I blog e il confine tra critica e diffamazione
24 Luglio 2008di Tommaso Farina
L’ha capito anche lui. Persino Piero Ricca, l’intervistatore senza peli sulla lingua famoso per il grido di “Buffone” rivolto a Silvio Berlusconi, ha dovuto mettere un freno sul suo blog ai troppi individui che, protetti dall’anonimato, ne approfittano per abusare della libertà d’espressione sancita dalla Costituzione.
Quasi mai Ricca interviene nelle discussioni spesso aspre che i suoi post suscitano. Stavolta ha deciso di farlo. Leggete il perché:
Signori, vorrei chiarire un semplice concetto.
Non sono graditi commenti di sfogo, di insulto: gratuito o meno che sia. Siamo costretti a eliminarne parecchi. Sia chiaro: non voglio limitare la vostra libertà di espressione. Anzi ritengo che della vostra libertà di espressione abbiate il diritto e il dovere di fare il più ampio esercizio possibile. Ma c’è un problema: le belle persone che critichiamo si attaccano a tutto. Hanno la querela facile. Sono capaci di querelare per un commento. Poi magari finisce in nulla, ma intanto ti costringono a difenderti. Mi è già capitato. Ne leggo e ne cancello di tutti i colori. Si può anche tentare di non cadere nello squallore.
Quindi dite e scrivete pure tutto ciò che vi passa per la testa, insultate chi vi pare, sfogatevi senza limiti né calcoli di opportunità, ma SUL VOSTRO BLOG. O meglio ancora, se possibile: in strada, guardando in faccia il vostro interlocutore, con la carta di identità a portata di mano. Ha più senso, secondo me.
Comunque NON QUI, dietro un nomignolo, protetti dall’anonimato e dalla falsa idea che la rete sia uno sfogatorio di malumore. E che questo passatempo si chiami libertà di espressione.
Ricca, col suo linguaggio, ha centrato un punto. La libertà d’espressione esiste, ma comporta che chiunque ne faccia uso si prenda la responsabilità di quello che dice, e ne esamini le conseguenze.
Il Codice Penale, negli articoli 595 e 596, prevede il reato di diffamazione, anche a mezzo stampa. E questo si applica anche alle fonti virtuali.
Certo, sarebbe opportuno che una persona diffamata, prima di sporgere querela, chieda una rettifica. La cosa nei blog è ancora più facile: bastano un paio di clic, e le frasi diffamatorie si possono cancellare.
Però Ricca, giustamente, si secca un pochino di dover rispondere penalmente anche delle intemperanze pubblicate dai suoi commentatori, spesso lontane da qualsiasi parvenza di verità, continenza e pertinenza.
Ergo, Ricca (il cui pensiero e modus operandi normalmente sta sull’altra faccia della luna rispetto alle mie convinzioni politico-giornalistiche) ha ragione, e scrive una verità elementare ma troppo spesso ignorata: la libertà d’espressione non coincide con la libertà d’insulto.
12 commenti presenti
Ricca? Ricca chi? Piero Roicca? Quello che se ne andava in giro per l’Italia ad insultare Berlusconi?
Da che pulpito!
Scritto da Eugenio il 24 Lug 2008
“si può anche tentare di non cadere nello squallore…”; certo che detto da uno che sulle sue intemperanze verbali si è costruito la sua nicchia di notorietà (molto piccola, invero..) suona un pò stonato. basta vedersi i video con cui ha orgogliosamente alluvionato youtube. piuttosto monotoni; un costante e maniacale crescendo di insulti contrabbandato per intervista. il tormentone per eccellenza sgarbi. e servendo una simile cibaria ai suoi proseliti poi si stupisce che gli stessi non la rivomitino nel blog dove si sono pasciuti?!
resipiscenza, crescita morale? o solo caga per le querele…
Scritto da rob il 24 Lug 2008
“Quello che se ne andava in giro per l’Italia ad insultare Berlusconi?”
Signori miei, vero è che “buffone” è un insulto. Ma “buffone, fatti processare” non vuole dire prendere a male parole una persona. Dietro quella frase c’era una sacrosanta verità, il signor Berlusconi Silvio si ritiene al di sopra della legge.
Attaccarsi alla parola “buffone” vuole dire ignorare il contesto in cui la frase è stata pronunciata, e questo è grave. Mi fa pensare che qualcuno di voi pensa che Piero Ricca (che peraltro neanche mi sta simpatico) sia un delinquente e Silvio Berlusconi invece sia una brava persona. E che qualcuno possa pensare una cosa del genere (soprattutto la seconda parte) mi stupisce grandemente.
Scritto da Carlo Gambino il 24 Lug 2008
A Eugenio: quelli di Ricca a Silvio sono complimenti, gli insulti sono altra cosa…
Scritto da Francesco B. il 24 Lug 2008
Caro Gambino e lettori tutti,
la frase di Ricca era estremamente più articolata e testualmente diceva così:
“Buffone, fatti processare come tutti gli altri. Rispetta la legge, la magistratura, la Costituzione, la democrazia e la dignità degli italiani o farai la fine di Ceausescu o di Don Rodrigo”.
Pure quello del bavaglino se ne interessò (d’altronde si parlava del Premier) scrivendo in data 22 febbraio 2005 sulla sezione di Milano di “Repubblica” queste parole biografiche:
“Da qualche mese, s’ aggira per Milano un cittadino di serie B. Si chiama Piero Ricca, ha 33 anni, porta la barba, è un girotondino rompipalle ed è noto alle cronache per aver gridato due anni fa «buffone, fatti processare, rispetta la legge e la Costituzione» a Berlusconi che non si fa processare e non rispetta la legge né la Costituzione.
E tanto basta. Se lo dice lui.
La Cassazione, come sappiamo, annullò nel giugno 2006 la multa inflitta a Ricca giudicando tra l’altro irrilevante il fatto che la frase fosse stata rivolta a Berlusconi in un’aula di giustizia perchè:
“la circostanza che la censura sia stata esternata nei corridoi di un palazzo di giustizia, appare anzi particolarmente idoneo, come sede privilegiata, a suscitare riflessioni sul tema della legalità e del rispetto delle leggi”.
Ad un comune cittadino sfugge il motivo per il quale una frase di questo tipo debba suscitare le riflessioni specificate dalla Cassazione. Voleva essere un corso accelerato di storia rumena che magari oggi avrebbe potuto servirci? Un invito a rileggere “I Promessi Sposi”? Chi lo sa.
Insomma. Se ci avessero detto che Ricca voleva solo farsi pubblicità almeno ci avremmo creduto.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 25 Lug 2008
La prego Mastellarini. Corregga l’ausiliare al penultimo rigo.
E’ vergognoso.
Invece di “avrebbe potuto servirci” scriva “ci sarebbe potuto servire”.
Grazie infinite.
Scritto da DeanKeaton il 25 Lug 2008
Il toscano Montanelli avrebbe preferito “avrebbe potuto servire”. In questo caso, era nota la sua idiosincrasia per l’ausiliare essere. Questione di eufonia, secondo lui, se ben ricordo.
Scritto da Fabrizio il 25 Lug 2008
Caro Fabrizio,
Indro se l’avrebbe potuto permettere.
Io no.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 25 Lug 2008
Forse era meglio dire “se lo sarebbe potuto permettere”
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Lug 2008
Potere coniugato con avere… Potere coniugato con essere… Date atto che l’unico uomo che ha virtualmente legato il potere ad entrambi gli ausiliari, si chiama Silvio Berlusconi.
Comunque, le regole grammaticali e sintattiche, possono infrangerle solamente i poeti. Valga per tutti, compreso lo scrivente.
acuta questa
gm
Scritto da Fabrizio il 26 Lug 2008
Vede Sergio.
Lei è sicuramente un buon uomo, ma non riesco a capire se sono io ad essere criptico o lei ad avere poca elasticità mentale.
Immagino che non debba spiegare a Fabrizio l’uso volontario dell’ausiliare errato nel mio precedente commento.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 26 Lug 2008
vede Dean, essendo un tecnico e non un politico ho qualche difficoltà ad avere elasticità mentale, è come quando c’è da risolvere una equazione: se in uno stesso post di un blog ci sono commenti da parte della stessa persona che ha problemi con gli ausiliari, la variabile può divenire una costante. Grazie per il buon uomo, ho sempre considerato un “buon uomo” il mio bisnonno, morto a 95 anni senza aver mai rotto le scatole a nessuno, per me è un termine immeritato
Scritto da Sergio Fornasini il 27 Lug 2008