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La vedova allegra non troppo

25 Luglio 2008

di Nicoletta Salata

Il 3/07/08 l’ISTAT ha pubblicato i dati relativi alla popolazione residente in Italia, risultanti dalle registrazioni nelle anagrafi degli 8.101 comuni censiti al 31/12/2007.

Al 31/12/2007 la popolazione complessiva risulta pari a 59.619.290 unità, mentre alla stessa data del 2006 ammontava a 59.131.287 (un incremento pertanto di 488.003 unità).

Questa la tabella generale suddivisa per ripartizione geografica:

Ripartizioni geografiche

Popolazione al 31.12.2007

Variazione rispetto al 31.12.2006 Assoluta

%

 

Maschi

Femmine Maschi e Femmine

%

Di cui stranieri %

 

 

 

 

Nord-ovest

7.671.983

8.107.490

15.779.473

26,5

7,8

148.514

1,0

Nord-est

5.534.422

5.803.048

11.337.470

19,0

8,1

133.347

1,2

Centro

5.628.728

6.046.850

11.675.578

19,6

7,3

134.994

1,2

Sud

6.867.019

7.264.450

14.131.469

23,7

2,2

52.152

0,4

Isole

3.247.595

3.447.705

6.695.300

11,2

1,8

18.996

0,3

Italia

28.949.747

30.669.543

59.619.290

100,0

5,8

488.003

0,8

Interessante riferire altri dati rilevati da altrettante tabelle.

Nel corso del 2007 sono nati 563.933 bambini (3.923 nati in più rispetto all’anno precedente) e sono morte 570.801 persone (12.909 in più rispetto all’anno precedente) Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra i nati e i morti, è risultato negativo e pari a – 6.868 unità.

Il numero dei nati, che come già detto è in aumento rispetto all’anno precedente, registra il suo maggior incremento al Nord-Est (+ 1,8%); nel Nord-Ovest (+ 1,3%) e al Centro (+ 0,7%) mentre nelle regioni meridionali (+ 0,05%) e nelle isole (- 1,0%) si evidenzia una stagnazione se non un decremento.

Parallelamente all’aumento di stranieri che vivono in Italia, l’incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati ha fatto registrare un fortissimo incremento, passando dall’ 1,7% del 1995 all’ 11,3% del 2007.

È nelle regioni del Centro-Nord che si registrano valori percentuale superiori alla media nazionale. In questa ripartizione geografica i bambini nati da genitori stranieri rappresentano il 17%.

Il numero dei decessi è superiore a quello dell’anno precedente. Il tasso di mortalità (cioè il rapporto tra il numero di morti nell’anno e la popolazione media, moltiplicato per mille) è ovviamente più elevato nelle regioni a più forte invecchiamento: Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta presentano ad esempio tassi di mortalità superiori alla media nazionale.

A proposito di mortalità è interessante il dato che riferisce l’ISTAT sulle vedovanze, aggiornato al censimento 2006, quindi su un numero di unità pari a 59.131.287 di popolazione totale.

I vedovi rappresentano 704.313 unità (che in percentuale significa il 2,4% sul totale Maschi cioè 28.718.441) mentre le vedove sono 3.835.767 (ovvero il 12,6% sul totale Femmine cioè 30.412.846). Sul totale popolazione i vedovi rappresentano invece l’1,19%, mentre le vedove il 6,4%.

Fatta questa premessa arrivo al punto. Per quanto concerne la pensione ai superstiti l’INPS stabilisce che le donne vedove hanno diritto al 60% della pensione di reversibilità del marito defunto. E non mi sembra un granchè. La quale è soggetta a trattenute in presenza di un altro reddito.

Reddito Lordo Annuo

Trattenuta

% percepita applicando trattenuta

fino a17.281

nessuna

60%

oltre 17.281 fino a 23.042

25%

45%

oltre 23.042 fino a 28.802

40%

36%

oltre 28.802

50%

30%

È vero che ci sono delle variabili, per esempio in presenza di figli minori a carico o figli studenti universitari (non oltre però i 26 anni) la percentuale riconosciuta aumenta, ma resta il fatto che come tante altre, troppe norme del nostro sistema, anche questa sembra alquanto vessatoria.

Per una donna che resta sola in età avanzata, stiamo parlando di vedove di pensionati quindi si può facilmente desumerla, è sicuramente difficile sopravvivere alla mancanza del coniuge, ulteriormente complicato in presenza di disagio economico, e questo 60% insomma è poco più della metà.

E così la “Vedova allegra”, com’era prevedibile del resto considerata la delicatezza della questione, resta soltanto una battuta forse anche un po’ fuori luogo, ed una bella e “vivace assai” operetta di F.Lehar (compositore ungherese 1870-1948).

  1. 4 commenti presenti

  2. Si consoli, Nicoletta. Lei donna ha più probabilità di me uomo, di sopravvivere. Grazie per i dati statistici. Sarei curioso di conoscere la realtà delle classi di potere (politiche, intellettuali, economiche), per sapere se muoiono prima i maschi o le femmine, a parità di censo, e se di morte naturale o di malattia. Eugenio Scalfari è sopravvissuto alla moglie intelligentissima, Miriam Mafai al marito agitatissimo. Dio non fa tabelle per sesso.

    Scritto da Fabrizio il 26 Lug 2008

  3. Per Fabrizio: interessante l’approfondimento
    che mi suggerisce, vedrò di recuperare qualche dato.Grazie.
    Se, come lei fa notare, E.Scalfari è sopravvissuto alla consorte e M.Mafai al marito, il primo esempio che viene in mente a me sa qual è? Che Amedeo Modigliani nel 1920 morì a soli 36 anni e che la moglie Jeanne Hébuterne, di 22, il giorno dopo si suicidò, incinta e madre di una bambina di 14 mesi. (Chissà se nelle statistiche troverò l’amore come possibile causa di morte).

    Scritto da Nicoletta Salata il 26 Lug 2008

  4. D’amore si può morire. Anche di paura. Di coraggio, mai: la Morte approfitta anche della paura. Ma Nicoletta, pensi alle statistiche della Vita, forse è meglio per tutti.

    Scritto da Fabrizio il 26 Lug 2008

  5. Anche li ce ne sono alcune davvero avvilenti.
    Comunque i dati riportati nella tabella si riferiscono ai Vivi!

    Scritto da Nicoletta Salata il 28 Lug 2008

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