NONSOLOSOLDI. Commissione massimo scoperto, dura a morire. Mentre arriva la “Dif”
9 Agosto 2008Il Blogiornale si arricchisce di un’altra prestigiosa firma, quella di Gianluigi De Marchi, vero esperto di questioni bancarie e finanziarie, nell’ambito di una nuova rubrica “Nonsolosoldi”. L’esordio è sulla Commissione di massimo scoperto, un balzello che può mettere in ginocchio risparmiatori e imprese.
di Gianluigi De Marchi
L’idra dalle sette teste che rinascono continuamente; l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri…
Sono tante le immagini che potrebbero essere usate per descrivere la lotta contro la commissione di massimo scoperto applicata dalle banche sui fidi utilizzati, che sembra si concluderà con una vittoria di Pirro, cioè con la semplice sostituzione della CMS (Commissione Massimo Scoperto) con un altro balzello.
La sensazione si ricava dalle dichiarazioni dei principali istituti di credito di questi giorni.
Intesa San Paolo, ad esempio, ha dichiarato che: “Dal primo di ottobre – con efficacia a partire dal primo gennaio 2009 – offriremo ai nostri clienti la possibilità di scegliere quale formula preferiscano per l’accesso al fido bancario; la proposta è rivolta sia ai nuovi clienti che a coloro che già intrattengono rapporti con noi e che potranno trasformare il contratto. Stiamo valutando la sostituzione della CMS con altre forme di remunerazione innovative assicurando un adeguato livello di trasparenza per i clienti.”
Unicredit, invece, è già avanti, e le scadenze sono immediate.
Dal 21 luglio sono infatti disponibili il nuovo “Genius Ricaricabile” per i privati e il nuovo “Conto Flat” per le imprese.
“Il sistema di prezzo alternativo a quello con la CMS” ha dichiarato Renato Martini, Responsabile Marketing Piccole Imprese – UniCredit Divisione Retail “è analogo a quello che vige oggi all’estero ed è molto più semplice e trasparente, oltre ad essere completamente precalcolabile. Ad esempio, su un fido di 100mila euro verrà pagata un’unica commissione percentuale fissa, al posto della CMS e delle diverse altre voci commissionali oggi presenti, che potrà aggirarsi indicativamente nello 0,3-0,5% in funzione del profilo del cliente. Parallelamente su tutti i contratti con CMS, per i clienti che decideranno di mantenere comunque il vecchio sistema, abbiamo deciso di eliminare progressivamente, a partire da fine anno, l’applicazione della CMS sugli “scoperti di valuta”, eliminando anche in questo caso uno degli aspetti più critici dell’attuale meccanismo di prezzo.
La nuova commissione omnicomprensiva sarà denominata DIF (Disponibilità Immediata Fondi). I vecchi clienti – privati o imprese che siano – potranno scegliere se mantenere la vecchia struttura di prezzo o optare per quella nuova.
Nel caso della nuova clientela Imprese verrà mantenuta la facoltà di scegliere tra il nuovo sistema con CMS (ma eliminando il caso degli scoperti di valuta) ed il vecchio. Per motivi di semplicità e minori esigenze di personalizzazione, invece, per i nuovi clienti Privati l’offerta con la nuova struttura senza CMS sarà l’unica modalità disponibile.”
La nuova DIF sarà una commissione unica calcolata in percentuale sull’importo del fido e ponderata sulla base dei giorni effettivi di affidamento e sarà percepita in via posticipata, in occasione della liquidazione trimestrale degli interessi. Da notare che la commissione sarà pagata indipendentemente dall’utilizzo: concesso il fido, per un trimestre l’azienda pagherà 0,3% o 0,5% sull’importo concesso, anche se, caso limite, non prelevasse neppure un centesimo. Una situazione che rischia di essere più onerosa della precedente, per la quale occorrerà farsi calcoli precisi in sede di scelta tra vecchio e nuovo sistema.
Insomma, abolita la commissione di massimo scoperto, se ne introduce un’altra; come dicono cinicamente i romani, “Morto un papa, se ne fa un altro…”.
Ma possibile che per ricuperare la CMS, sia indispensabile inventare una “commissione di concessione fido”, una “commissione per messa a disposizione del credito”, una “commissione per l’analisi del merito creditizio” o altre etichette simili a mascherare a realtà?
Facciamo noi una proposta, semplice e lapalissiana.
L’unico costo per il debitore sia il tasso d’interesse. Un costo commisurato all’entità dell’utilizzo ed alla sua durata, senza le distorsioni provocate da commissioni che, essendo “flat”, penalizzano comunque chi utilizza meno.
Punto e basta, senza balzelli, commissioni, rimborsi spese, ricuperi a vario titolo.
Il cliente dà un’occhiata al tasso, capisce immediatamente quanto gli costa, cerca alternative più convenienti.
Signori banchieri, pensateci, non è mai troppo tardi per ricuperare un rapporto di fiducia con la clientela.
Signor Ministro Tremonti, ci pensi, non è mai troppo tardi per intervenire a fare pulizia e chiarezza.
Grazie a nome di tutti…



