CULTUR@. Venezia, città proibita
3 Agosto 2008di Nicoletta Salata
La citazione, (titolo del film di Zang Ymou che nel 2007 completava così la sua trilogia “wuxia”, ora impegnato nella direzione delle non più segretissime – le immagini girano infatti su internet – prove per la cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Pechino), sembra ben descrivere la volontà di controllo su Venezia.
L’ultima notizia di questi giorni, che ci informa della multa di €130 imposta ad un gondoliere per non aver calzato scarpe nere ma bianche da ginnastica nell’esercizio della professione, è forse un’altra di una lunga serie di iniziative mirate a salvaguardare l’ordine della città?
Citiamone alcune.“Il Comune di Venezia regolamenta l’accesso dei bus turistici all’interno del proprio territorio istituendo la Zona a Traffico Limitato BUS (ZTL BUS) al fine di organizzare il traffico verso Venezia e la Città Storica. Dal 25 marzo 2002 i bus turistici che intendono accedere nella ZTL BUS devono munirsi di un lasciapassare oneroso (pass)”. (www.veniceztl.net)
Gli artt. 12, 23 e 28 del Regolamento di Polizia Urbana prevedono regole specifiche da rispettare in tutta la città ed in particolare nell’area di San Marco.
“È vietato: sdraiarsi sul suolo pubblico e comunque sedersi e sostare per consumare colazioni al sacco, abbandonare rifiuti, bagnarsi nei canali e nel Bacino di San Marco, circolare con biciclette o altri mezzi di trasporto, effettuare attività pericolose o moleste, spogliarsi in luogo pubblico, circolare a torso nudo o in abbigliamento balneare.È prevista una multa di 50 Euro per chi viola queste regole”.
“Venezia è invasa da false guide turistiche: è la denuncia delle associazioni di categoria al mensile ‘Il Gazzettino Illustrato’, che segnalano ogni giorno in laguna 200 abusivi. Un vero e proprio esercito di guide turistiche fasulle che da mesi invade Venezia millantando conoscenze storico-artistiche di fatto inesistenti, come dimostrano strafalcioni clamorosi del tipo Marco Polo, ovvero “il famoso navigatore croato”.
(23/02/08 – Virgilio)
“E’ entrata in vigore l’ordinanza del Comune di Venezia che vieta la vendita di granaglie in Piazza San Marco. Dopo cento anni di amorevole dispensa di cibo ai mille e più colombi della piazza, Venezia ha smesso di dar da mangiare ai volatili. Ma i venditori di grano protestano, i residenti sembrano schierati con loro e i turisti li hanno nutriti ugualmente”.
(02/05/08 – ANSA)
“Venezia chiude le porte ai venditori ambulanti. E come primo comune in Italia utilizzerà il decreto legge sulla sicurezza, per fronteggiare il fenomeno del commercio ambulante abusivo. Da lunedì prossimo, in base all’ordinanza firmata dal sindaco Massimo Cacciari, sarà infatti vietato in centro storico il trasporto senza giustificato motivo di mercanzia in grandi sacchi di plastica, borsoni o in altri analoghi contenitori”. (16/06/08 – Il Manifesto)
“Vietato mendicare a Venezia: oggi entra in vigore l’ordinanza sindacale attuativa della delibera sul divieto di accattonaggio. L’ordinanza vieta di fatto l’accattonaggio non in tutto il territorio comunale ma solo in alcune precise aree, in particolare lungo le principali direttrici di grande flusso del centro storico, del Lido e della Terraferma, su tutti i ponti, davanti a chiese, caserme, ospedali, banche, aeroporti, porti, stazioni, pontili ecc…”
Insomma, per quanto possa sembrare banale ed insignificante, potremmo dire che, dato che la città impone giustamente un rigido “galateo” ai turisti e non che la frequentano, anche i residenti dovrebbero dare il buon esempio, finanche si trattasse di attenersi a quanto scrupolosamente imposto dal “Regolamento comunale per il servizio pubblico di gondola” relativamente alla divisa da indossare.
1. I gondolieri devono vestire decorosamente, indossando i seguenti indumenti:
a) durante la stagione invernale: pantaloni lunghi, senza tasconi laterali, di colore blu scuro o nero e marinara di colore blu scuro o nero; è ammesso l’uso di berretta floscia nera, con o senza fiocco, o “cuculo” stesso colore; è ammesso inoltre, in caso di freddo intenso, l’uso di giubba nera o blu scuro come altresì è ammessa, in caso di pioggia, cerata in tinta;
b) durante la stagione estiva: pantaloni lunghi, senza tasconi laterali, di colore blu scuro o nero, camicia di tela alla marinara bianca, maglietta a righe orizzontali con righe rosse o blu di spessore da 2 a 2,5 cm. e cappello di paglia con fascia e bordatura in tinta con la maglietta
c) scarpe nere chiuse
2. Nel servizio a due remi i gondolieri devono vestire con la divisa eguale. Il servizio di cerimonia o di lusso deve essere effettuato in livrea (calzoni bianchi, fascia e fazzoletti di uguale colore)”.
Segnalo però anche che, a difesa del sovversivo gondoliere dalle scarpe bianche, consultando il regolamento ho trovato solo nel Consiglio Prov.le, delib. n°2007/00059 di verb. del 27.9.2007, esec.14.10.07 l’indicazione relativa all’uso di scarpe nere (come sopra riportato), mentre nel precedente Consiglio Prov.le, delib. n°2007/00047 di verb. del 19.7.2007, esec.12.8.07, sempre all’art.23 non si fa menzione alla calzatura dato che il punto “c” era assente.
Vuoi vedere che il poveretto solo un anno prima poteva ancora valutare tra mocassino, infradito o anfibio (vista la quantità d’acqua) quale fosse la scarpa a lui più adatta; libero insomma di scegliere, nel successivamente proibito campionario delle free shoes, la più calzante!
2 commenti presenti
brava Nic.
Meriteresti un quotidiano vero!
g
Scritto da Gabriele Mastellarini il 4 Ago 2008
solo gli stupidi pensano che il comune voglia seguire un certo decoro, vuole solo riempirsi le casse. ma mi chiedo: con tutti i soldi che rapina ai turisti e ai cittadini, com’è che è sempre in deficit e alla ricerca di multare tutto il multabile?
Scritto da giorgio il 10 Gen 2009