Naufragio all’Isola dei Famosi. Si salvi chi può!!!
16 Settembre 2008La recensione semiseria di Nicoletta Salata per dituttounblog.com
Ieri sera su Rai2 è andato in scena il debutto della sesta serie dell’Isola dei Famosi (e non). A puntata iniziata ho deciso di sintonizzarmi sul canale del naufragio per non sentirmi poi disinformata quando comunque, tra una bla bla e l’altro, qualche chiacchiericcio sull’argomento si fa.
Dai pochi (o troppi) frammenti visionati questa la personale impressione. Simona Ventura appare svelando la “botta” che aveva annunciato: capello arancione ormai più Pavone/Brambilla che Carrà, forse per distinguersi dall’imminente rentrée di quest’ultima. Bocca rossa cangiante alla Jessica Rabbit ma niente abito seduchic prosperoso di voluminose rotondità (notoriamente più fiction che reality). Per l’occasione è vestita dal re dell’eleganza Giorgio Armani con un luccicante smoking nero della collezione “Privé,” emana al solito grinta ed entusiasmo e lancia a squarciagola un nuovo motto.
Consumato il tempo di “guardatevi le spalle” (che tanto non serve a scansare gli assalti dei compagni traditori), “crederci sempre, arrendersi mai” (che tanto non basta perché alla fine decidono gli altri), ora declama sempre sbraitando “schiena dritta, testa alta, andiamo incontro al destino” (in cui travolti, invece al solito, in quel non sempre azzurro mare caraibico i naufraghi si sono gettati).
Seguono altre immagini, che osservo in maniera discontinua, e mi pongo alcune domande: 1) Perché ci costringono ad assistere alle inquadrature del “pacco” rosso del bidello/custode laureato nel frattempo in Storia dell’Arte che vanta la somiglianza con Enzo Paolo Turchi, dal quale però si dissocia per il problema di emorroidi che quest’ultimo ha accusato in piena fase di sopravvivenza all’isola (apprendo che poco prima anche Magnini ha esibito analoghi attributi destando numerosi oh oh oh tra il pubblico femminile presente in studio).
2) Perché imporci di vedere un Vladimir Luxuria (il/la quale era molto più definito/a, accettabile e condivisibile prima dei vari rifacimenti) munito di tette in un corpo da uomo e il cui sguardo e l’eloquio trovo comunque profondi anche se nell’isola scarseggia anche la strumentazione di bordo per cui il mancante ecoscandaglio non ci può dare l’esatto calcolo e si deve quindi procedere a stimarli a spanne.
3) Perché dovere ascoltare l’apparente ingenua confessione di Giucas Casella che ammette di aver ritardato il suo arrivo alla “selva oscura” perché strada facendo, preso da un improvviso mal di pancia, se l’è fatta addosso.
4) E riscontrare che un’ ammirevole giovane donna di 4 figli che fa il muratore e la volontaria però non sa nuotare (ma non gliel’hanno detto che questo reality almeno l’acqua tutt’intorno ce l’ha davvero?). E così, pur essendo stata ammessa per prima allo sbarco, si tuffa per ultima dalla zattera perché il salvagente non arriva mai (anche questo è un dettaglio molto reality).
5) Perché dover considerare, più di quanto ciascuno non faccia nei suoi momenti più intimisti, l’ineluttabile caducità e lo sfiorire delle cose, visualizzando primo piano e figura intera di Miki Gioia. Alla quale va la mia sentita ammirazione per il coraggio di mostrarsi nuda e cruda, ma che se non fosse ricorsa a lifting e quant’altro, avrebbe ora nel suo esibito appassimento (che prima o poi ci tocca a tutti) una maggiore naturalezza e perfino bellezza.
6) Perché dovere assistere anche a quello che sembra il precoce declino del giovane inviato campione di nuoto, Filippo Magnini, negato per gestire il collegamento (anche rispetto al più esperto suo predecessore dj/cantante Facchinetti alias Capitan Uncino che almeno in quanto tale di un’isola aveva sentito narrare), anche perché evidentemente da una sponda all’altra (Carabi-Italia) la traversata è troppo lunga.
Non ho visto altro. Mi è bastato.
Chiedo fervidamente agli dei, alle divinità, a chiunque governi il mondo da lassù (perché quaggiù ormai non c’è più nulla da fare e da sperare) che scaglino un fulmine su questo abominevole spettacolo, un anatema sulla sua già attiva maledizione, un incantesimo che interrompa questa orrenda favola.
E che la parola “isola” torni ad associarsi nel mio immaginario non solo al termine (sebbene illusorio e quindi consapevolmente impossibile da trovare) “felice” ma anche a “del tesoro”, a “Nim”, tutt’al più perfino a “che non c’è”.
Ecco, appunto! Se scomparisse dalla già penosa ed indecifrabile mappa geografica dei programmi tv non se ne accorgerebbe nessuno. Perfino Robinson Crusoe ed ogni altro disgraziato “castaway” si metterebbero in salvo se quest’isola invece che accoglierli, affondasse.
3 commenti presenti
Articolo citato da Liquida Magazine: http://magazine.liquida.it/2008/09/17/al-via-lisola-dei-famosi-6/
Brava Nicoletta!
Scritto da Sergio Fornasini il 17 Set 2008
io non la guardo, se vuoi ti spiego come si fa
Scritto da danilo il 22 Set 2008
se nn ti piace, evita di guardarlo 😉
Scritto da anna il 23 Set 2008