Processo di appello a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: parla Antonino Giuffré, ex capo mandamento di Caccamo
9 Settembre 2009Forse a fine ottobre la sentenza di appello. Nel 2004 in primo grado il senatore Marcello Dell’utri è stato condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle motivazioni della sentenza viene riportato: « Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale. » (da wikipedia)
Sul precedente processo segnalo un articolo da narcomafie.it, con il link al testo integrale della sentenza (sf)
Bernardo Provenzano, un uomo affidabile e delle facce pulite. In 10 anni passa tutto. Quarta parte delle dichiarazioni di Giuffré (*).
Giuffré: Si parlava, come avevo detto, di esponenti delle aziende di Berlusconi, che si stavano, se ricordo bene, per essere chiamati, sempre ripeto, se ricordo bene, si parlava di persone della Fininvest che si stavano interessando per creare questo nuovo movimento politico e in modo particolare un esponente di spicco di queste, che si interessava in questo periodo, era il… il signor Dell’Utri…
Pm Ingroia: Si riferisce a Marcello Dell’Utri?
Giuffré: Perfetto.
Pm Ingroia: Senta, ma lei ha detto: persone che si interessavano per la costituzione di questo movimento politico. La domanda che le pongo: erano persone che si interessavano soltanto alla costituzione di questo movimento politico? In che misura, insomma, Cosa nostra era interessata rispetto a questo movimento politico che si costituiva? Non so se la mia domanda è chiara.
Giuffré: Chiarissima. A Cosa nostra interessava che il vertice di questo movimento assumesse delle responsabilità ben precise per fare fronte a quei problemi, come enunciato in precedenza, e poi, successivamente, l’andare a mettere degli uomini puliti all’interno di questo movimento che facessero, in modo particolare, gli interessi di Cosa nostra in Sicilia, mi sono spiegato? […]
Pm Ingroia: E in particolare riguardo a Marcello Dell’Utri, cosa lei ha appreso, su questo, sempre su questo tema, comunque in generale?
Giuffré: Ho appreso che essendo questi una persona molto vicina a Cosa nostra e nello stesso tempo un ottimo referente per Berlusconi, era stato reputato come una delle persone affidabili. […]
Pm Ingroia: Dopo avere acquisito le garanzie, vi fu un’ulteriore attività da parte dell’organizzazione mafiosa?
Giuffré: Nel momento in cui… eravamo sicuri di non fare salti nel buio e di avere avuto delle sicurezza, sicurezze che in questo momento avremmo trovato un appoggio sicuro, […] si è passao ad un altro momento, cioè di cercare di… incoraggiare uomini politici come ho detto, cioè nuovi uomini politici […], cercare di farli candidare.
Pm Ingroia: Farli candidare in quali liste?
Giuffré: sempre, signor Procuratore, nelle liste di Forza Italia.
Pm Ingroia: senta, lei ricorda se, Provenzano, ebbe modo mai di fare previsioni in ordine ai tempi entro i quali l’organizzazione mafiosa Cosa nostra, avrebbe potuto, eh… fruire di vantaggi, benefici, per effetto di questi… nuovi contatti acquisiti in sede politica?
Giuffré: Le previsioni erano di dieci anni, entro dieci anni si sistemava tutto. Queste sono testuali parole.
(*) Antonino Giuffré è uno dei più importanti pentiti di Cosa Nostra di sempre. Ha collaborato in moltissimi processi ed indagini, anche in quelli sulle stragi, data la sua posizione di vertice in quanto capo mandamento di Caccamo e quindi componente della “cupola”. I giudici del Tribunale di Palermo, nella sentenza Dell’Utri di primo grado, scrivono che la sua attendibilità <<deve ritenersi fuori discussione>> in quanto <<il quadro d’insieme delineato dal Giuffré sul tema della politica è stato pienamente riscontrato dalle altre acquisizioni dibattimentali>>.
3 commenti presenti
Marcello Dell’utri, in due parole un “brav’uomo”.
Scritto da emanuele il 10 Set 2009