Marlane di Praia a Mare, disastro ambientale e sociale
22 Gennaio 2010Se non erro, il processo breve potrebbe spazzare via anche il procedimento della Procura di Paola. Le ipotesi di reato sono : omicidio e lesioni colpose, disastro ambientale e realizzazione di discarica abusiva. Rimarrebbe in piedi solo quella per rimozione od omissione dolosa di cautela contro gli infortuni sul lavoro. La Procura ipotizza che i morti potrebbero essere stati più di ottanta, perché la stampa nazionale non segue questa brutta storia come sarebbe doveroso? Sul Fatto c’è un accenno ai morti di Praia in un articolo di Oliviero Beha ad ottobre, sempre dello stesso periodo è l’ultimo articolo comparso su Repubblica. Sul Corriere non ho trovato nulla, fine della ricerca per sopravvenuto sconforto. Noi ne abbiamo parlato solo una volta il 5 ottobre, ma questo è un semplice blog personale, non un organo di informazione! Ho trovato una pubblicazione recente da proporvi, ovviamente non proviene dai media tradizionali (sf)
dal forum ambientalista del tirreno
Nel giro di qualche mese, dopo almeno due decenni di silenzio, la Calabria si risveglia col risalto dato dalla stampa nazionale e locale ai casi di avvelenamento dell’intero territorio, alla ricerca di una verità ampiamente conosciuta e da due decenni segnalata da pochi.
L’ultima manifestazione pubblica da noi organizzata a Praia a Mare lo scorso ottobre, sulla cosiddetta “fabbrica dei veleni”, ha visto partecipare un folto gruppo di popolazione, pur se poco coinvolti apparivano allora i cittadini di Praia e dell’hinterland. Adesso i tempi sono maturi perché l’allarme sia diventato un fatto socialmente rilevante; la preoccupazione e l’attenzione viene ridestata in questi ultimi giorni da stampa nazionale e locale, riproponendo la storia di quella fabbrica e del suo territorio, così come l’hanno vissuta i suoi protagonisti di allora e dei giorni nostri.
Sì, perché le conseguenze dell’inquinamento prodotto da quella fabbrica, ormai dismessa da molti anni, continuano a preoccupare e a far ammalare persone e terre, oggi come allora.
Per noi è stato possibile toccare con mano la diffidenza, per non parlare di vera e propria resistenza, da parte degli amministratori locali nel riconoscere l’enormità e la gravità della situazione: ancora oggi alcuni di essi sperano che i fatti siano smentiti, altri cavalcano le emozioni del momento e si trasformano dai carnefici di allora alle vittime di oggi, generando confusione e paradossi. Per fortuna i paradossi sono solo sulla carta, perché i fatti sono stati già accertati dalla chiusura delle indagini preliminari. Siamo ormai nella fase in cui le parti in causa attendono gli ultimi adempimenti burocratici prima della fissazione dell’udienza preliminare presso il GIP.
A fianco degli operai in lotta per il riconoscimento del loro diritto alla salute e al risarcimento del danno biologico subito, il Forum si appresta a partecipare a pieno titolo al procedimento giudiziario per difendere le ragioni del territorio. Lo Stato garantisce alle associazioni ambientaliste senza scopo di lucro di farsi promotrici degli interessi di terre e acque, di difendere il diritto delle future generazioni alla salute e ad un ambiente sano.
L’Amministrazione locale di Praia a Mare ha inserito il terreno della Marlane tra i siti del futuro PSC sul quale programmare una destinazione d’uso. Noi proponiamo che a fianco della via giudiziaria, contemporaneamente l’amministrazione pubblica faccia scelte politiche che favoriscano prima di tutto la rapida e totale bonifica del territorio, sotto il controllo attento da parte di cittadini e associazioni.
In attesa che sia fissata l’udienza preliminare, la nostra Associazione rinnova, ai Comuni di Praia a Mare e Tortora, la richiesta di prendere le seguenti misure:
- ·I Consigli Comunali decidano di costituirsi parte civile nel processo, sia per il disastro ambientale sia per i danni alla salute dei cittadini.
- ·I Consigli Comunali, vista l’impossibilità di provvedere con risorse proprie alla bonifica dei luoghi, chiedano con forza che la Regione e lo Stato provvedano con immediatezza alla bonifica in attesa che il prevedibile lungo processo stabilisca le colpe eventuali.
- ·Il Consiglio Comunale di Praia nel nuovo PSC indichi per l’esproprio l’area della fabbrica e il terreno contaminato circostante, al fine di farne luogo da affidare come sede ad associazioni e comitati di cittadini, perché diventi culla di un’economia verde, al servizio di tutte quante le realtà del nostro sud che operano in modo onesto e pulito, nel rispetto dell’ambiente.
Mauro Di Marco -Gemma De Rosa – Antonio Grosso Ciponte Forum Ambientalista del Tirreno 15.01.2010