25 Aprile 2009. Che liberazione!
28 Aprile 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Finalmente un discorso del premier che mira più ad unire che a dividere, a fare della festa della Liberazione una ricorrenza nella quale tutti si possono riconoscere. Onore al merito, è stata proprio una festa. La vera essenza della liberazione del nostro paese risiede nel contributo che tanti hanno dato, di diversi colori politici ma uniti da un nemico comune: l’occupante nazista. Come a fare da contraltare alla distensione e limpidezza praticata dal presidente del Consiglio, in questa ricorrenza che cade in un momento di così grande difficoltà non sono giunte notizie di eccessi, di bandiere bruciate a margine dei cortei. Viva la festa della democrazia, e che lo sia per tutti. Godiamoci questo momento di unità nazionale allora, ed auguriamoci che sia lungo.
Certo però che non si capisce bene il perché Franceschini, dopo aver invitato Berlusconi a partecipare alla festa, non lo abbia atteso per unirsi alle celebrazioni. Temeva forse di leggittimarlo? Ma a farlo c’è già il consenso che riscuote, cribbio. Certamente non avrebbe offuscato la scena al Silvio neo partigiano con fazzoletto tricolore al collo, partita persa in partenza. Forse però avrebbe potuto dire: eccolo qua, l’ho chiamato e lui è venuto perché sollecitato. Invece niente, scena libera per la primadonna politica indiscussa. Forse meglio non peggiorare la situazione.
E Silvio che non solo vince sulle scene ma rilancia: il DDL sui repubblichini di Salò? Non ne sapevo nulla, va ritirato. Dai Silvio, comincia a fumare la pipa che quasi ci siamo. Talmente bravo ad orchestrare le scene ed ineccepibile nelle parole pronunciate che nessuno, dico nessuno, ha potuto recriminargli in maniera incisiva che dopo ben 15 anni che calca la scena politica questa è solo la prima volta che partecipa alla ricorrenza.
Bel discorso, assolutamente equilibrato e condivisibile. Già dimenticati i La Russa ringhiosi et similia verso i “rossi” partigiani sanguinari. Ha fatto bene il premier a ricordare che siamo qui perché altri, di tutte le componenti, hanno combattuto e sono morti per degli ideali comuni. Niente battute ed esternazioni inopportune a margine, i campeggiatori abruzzesi questa volta sono stati lasciati in pace a soffrire.
Ripeto: bel discorso, complimenti a chi lo ha scritto.
P.S.: lettori del blog, a me veramente cari: scusate la mia incostanza ed intempestività nello scrivere, ma sono da solo a mandare avanti la baracca in questi giorni (a parte il moderatore che non vi ho ancora presentato) quindi non vi aspettate grandi cose, devo pure lavorare per campare. Ed in questo periodo di lavori da portare avanti ne ho parecchi. Scusate il messaggio personale, messo lì tanto per spiegare il perché degli aggionamenti saltuari. Cercasi sempre e comunque collaboratori volenterosi, a cui piace scrivere e disinteressati alla pecunia, grazie.