Aridatece Villari
25 Febbraio 2009Alcune considerazioni su nomine ed avvicendamenti recenti nella travagliata Commissione di Vigilanza sulla Rai. Naturalmente non c’è traccia della notizia su Repubblica e Corriere online, hai visto mai. Ma nemmeno su Unità, Giornale, insomma la notizia non esiste. Ne ha parlato invece il nostro amico Wil nel suo blog (sf)
Cuffaro succede a D’Alia alla Vigilanza Rai di Fabio Capacchione per agoravox.it
Walter Veltroni come ultimo atto della sua eclissi, ha nominato il suo carissimo amico Giorgio Van Straten alla Vigilanza Rai. Per una strategia, che si traduce in: tagliamoci le palle per fare dispetto alla moglie; il secondo nome, pur di non concederlo all’Italia dei Valori, che lo aveva contestato più volte, ha deciso di lasciarlo alla UDC.
I senatori dell’Udc sono: Gianpiero D’Alia e i due Totò: Cuffaro e Cintola.
Poco dopo la nomina il senatore D’Alia viene sostituito da Salvatore Cuffaro, detto Vasa-Vasa, condannato in primo grado per per favoreggiamento semplice in seguito al processo denominato Talpe alla DDA. Le pene accessorie, sebbene in primo grado, sono la perpetua esclusione dai pubblici uffici. In quel processo si erano provate delle collusioni con noti personaggi continui se non organici alla mafia.
Tra questi il ras delle Cliniche Private siciliane, Ing. Michele Aiello, di cui si ha traccia fin dal giorno dell’arresto di Totò Riina (15/01/1993), trovandone un appunto nelle tasche che indicava il dottor Aiello, per questioni legate all’attività precedenti ovvero la costruzione di strade interpoderali.
Nello stesso processo si è provato che Cuffaro aveva rapporti con il boss Guttadauro, ex primario, e altri personaggi nell ambito medico mafioso di elevata caratura mafiosa e di indiscussa notorietà delle condanne.
Comprendo, che nel Parlamento Italiano sia difficile trovare politici con la fedina penale immacolata, mi chiedo invece se fosse il caso invece, oltre a far senatore un personaggio come Cuffaro, portarlo alla Vigilanza della TV pubblica. Uno sberleffo al popolo italiano.
Pasolini diceva: “Io so, ma non ho le prove” Io dico “Io so, e ho le prove eppure non servono a niente lo stesso.
1 Trackback(s)