Garantismo e privacy
17 Gennaio 2009Merita di essere evidenziato il contributo di una nostra commentatrice. Il riferimento è all’articolo pubblicato in questo blog riguardante il disegno di legge del ministro Alfano sulle intercettazioni telefoniche (sf)
Qui si parla di garantismo, di privacy et similia. Ma da quando viene rispetta la privacy dei cittadini? Siamo spiati da telecamere ovunque, i nostri cellulari rilevano costantemente la nostra posizione, i ragazzi che lavorano inbound nei call center possono con un semplice click leggere sms e ascoltare telefonate altrui, etc, etc.
Non raccontiamoci favole, la privacy non esiste. Se poi si è personaggi pubblici ancora meno. È giusto sapere, è giusto conoscere. Si parla di questione morale, io voglio sapere se cotali personaggi siano all’altezza almeno della parola; si proibisce l’uso di droghe leggere e in parlamento la cocaina si trova più facilmente che da uno spacciatore professionista; si parla di famiglia, DICO e diritti civili e chi risiede nelle alte sfere gode di diritti che nega agli altri; si sbandierano i valori cristiani e poi si scopre che chi lo fa è divorziato, risposato, razzista etc.
Ma quale garantismo? Quale privacy?
Io sono per l’abolizione della legge sulla privacy (una buffonata inaudita, se riprendo un omicidio l’assassino può denunciarmi e anche vincere la causa viste le ultime sentenze), per la banca del DNA (tutti dal primo all’ultimo cittadino), per la banca delle impronte digitali (dal primo all’ultimo cittadino), per la libertà di intercettare da parte della magistratura, per la pubblicazione delle intercettazioni.
Mi intercettassero pure, non ho nulla da nascondere.
In nome della legge sulla privacy sono stati condannati giornalisti che riprendevano con la telecamera nascosta gentiluomini presi in flagranza di reato: i suddetti gentiluomini sono liberi ed impuniti, chi ha rivelato il reato è costretto a pagar fior fior di quattrini.
Il disegno di legge è palesemente una porcata, non sto a ripetere le motivazioni, cito solamente un episodio che ne dimostra l’illegalità.
La Francia è stata condannata per violazione della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo da parte della Corte Europea, causa l’aver condannato a una sanzione pecuniaria due giornalisti (Jérôme Dupuis e Jean-Marie Pontaut) che avevano pubblicato intercettazioni telefoniche illegali contenute in fascicoli istruttori (quindi perfino sottoposti a segreto e in violazione di tale segreto!!!).
La Corte Europea ha riconosciuto l’interesse pubblico di quelle intercettazioni, ha riconosciuto il diritto e il dovere dei due giornalisti alla pubblicazione (la violazione del segreto istruttorio va in secondo piano rispetto al dovere del giornalista di informare), ha riconosciuto il diritto del pubblico a ricevere informazione, ha riconosciuto la condanna dei due come “un’ingerenza spropositata del diritto alla libertà di espressione e di informazione” in contrasto con i valori di una società democratica. Se entrano in conflitto il diritto alla privacy e il diritto di informare e di essere informati, prevale il secondo.
Figurarsi quando sono coinvolti personaggi pubblici e politici! I limiti in questo caso sono più ampi. Devono essere più ampi. La stampa deve svolgere la sua funzione di controllo e chi ricopre compiti istituzionali o più semplicemente ottiene popolarità, si espone volontariamente a questo controllo e alla conseguente limitazione della propria privacy. “Ciò che conta è che i giornalisti agiscano in buona fede, fornendo dati esatti e informazioni precise e autentiche nel rispetto delle regole deontologiche della professione” (se un giornalista ha una notizia ha il dovere di pubblicarla, DOVERE!).
Questa sentenza è vincolante anche per l’Italia, quindi i giornalisti che verranno condannati potranno appellarsi ed essere assolti dalla Corte Europea.
Detto questo il bavaglio all’informazione passa in secondo piano rispetto alle indecenti limitazioni che questo disegno di legge (come i precedenti) impone al potere giudiziario. Una vera e propria ingerenza della politica. Ricordo che per la nostra Costituzione potere giudiziario, esecutivo e legislativo dovrebbero essere nettamente indipendenti.
Qual è il problema? Cosa si perde finendo all’interno di intercettazioni telefoniche se si è innocenti e se il proprio comportamento è lungi dal poter essere considerato amorale? Vi lascio con le parole di un ragazzo che in questa situazione ci si è ritrovato. Un ragazzo che partecipando ad un concorso aveva ottenuto il miglior risultato ed è stato scartato per far posto a dei raccomandati. Una bella mattina ha ricevuto la telefonata di un giornalista che lo informava di aver trovato il suo nome all’interno di alcune intercettazioni telefoniche.
“Quello è stato il primo e unico concorso a cui ho partecipato, e non volevo nemmeno andarci perché si sa che i concorsi li vincono i raccomandati. Non ho studiato nemmeno. Mi sono buttato: per titoli ero tra i primi. Due giorni dopo la prova scritta vado all’università e uno dei miei professori, che faceva parte di quella commissione e che io ho evitato durante tutto l’arco del compito, mi ha fatto i complimenti per non aver cercato una raccomandazione. Mi dice che il mio è stato il miglior compito e che l’orale sarebbe stato sicuramente una formalità. L’orale infatti va benissimo. Ma non sono stato più richiamato. Quel giorno vengo a sapere di essere rientrato in delle intercettazioni telefoniche : mi citavano come migliore della prova, ma mi sbeffeggiavano come un cretino perché tanto sarebbero passati altri. Nei giorni successivi vengo contattato dalla trasmissione ‘AnnoZero’. Non ci volevo andare. Sai quando ho deciso di partecipare? Quando uno dei professori con cui avevo collaborato fin dalla tesi, mi dice di non andare perché mi si sarebbero chiuse tutte le porte e uno dei vincitori di quel concorso mi ha chiesto cosa ci andavo a fare. Proprio per questo ci sono andato. Delle intercettazioni non me ne frega nulla. Sono assolutamente favorevole alle intercettazioni telefoniche e alla loro pubblicazione.
Non ho nulla da nascondere. Sai che mi frega se dico ‘amoruccio’ alla mia ragazza e poi mi pubblicano? Proprio nulla! Le intercettazioni servono per scoprire le magagne, se ci finisco dentro sto tranquillo, io sono a posto, vado avanti a testa alta. E sai una cosa? Ora lavoro dalla mattina alla sera e guadagno in due giorni quello che all’università mi hanno dato in sei mesi”.
pubblicato da Sunny – 17/01/2009 at 5:03:26
18 commenti presenti
La Corte Europea ha riconosciuto l’interesse pubblico di quelle intercettazioni, ha riconosciuto il diritto e il dovere dei due giornalisti alla pubblicazione (la violazione del segreto istruttorio va in secondo piano rispetto al dovere del giornalista di informare), ha riconosciuto il diritto del pubblico a ricevere informazione, ha riconosciuto la condanna dei due come “un’ingerenza spropositata del diritto alla libertà di espressione e di informazione” in contrasto con i valori di una società democratica. Se entrano in conflitto il diritto alla privacy e il diritto di informare e di essere informati, prevale il secondo.
————
Una domanda su questo punto: ma come si fa a stabilire oggettivamente se una cosa è “degna di interesse pubblico”?
Dove comincia e dove finisce l’interesse pubblico?
Come si fa a stabilirlo?
Scritto da Francesco B il 17 Gen 2009
Standing ovation. Esattamente come la penso io.
Scritto da Orlando il 17 Gen 2009
Riporto il commento che ho fatto prima.
Non condivido neanche mezza parola, e sono contento di pensarla in modo totalmente opposto, specialmente rispetto al tizio che citi sul finale.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009
Complimenti a Tommaso Farina, evidentemente è d’accordo con la proposta di legge che vorrebbe il carcere per i giornalisti, qualora dovessero pubblicare intercettazioni in futuro.
Ma è lo stesso che commentava così tempo fa o si tratta di un imitatore?
“Eh, invece io no. Inginocchiarlo sui ceci, obbligarlo a un atto di contrizione pubblica magari. Ma cella mai, mi spiace. In cella deve andarci chi fa altre cose. Io la penso così.”
http://dituttounblog.com/articoli/travaglio-solidarieta-da-tommaso-farina-figlio
Scritto da Ugo G. il 17 Gen 2009
Grazie per i complimenti, sempre graditi, ma là in ogni caso si parlava di diffamazione, fattispecie penale diversa.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009
Comunque il mio pensiero, come ho già scritto più e più volte, è che le intercettazioni non dovrebbero esistere.
No intercettazioni = no carcere per giornalisti, quindi.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009
@ Francesco
Fai una domanda da un milione di dollari. L’interesse pubblico è definito giuridicamente, ma rientra in uno di quei casi che è possibile definire ‘limite della legge’ perchè non ci sono veri e propri elementi di fissità: una cosa che poteva essere di interesse pubblico 20 anni fa ora potrebbe non esserlo più (se non erro si fa anche distinzione tra interessi pubblici concreti e interessi pubblici astratti). Ti lascio un link (http://www.difesadellinformazione.com/104/l-interesse-pubblico/) che comunque non esplica in pieno la problematica.
@ Tommaso Farina
Sono molto interessata a questo argomento e nonostante la mia idea sia chiara e netta mi piacerebbe sapere cosa ne pensa soprattutto chi non la condivide (in parte come credo sia il caso di Francesco B. o totalmente come hai manifestato).
Cosa vuol dire pensarla in “modo opposto”? Come si concilia questo “modo opposto” col garantismo di cui ti fai portatore?
Il ragazzo che cito merita rispetto. È una persona per bene, onesta, che non ha fatto del male a nessuno. É libero di esprimere i suoi punti di vista e trattarlo con tono dispregiativo (come mi è sembrato tu abbia fatto) mi sembra fuori luogo. Questo ci leggo. Se ho capito male sono pronta a scusarmi.
Scritto da Sunny il 17 Gen 2009
“chi ricopre compiti istituzionali o più semplicemente ottiene popolarità,”
Chi ricopre compiti istituzianali lo fa VOLONTARIAMENTE e sa che tutte le sue scelte politiche e quelle private che possono riversarsi sul politico sono e devono essere soggette a controllo da parte degli elettori (in poche parole, scegliendo la carriera politica si deve essere consapevoli che il diritto alla privacy è ridotto, proprio a causa della posizione di potere che si occupa). In poche parole la perdita parziale di privacy è un contro che compensa i pro della posizione occupata.
Chi ottiene popolarità, non sempre fa una scelta volontaria e soprattutto non ottiene un potere politico e di governo. Le sue libertà personali debbono essere tutelate come quelle degli altri cittadini
Le scelte sessuali, religiose e morali di una persona sono private finchè queste non vanno o contro la legge o inficiano le scelte a livello politico della carica istituzionale (nepotismi, scelte atte a favorire compagnie finanziatrici o amici). Quando si arriva a violazioni riguardanti le corna, i bisticci privati, le idee esposte privatamente su argomenti che non sono oggetto di scelte politiche, i giudizi personali e non politici, gli acquisti puliti fatti con soldi non provenienti da approvigionamenti illetici usati per l’acquisto di beni di lusso (quelli investiti in attività imprenditoriali potrebbero avere risvolti politici) allora le intercettazioni sono violazione della privacy anche per i personaggi istituzionali (si parla in quel caso di gogna mediatica, perchè queste cose non sono legate nè alla carriera, nè alle scelte politiche del candidato, ma solo alla tiratura di quotidiani)
Ricordo solo due punti della dichiarazione dei diritti umani:
Art.12 :”Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.”
Art.29:”Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.”
In poche parole la libertà ad avere una certa privacy è un diritto e la sua sospensione è valida SOLO nel caso in cui la mancanza di informazione possa ledere la libertà o i diritti altrui.
In Italia non abbiamo mezza misure nell’interpretazione delle leggi: o tutto o niente. I documenti casuali che possono portare alla risoluzione di un caso NON dovrebbero essere in contrasto con il diritto di privacy. E’ però vero che l’intercettazione selvaggia in attesa di un indizio di colpevolezza qualsiasi,cosa che sembra auspicata in quest’articolo, è una palese violazione dei diritti umani, perchè immotivata.
Le intercettazioni dovrebbero essere fatte solo in base a dubbi oggettivi e giustificati da altre prove circostanziali, altrimenti non si parla di indagine ma di spionaggio
Scritto da Uriele il 17 Gen 2009
Sunny, scusami ma la penso così, spero non sia un problema, non vedo che ci sia da scusarsi con me.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009
Ciao Uriele e ben trovato.
Guardando lo stato delle cose attuali siamo spiati più di quanto possiamo pensare di esserlo. La nostra privacy viene puntualmente violata. Spesso non ne veniamo a conoscenza e non ne abbiamo la consapevolezza. A che pro una legge sulla privacy che non ci tutela? Meglio sapere di non essere tutelati. Perché un manigoldo deve potersi appellare a questa legge e pretendere e ottenere in sede civile risarcimenti onerosi senza che poi vengano presi provvedimenti nei confronti dei reati che sta compiendo?
A cosa serve invocare una legge che limiti la pubblicazione di intercettazioni accampando come pretesto il rispetto della “privacy che non c’è”?
Ripeto: “Ciò che conta è che i giornalisti agiscano in buona fede, fornendo dati esatti e informazioni precise e autentiche nel rispetto delle regole deontologiche della professione”. Se le cose vengono riportate correttamente e nel rispetto delle regole deontologiche (e questo vuol dire tanto, bisognerebbe andargli a dare una letta a questa deontologia per capire quanto spesso venga buttata sotto i piedi) non c’è gogna mediatica. Il presupposto è questo.
Parli di intercettazione selvaggia. Io parlo della libertà di scelta da parte della magistratura di qualsiasi mezzo ritengano utile per la prosecuzione delle loro indagini. Le intercettazioni aiutano? Bene che le usino. È ben diverso dall’inneggiare all’intercettazione selvaggia.
Non viviamo in uno stato ideale, ma se ci vivessimo sicuramente non avremmo bisogno di alcuna legge sulla privacy. Sarebbe rispettata a prescindere.
Scritto da Sunny il 17 Gen 2009
@ Tommaso Farina
Stai confermando che disprezzi un ragazzo per il semplice fatto che la pensa in modo opposto al tuo?
Se sì nessuna scusa, nessun problema, prendo atto e tiro le somme (chiunque la pensi in modo opposto al tuo è degno di disprezzo). Nel caso in cui avessi capito male chiederei scusa per aver sbagliato traendo un giudizio affrettato. Tutto qui.
Scritto da Sunny il 17 Gen 2009
Concordo con te sulla prima parte: la privacy viene continuamente violata, anche e soprattutto quella del comune cittadino. Questo è sbagliato. La giustizia ha le armi dell’indagine a suo vantaggio e l’intercettazione, il controllo della corrispondenza, eccetera, dovrebbero essere solo l’ultima speranza e dovrebbe essere mirata e limitata nel tempo per verificare una tesi (una specie di prova del 9).
Esiste poi un altro tipo di intercettazione che è quella aziendale (il controllo delle mail dei dipendenti da altri dipendenti, una cosa molto in voga negli USA nelle grandi aziende) e il controllo per Stalking di coniugi o ex attraverso software commerciali. Anche in questo caso le pene, quando ci sono, sono molto leggere e dovrebbero esserci sanzioni penali molto pesanti.
Le leggi sulla privacy esisterebbero anche in uno stato ideale perchè esistono sempre cose che una persona non vuole far sapere di sè pur non essendo illegale, illecite o anche solo moralmente discutibili. Una persona che non infrange la legge ha diritto di decidere cosa far trapelare di sè all’esterno e cosa mantenere privato (potrebbero essere anche donazioni a un orfanotrofio cose ottime, ma che uno preferisce mantenere solo per sè o al massimo per i suoi cari). E anche se infrange la legge, tranne che per pericoli immediati per il resto della popolazione o la sicurezza nazionale ( i classici casi limite), la limitazione delle libertà dovrebbe essere consentita solo in caso di sicurezza del reato e mirata a trovare un qualcosa di specifico.
Le leggi nella realtà devono tutelare la maggior parte delle persone per evitare che innocenti vengano condannati o messi in una situazione in cui la loro dignità possa essere lesa. Una piccola parte di colpevoli beneficerà di queste leggi, qualunque esse siano, ma lo scopo di una legge è di tutelare i giusti prima che attaccare i colpevoli.
Per quanto riguarda la deontologia, citato un detto bolognese, essendo filosofia aperta “è come la pelle dei maroni: la tiri dove vuoi”. Per esempio prendi il giuramento di Ippocrate (testo moderno), esso recita:
“di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’ uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;[…]di astenermi dall’ “accanimento” diagnostico e terapeutico.”
Questo fa parte del codice deontologico dei medici, ma molti intendono anche uno stato vegetativo persistente come vita e il mantenimento delle funzioni corporee non è visto come accanimento terapeutico.
Insomma c’è bisogno di norme e leggi per supportare i codici deontologici che lasciano un’ampia libertà di interpretazione al singolo individuo che li applica (la classica morale flessibile)
In conclusione se devo scegliere fra penalizzare o sputtanare qualcuno che non ha infranto le norme di legge o punire un colpevole SOLO attraverso spionaggio, scelgo la prima opzione.
Nota: se una chiamata viene registrata come prova con la complicità di uno dei due interlocutori, le informazioni date durante la chiamata, per me, non sono violazione del privacy in quanto uno ha deciso di dare deliberatamente le informazioni all’interlocutore è l’altro le ha ritenute informazioni utili per la giustizia
Scritto da Uriele il 17 Gen 2009
Io non disprezzo nessuno, specie chi non conosco. Anzi, ho cercato dire esattamente il contrario, ossia che è normale non pensare allo stesso modo su tutto.
Scritto da Tommaso Farina il 17 Gen 2009
cos’è sta storia che i call center possono sentire le telefonate? O_o
Scritto da Tyler il 19 Gen 2009
oddio, a parte in una brutta puntata di Quo Vadis Baby, penso che i call center non possano ascoltare le chiamate che non fanno loro
Scritto da Uriele il 19 Gen 2009
@ Tommaso Farina
E allora mi scuso.
@ Tyler e Uriele
Chiedete a qualcuno che ad esempio lavora inbound in un call center Tim …
Basta un click.
Scritto da Sunny il 19 Gen 2009
Niente scuse, non mi sono offeso! 😉
Scritto da Tommaso Farina il 19 Gen 2009
Meglio così 🙂
Scritto da Sunny il 20 Gen 2009