ATTENTI AGLI ETF, POSSONO ESSERE A RISCHIO!
26 Maggio 2011di Gianluigi De Marchi
La perfida attività di chi è abituato a manipolare i mercati finanziari per ottenere maggiori profitti per sé, anche a scapito degli investitori, sta mettendo a rischio lo strumento che negli ultimi anni dimostrava di poter essere una forma interessante: gli ETF. Ricordiamo che si tratta di fondi comuni un po’ particolari, che non sono gestiti nel vero senso del termine, perché replicano integralmente un indice, seguendone le sorti senza sorprese per l’acquirente: se l’indice di riferimento è la Borsa italiana e questa sale, il valore dell’ETF Italia cresce, mentre se l’indice scende, il valore cala. Elementare e trasparente, senza le sorprese provocate da gestori incapaci o sfortunati. Altra importante caratteristica quella di essere quotati in borsa, consentendo così a tutti di poterli acquistare o vendere immediatamente ad una quotazione certa, senza le incertezze legate alla sottoscrizione o al riscatto dei fondi tradizionali che avvengono con molti giorni di ritardo rispetto al momento della firma in acquisto o in vendita. Dulcis in fundo, gli ETF costano pochissimo rispetto ai fondi “gestiti”, quindi tendenzialmente hanno performance migliori, poiché i loro risultati non sono “limati” da spese eccessive.
Ma gli “stregoni del denaro” hanno messo gli occhi sugli ETF e ne hanno trasformato la natura, rendendoli rischiosi. Come? Manipolando il loro modo di operare. Quello “naturale” è comprare titoli nella stessa misura in cui compongono l’indice: rischio teorico massimo solo nel caso in cui tutti i titoli si azzerino (fatto assolutamente impossibile). Quello “artificiale” che si è diffuso notevolmente (tanto che oggi in Italia circa il 70% degli ETF ha cambiato pelle) è comprare un indice da un intermediario: rischio massimo perdere tutto per insolvenza del venditore dell’indice (anche se la borsa di riferimento sale!), caso non solo teorico ma purtroppo pratico (basti pensare che uno degli operatori più attivi era Lehman…).
Consiglio per i lettori: continuate ad orientarvi sugli ETF più che sui fondi, ma facendo bene attenzione al loro regolamento. Se è previsto l’utilizzo di strumenti derivati e di contratti dai nomi strani come “swap based” statene alla larga. Preferite ETF che prevedono l’operatività basata esclusivamente sull’acquisto di titoli “veri”, non di “aria fritta”…
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