NON SOLO SOLDI. Chi si arricchisce e chi no…in attesa delle banche cinesi
11 Settembre 2008di Gianluigi De Marchi
A giudicare dall’indice S&P/Mib che raggruppa le 40 maggiori società italiane quotate in borsa non si può che essere sconfortati.
Ne esce infatti l’immagine precisa di un paese i cui colossi operano nel settore terziario o quaternario, lasciando solo interstizi alle aziende produttive vere e proprie.
Un paese in cui si lavora offrendo servizi ad altri, non invece coltivando, fabbricando, producendo qualcosa. Diamo un’occhiata all’indice e ne avremo subito la conferma.
La parte del leone la fanno le banche, istituzioni utili, ma che alla fine sembra giustifichino solo se stesse con operazioni di finanza pura (intermediazione, gestione del risparmio, costruzione di prodotti derivati, ecc.).
Sono ben otto gli istituti di credito in cima alle classifiche, e fra questi giganteggiano Unicredit, Intesa san Paolo, UBI, Banco Popolare italiano.
E’ ben rappresentato anche il settore dei servizi di vario tipo (distribuzione di energia elettrica, distribuzione di cibi in autostrada, telefonia, finanza, editoria, reti televisive, distribuzione di gas, e addirittura gestione di giochi e scommesse) con undici società. Anche in questo caso non si produce nulla…
Altro settore ampio e borsisticamente significativo è quello assicurativo con quattro società che svolgono un importante servizio a chi produce (la copertura dei rischi di vario tipo) ma non producendo nulla.
Restano 17 società (meno della metà hit parade della borsa), alcune delle quali rappresentano veramente l’Italia che produce (ENI, Fiat, Italcementi, Luxottica, Parmalat, STM).
Insomma, sembra proprio che gli italiani si siano stancati di lavorare fisicamente e si siano buttati ad intermediare denaro, assicurare, gestire reti telefoniche, elettriche o televisive.
Può anche darsi che sia giusto così, che la fatica debbano farla gli indiani o i cinesi (che infatti sommergono il mondo con i loro prodotti) e che noi dobbiamo specializzarci in settori a più elevato contenuto tecnologico o intellettuale.
Ma quando sbarcheranno le banche cinesi offrendo tassi più alti ai depositi e chiedendo interessi più bassi sui prestiti cosa faremo?




Un commento presente
Ohibò! noto con sorpresa che in quest’articolo non appare la parola “Travaglio”!
Scritto da scraccino il 11 Set 2008