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Se l’articolo 21 non vale per Minzolini

10 Novembre 2009

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Roma, 10 nov (Velino) – All’indomani del richiamo del presidente della Repubblica, ricordando lo “spartiacque” nella storia europea rappresentato dalla caduta del Muro di Berlino, a difendere sempre, anche in Italia, la libertà di espressione e i principi democratici, piovono critiche e insulti all’indirizzo del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, reo di aver espresso, durante il Tg delle 20 di ieri, nient’altro che la sua opinione su un tema di stringente attualità da ormai oltre quindici anni: il rapporto tra politica e giustizia. “L’abolizione dell’immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione, si è rotto un equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c’é da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforma del sistema giudiziario, sia sanato“. Questa la posizione assunta da Minzolini che ha scatenato, e promette di scatenare ancora oggi, violente polemiche. Al direttore si contesta non tanto e non solo il merito di ciò che ha detto, ma soprattutto il diritto all’editoriale. Un diritto che il direttore del Tg1 si era visto costretto a difendere in Commissione di Vigilanza Rai lo scorso 14 ottobre, dopo gli attacchi ricevuti per i suoi due precedenti video-editoriali. “Credo che sia mio diritto fare editoriali“, secondo “quell’articolo 21 della Costituzione per cui altri hanno manifestato dieci giorni fa“, rivendicava dinanzi ai commissari e al presidente, Sergio Zavoli, ricordando che il suo predecessore, Gianni Riotta, “ne fece 15 durante la sua conduzione, oltre ad altri indiretti quando esprimeva la sua opinione intervistato dal conduttore del Tg in studio“.

Nel suo video-editoriale di ieri sera, durante il Tg delle 20, Minzolini ha rievocato come si arrivò, nel 1993, sull’onda di Tangentopoli, all’abolizione dell’immunità parlamentare, “un atto di sottomissione” della politica alla magistratura gravido di conseguenze. Da allora infatti si sono visti gruppi parlamentari “affollati di magistrati“, partiti “fondati da magistrati” e magistrati, come Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, che si danno obiettivi “impropri“, come quello di “ribaltare il corso degli eventi” – parole pronunciate dallo stesso Ingroia ad una tavola rotonda a Napoli. Minzolini ha quindi ricordato che l’immunità esiste “in Germania, Inghilterra, Spagna“, e al Parlamento europeo, dove ne hanno “usufruito D’Alema e Di Pietro“, e che fu prevista all’articolo 68 della nostra Costituzione dai “padri costituenti“, non perché fossero dei “malandrini“, ma perché “quella norma era necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico“. Apriti cielo! Ieri sera la prima levata di scudi da parte degli esponenti del Pd e dell’Italia dei Valori, da Rosy Bindi a Vincenzo vita, da Giuseppe Giulietti a Fabrizio Morri. Oggi un attacco durissimo al direttore del Tg1 da parte di Curzio Maltese, in un editoriale su la Repubblica. Minzolini viene definito “marionetta televisiva“, incapace di opinioni che non siano quelle del “padrone” Berlusconi, “ventriloquo dell’augusto direttore“. Sembra che per certi giornali qualsiasi opinione che si discosti dalla loro non possa essere che frutto di servilismo, e non un semplice esercizio della libertà d’espressione. A la Repubblica fanno sapere di essere “stanchi di pagare lo stipendio” a Minzolini.

A tutela della libertà d’espressione nel nostro Paese evidentemente bastano gli stipendi di Santoro e Travaglio.

  1. Un commento presente

  2. Già, siamo in un regime mediatico….purtroppo ci sono troppi che si definiscono democratici impropriamente e non esitano a roteare la clava quando qualcuno osa esprimere una opinione differente dal conformismo mediatico nel quale siamo immersi.
    Certe volte penso che la nostra posizione ai piani bassi della classifica della libertà di stampa debba essere re-interpretata in senso diametralmente opposto.
    Viene da chiedersi se il regime mediatico sia berlusconiano o travagliesco…..un’idea ce l’ho, ma me la tengo per me, le accuse di fascismo o servo del padrone scatterebbero “democraticamente” dopo 3 nanosecondi.
    La domanda vera sarebbe: Per voi che cosa è la democrazia? Penso che ne sentiremmo delle belle

    Scritto da aronne piperno il 11 Nov 2009

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