aperto dalla Fiat nelle Bahamas, a disposizione dei vari manager bisognosi di fondi neri. Non solo, dunque, per custodire sul celebre conto gli interessi del tesoretto Sacisa, ma anche per elargire generosi prestiti alle diverse società sprovviste di fondi neri in proprio: prestiti senza garanzie nè cauzioni. E soprattutto, a babbo morto: senza obbligo di restituzione”…
Scritto da fabrizio spinella il 26 Ago 2009
Ma Travaglio che dice? nell’editoriale del 24 gennaio 2012 dice che rispondono a lettere e mail. Seh….! O si è dimenticato del “giornalista” in vacanza alle Bahamas ed a New York?
Parlare di Berlusconi è troppo facile. Vadano sul più difficile….
Scritto da Franco Loi il 24 Gen 2012