DECRETO SVILUPPO (si fa per dire): SI ALZA LA SOGLIA DEL TASSO DI USURA: DEBITORI A RISCHIO, LE BANCHE GODONO
27 Maggio 2011di Gianluigi De Marchi
Ci mancava anche che l’usura fosse più praticabile che in passato, in un momento in cui le difficoltà finanziarie per chi svolge un’attività produttiva sono già difficili. Eppure, proprio questo è avvenuto, per colpa di un decreto varato dal consiglio dei ministri che alza in misura sensibile i “tassi soglia”, consentendo così di trasformare quello che fino ad allora era considerato strozzinaggio in finanziamento legale.
Vediamo nei dettagli cosa è successo, sperando che l’indignazione che sta montando serva a far cambiare le cose.
La legge che ha introdotto il reato di usura nel 1998 stabiliva che fosse considerata usura, in via automatica, ogni operazione che precedesse tassi d’interesse superiori alla cosiddetta “soglia massima”. Questa era pari al valore medio dei tassi praticati dalle banche per gruppo di operazioni omogenee (scoperto di conto, anticipi fatture, cessione del quinto dello stipendio, eccetera) maggiorato del 50%. In pratica, con il costo medio di un’operazione di prestito personale pari oggi al 10%, tutti i finanziamento a costo superiore al 15% (10% più la metà) sono usurari e quindi penalmente perseguibili.
La nuova norma prevede invece che la soglia si determina sulla base dei tassi medi aumentati di un quarto, ma al quale si aggiungono ancora 4 punti percentuali, con un limite massimo che non può essere superiore ad 8 punti complessivi rispetto al tasso medio.
La nuova formulazione penalizza i debitori ed agevola le banche in un periodo come quello attuale caratterizzato da tassi relativamente bassi. Riprendendo l’esempio precedente, la nuova soglia non sarà più del 15%, ma sarà calcolata come segue: tasso medio 10% più un quarto = 12,5%, più ancora 4 punti fissi = 16,5%. E voilà, con un colpo di bacchetta magica, chi pagava il 16% poteva denunciare il creditore per usura, oggi non potrà più farlo e dovrà star zitto e pagare. Un aggravio del 10% circa!
La situazione è ben peggiore per i mutui per i quali oggi i tassi base sono ben più bassi (intorno al 4,7%). Con la vecchia normativa il “tasso soglia” era pari al 7%, oggi schizza impunemente al 9,85%, con un aggravio del 40%, alla faccia dell’aiuto alle famiglie…
Insomma, strozzini si fregano le mani soddisfatti, ma anche le banche non possono certo lamentarsi, perché possono tranquillamente aumentare i costi senza correre rischi.
Consigli per i lettori: a parte l’indignazione, prima di firmare un contratto di mutuo o una richiesta di fido, negoziate con attenzione le condizioni, ed informatevi sui tassi medi vigenti in modo da avere un’idea di come la media nazionale si sta evolvendo, ed evitare di essere collocati nella fascia più alta.
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