La vera democrazia ha i suoi costi. Fra questi, Travaglio
25 Settembre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Su segnalazione del nostro commentatore Candidus si è sviluppato un piccolo off topic con Luigi, altro commentatore. L’oggetto del contendere merita maggiore attenzione, si tratta di un articolo pubblicato in cartaceo dal Giornale lo scorso 15 settembre, in una rubrica dal nome “La stanza di…” nella quale viene pubblicata una email di un lettore, tale Mario Tallarico. Nell’originale stampato, alla delirante email almeno segue una risposta del giornalista Mario Cervi (nella foto) che vorrebbe essere equilibrata, ma forse non gli è riuscita troppo bene.
Nell’edizione online invece viene pubblicata solo la lettera di Tallarico, che buttata lì senza una riga di commento da parte della redazione la dice lunga su alcune cose. La più significativa è come un quotidiano a tiratura nazionale possa pubblicare un tale delirio inneggiante addirittura alla eliminazione fisica dei propri avversari politici, arrivando ad evocare i metodi utilizzati da Putin nei confronti della Georgia ed alla repressione dei monaci tibetani da parte della Cina. Però il lettore, dopo aver affermato che sono gli unici sistemi validi per certa gente, dice che sono metodi che non approva. Passato il momentaneo eccesso di buonismo, eccolo sfornare una nuova frase: «Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi». Troppo buono e molto pratico: non scomodiamo l’esercito in azione repressiva verso questi farabutti, per ristabilire ordine e disciplina prendiamoli più semplicemente a bastonate. Nella sua ottica interviene anche la richiesta di leggi straordinarie, una norma che preveda «l’attentato morale al capo del governo», un chiaro esempio di spirito democratico, abbinato all’auspicio della chiusura d’autorità di un nuovo giornale che, per inciso, ancora non aveva iniziato nemmeno le pubblicazioni. Chiusura e censura preventiva, il sogno di ogni dittatura che si rispetti. Altro esempio di idee chiare, definisce Marco Travaglio «l’uomo più viscido della sinistra disfattista». Beh, chi glielo spiega che MT non è mai stato un uomo di sinistra?
La risposta di Cervi è tiepida, quasi da buon padre comprensivo che cerca di correggere, senza molta convinzione, il proprio scapestrato e focoso pargolo. Richiamo alle regole che si traduce così, secondo il giornalista: «So che l’insofferenza di molti militanti del centrodestra per gli aspetti deteriori della polemica politica ha raggiunto un livello di guardia. La tentazione di misure forti è grande […]». Insomma sembra quasi che le mani prudano un poco anche a lui.
La vera perla giornalistica deve ancora venire, eccola: «E poi le “bastonate” generano martiri. La sinistra è bravissima nell’atteggiarsi a perseguitata anche quando non lo è». Dai insomma, non hai capito che poi a manganellare qualcuno oppure ammazzandolo si generano martiri? Tutto ciò è controproducente. Guarda cosa è successo dal nostro amico Putin dopo che hanno assassinato Anna Politkovskaja, non vogliamo mica essere additati da tutto il mondo come quelli che appoggiano chi fa fuori quei rompicoglioni dei giornalisti.
Non so che tipo di persone leggano abitualmente il Giornale, non posso però credere che siano tutte come il tizio che ha mandato la mail. Pubblicare e dare spazio a questo tipo di incitamento alla violenza è significativo dell’aria che tira in quella redazione, dopo l’insediamento di Vittorio Feltri. Una testata che esiste per informare, e non per istigare gli animi, avrebbe dovuto semplicemente cestinare una lettera con quei toni e contenuti.
Di seguito pubblico il testo integrale della email e la risposta di Mario Cervi, in fondo al post trovate la versione in pdf dell’edizione cartacea. Il tutto da leggere prima dei pasti, potrebbe risultare vomitevole a stomaco pieno, buona lettura.
La lettera:
Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.
Mario Tallarico (email)
La risposta di Mario Cervi:
Caro Tallarico,
non si può dire che lei sia timido nelle sue opinioni, nelle sue proposte, nelle sue antipatie. Queste ultime condivise, diciamolo subito, da un imponente numero d’italiani. Marco Travaglio non le piace, e nemmeno le piace l’idea che presto vada in edicola un nuovo quotidiano di sinistra. Stando così le cose, lei propone il ricorso ai sistemi usati da Putin nei confronti della Georgia, e dalla Cina nei confronti dei monaci tibetani. Potrei dedicare a queste sue tesi un commento scherzoso, ma preferisco essere serio. So che l’insofferenza di molti militanti del centrodestra per gli aspetti deteriori della polemica politica ha raggiunto un livello di guardia. La tentazione di misure forti è grande (benché accompagnata dall’avvertimento contraddittorio e un po’ tartufesco che quelle misure «io non le approvo»). Allora si sollecita l’avvocato Ghedini a trovare un «reato plausibile» per colpire chi infanga il Cavaliere.
Capisco, caro Tallarico, le pulsioni emotive da cui deriva il suo ragionamento. Ma lo ritengo sbagliato. Le vere democrazie – l’Italia appartiene al loro ristretto club – si distinguono dalle quasi democrazie o dalle non democrazie proprio perché accettano le regole di un giuoco che può essere irritante e sfiancante. La libertà ha un costo molto alto. Tante volte, di fronte alle lungaggini procedurali e alle schermaglie parlamentari in cui si perdono provvedimenti urgenti, ci auguriamo in cuor nostro la mano forte d’un decisionista. In Italia si esagera, tutti d’accordo, nei cavilli delle leggi e dei regolamenti. Ma, ripensandoci a mente fredda, si arriva alla conclusione che l’esasperante lentocrazia italiana – abbinata al gossip imperversante – è sempre meglio, nel suo peggio, d’uno Stato di polizia e dei colpi di testa d’un dittatore.
Da giornalista, non approvo nessuna chiusura di giornale. Voci diverse – incluse le più ostili – sono utili alla dialettica delle idee. E poi le «bastonate» generano martiri. La sinistra è bravissima nell’atteggiarsi a perseguitata anche quando non lo è. Lo spostamento d’una trasmissione televisiva diventa, nell’ottica del vittimismo, un brutale diktat staliniano. Evitiamo di dare una mano agli specialisti di queste sceneggiate.
10 commenti presenti
Di tanto in tanto, sonnecchia anche il buon Omero.
Scritto da Fabrizio Spinella il 25 Set 2009
@SF
Grazie per aver pubblicato la risposta di Cervi, davvero poco “convincente” come hai sottolineato nel tuo commento e che concordo in pieno.
Mi sfugge il perchè un giornalista di lunga data ed esperienza come Mario Cervi abbia etichettato di sinistra un giornale come Il Fatto Q. e lo stesso M. Travaglio.
Scritto da Candidus il 26 Set 2009
Forse vi è sfuggita la polemica sulle minacce contro il professor Giorgio Israel, lasciante in rete dal commentatore di un blog. Minacce peraltro evocanti non solo la fine feroce riservata al professor Marco Biagi, ma anche chiaramente basate sul pregiudizio antisemita e su tutta una paccottiglia complottista che è espressa liberamente ovunque, senza che nessuno abbia niente da ridire, pare.
Del resto nessun paladino della tolleranza, dell’antiviolenza e dell’antirazzismo e dall’antitutto quello che vi pare, sembra essersi stracciato le vesti per le offese a Israel, a testimonianza che la violenza fa male solo se è rivolta contro la propria parte.
Naturalmente l’autore del commento è stato querelato e sarà presto identificato, per assumersi tutte le responsabilità delle sue azioni.
C’è incertezza giuridica circa le responsabilità del tenutario del blog, a conferma di una vacanza legislativa da colmare.
Scritto da asdrubale il 26 Set 2009
A proposito di Omero che sonnecchia di tanto in tanto…
Segnalo questa piccola “perla” nell’articolo di Giuseppe Tornatore (“Così ho scritto la mia Baarìa”) che apre l’inserto Tuttolibri de La Stampa del 26 settembre: «…un bambino che mentre corre a comprare un pacchetto di sigarette, comincia a lievitare in aria…». Non trattandosi di fermentazione di pasta, ma di una persona che si solleva dal suolo, era meglio scrivere “cominciava a levitare”, non “a lievitare in aria”.
Scritto da Fabrizio Spinella il 26 Set 2009
travaglio e cervi si odiano
Scritto da fornettini il 27 Set 2009
@ asdrubale:
per me le critiche al Giornale per aver pubblicato una lettera del genere si applicano anche al tenutario del blog che ha permesso la pubblicazione di minacce. Purtroppo la stupidità non è merce così rara al giorno d’oggi, basta guardarsi attorno
Scritto da Sergio Fornasini il 27 Set 2009
@ Spinella:
bizzarra l’idea di un bambino che “lievita” come un panzerotto 🙂
Scritto da Sergio Fornasini il 27 Set 2009
Ma per lievitare bene gli serve un Fornettino…
Scritto da stardust il 27 Set 2009
Visto che sono citato (grazie) vorrei specificare qualcosa:
– mi e’ spesso capitato di vedere solo la lettera e non la risposta nell’edizione online del Giornale. Sono portato a credere che si tratti di un bug o di un errore.
– la risposta di Cervi e’ si’ blanda, ma per i canoni di un Facci o anche di un Montanelli. Non ho mai sentito Cervi usare toni più che camomillosi, per come e’ il suo stile. Probabimente se lo investissero per strada la sua reazione più cruda sarebbe un buffetto sulla guancia. A mio avviso, la risposta al lettore è piuttosto aspra, per lui: “Potrei dedicare a queste sue tesi un commento scherzoso, ma preferisco essere serio.” (trad. Potrei prenderla per il cul*, ma preferisco essere serio) “So che l’insofferenza di molti militanti del centrodestra per gli aspetti deteriori della polemica politica ha raggiunto un livello di guardia.” (trad. si rischia un nuovo squadrismo) “Capisco, caro Tallarico, le pulsioni emotive da cui deriva il suo ragionamento. Ma lo ritengo sbagliato.” (trad.: anch’io odio Travaglio, ma non vado certo in giro col randello). Potrei essere troppo benevolo, ma sono anni che mi leggo gli articoli di Cervi e non mi sento di sbagliare.
– Si opina che una lettera del genere non andava neanche pubblicata. Invece secondo me Cervi sceglie apposta lettere di questo tono perche’ e’ un suo modo di punzecchiare Feltri. E’ come se dicesse “questo e’ il tipo di lettori che il Giornale ormai attira, e io me ne tiro fuori”. Non voleva restare dopo il cambio di direzione. In un suo fondo poco dopo l’insediamento Feltri lo ringrazia pubblicamente di essere rimasto. Nella sua recente biografia, Cervi tratta Feltri come il peggiore dei suoi direttori (ovviamente con toni molto melliflui) e chi conosce la sua storia, leggendo le sue risposte se ne accorge spesso.
– Feltri puo’ essere antipatico e scorretto, ma alza le tirature. Questo bisogna riconoscerglielo.
Grazie dell’ospitalita’ e buona giornata
Luigi
Scritto da Luigi il 28 Set 2009