Analisi del voto: …Silvio, perdi? ma “quanto” perdi?… Il tracollo del Pd e della Lega
1 Giugno 2011Una ben condita analisi del recente voto – by Tafanus (sf)
La Demos di Ilvo Diamanti ha fatto sui dati del Ministero degli Interni un’analisi dei flussi di voto nei grandi comuni oltre 15.000 abitanti andati alle amministrative. Grafici chiari, risultati inequivoci. Ringrazio Riccardo che me li ha segnalati. Da questi grafici si capisce chiaramente come l’invincibile armata del centro-destra stia affondando. Con quale inarrestabile velocità.
Va bene, i confronti si fanno su entità omogenee. Amministrative su amministrative. Ma se si vuole vedere l’accelerazione della slavina, non è inutile un confronto anche con gli avvenimenti politici più recenti: le regionali dell’anno scorso. Il tracollo diventa ancora più tragico qualora si considerino separatamente, come ha fatto Diamanti, i dati della roccaforte del centro-destra berluscon-leghista: il Nord-Italia. Come ha fatto osservare qualcuno, a Nord di Roma oggi non c’è UN SOLO CAPOLUOGO DI REGIONE amministrato dal centro-destra.
I grafici raccontano anche fatti (separati dalle pugnette) sul tracollo (predicato da alcuni per anni come vangelo) di alcuni partiti di centro-sinistra, e sulla forza inarrestabile (prediucata da altri) di alcuni partiti con qualche eccesso di colorazioni populiste. Cerchiamo di rimettere insieme le tessere del mosaico:
Come è cambiato il quadro dei comuni in Italia
- I comuni amministrati dal CSX passano da 73 a 83, con un incremento del 14%
- I comuni amministrati dal CDX passano da 55 a 38, con un calo del 31%
- Il 26% dei comuni di CSX passa al CDX; il 60% deoi comuni di CDX passa al CSX
- Tasso di fedeltà: il 67% dei comuni di CSX resta al CSX; al CDX resta il 35% dei comuni, mentre un 65% emigra
Come è cambiato il quadro dei comuni nel Nord
- Il CSX aumenta il numero dei comuni amministrati del 71%
- Il CDX diminuisce del 64% (perde due comuni su tre)
- Il 24% dei comuni passa dal CSX al CDX, mentre il 77% dei comuni passa dal CDX al CSX
- Nel “Profondo Nord”, il CDX amministra 8 dei 40 comuni nei quali si è votato (uno su cinque)
Il voto di lista al Nord, in ottica “politiche”
- Nei grandi comuni del Nord nei quali si è votato, il PD è al 27%, il PdL è al 22,5%
- L’IdV di Di Pietro, Scilipoti e De Gregorio, e l’UdC del maitre-à-penser Pierferdi, piombano sotto la soglia di sbarramento del 4%
- Il Movimento Grillino è al 4,3%. Percentuale che dimezzerà appena avrà il coraggio di dire se sta a sinistra o a destra. In quel preciso momento, perderà metà dell’elettorato potenziale
Il voto di lista al Nord, confrontato anche con le regionali del 2010
Ma poichè il 2006 è lontano anni-luce, e invece il piano inclinato del centro destra si è abbassato di colpo a partire da puttanopoli e dalla rottura con Fini, bene ha fatto Diamanti a confrontare i voti di lista con quelli, più recenti, delle ultime regionali (in gran parte 2010):
- Il PdL nel suo nord tiene abbastanza bene fra il 2006 e il 2010, perdendo il 3% dell’elettorato. Nell’ultimo anno, il crollo: perde in un anno il 27% del proprio elettorato
- La Lega triplica, cavalcando razzismo, paura, clientelismo alla romana, fra il 2006 e il 2010. Poi in un anno perde il 31% dell’elettorato (ascoltare Radio Padania, please…). Peggio del PdL. Chissà se la Lega capirà che l’abbraccio col nano è diventato mortale!
- Infine il PD. Quello che “adesso arrivano i rottamatori e vi fanno vedere loro…” Recupera il 27% che aveva nel 2006 (anno della vittoria alle politiche); cresce del 6% in un anno, nonostante l’a-carismatico Bersani; diventa il primo partito nella sua area tradizionale di debolezza (il Nord); dove si è votato, prende il 20% di voti più della “macchina da guerra (alquanto arruginita) del PdL
- La “compensazione” della Lega sulle perdite del PdL non c’è stata. C’è stata un’accellerazione. La sommatoria di PdL + Lega fra 2010 e 2011 è questa: 46,3% nel 2010, 33,4% nel 2011. Meno 13 punti in un anno. Preparate le monetine, ed accendete le telecamere. Prima della finanziaria, fra PdL e Lega voleranno gli stracci.
Qui è successo qualcosa di molto più “epocale” di quanto non si dica. Si è innescata non una discesa, ma un tracollo. Populisti di vario genere rivendicano vittorie dei loro partiti che non ci sono state. A Milano ha vinto Pisapia, che appartiene a SEL, ma ha vinto col 28% di voti del PD, col 4,5% di voti di SEL, e con molti altri voti di centristi, grillini, e forse anche di leghisti. Quindi Vendola si dia una calmata. Il discorso urlato, demagogico, da Annibale a Cartagine, con contorno di non richiesta dichiarazione d’amore verso i rom, è esattamente ciò che non avrebbe dovuto fare. Ma Nichi è fatto così… se periodicamente non piscia fuori dal vaso, non si sente realizzato. Nichi, ma cosa dichi…
Stesso discorso per Napoli. De Magistris ha vinto coi voti di tutti. In particolare, a Napoli nel voto di lista il PD ha avuto il doppio dei voti dell’IdV che esprimeva il candidato sindaco, e il quadruplo dei voti di SEL. I militanti del PD (e non solo) hanno votato per De Magistris in massa e lealmente. Oppure De Magistris pensa DAVVERO che a Napoli si vinca col 64% dei voti, solo col sostegno dei militanti di SEL e IdV??? Il PD Lo ha sostenuto senza chiedere apparentamenti formali (e quindi assessorati e poltrone). La suddivisione, fatta da De Magistris nei ringraziamenti, fra fratelli (SEL, IdV) e fratellastri (PD ed altri) è stata un’altra pisciatina fuori dal vaso.
Due brutte pisciatine, afferrate al volo dalla destra, che ha subito trasformato le vittorie di Milano e Napoli in sconfitte del centro-sinistra, poichè ottenute da “candidati non espressi dal PD“. Fine dell’idiozia. Vendola e De Magistris non hanno tirato fuori un fiato. La verità è che in 28 grandi comuni sui 35 nei quali il centro-sinistra ha vinto, il candidato sindaco era espressione del PD.Non avrei voluto dirlo, ma mi ci hanno costretto. La destra ha “sorvolato” (e questo è comprensibile). Ma al “sorvolo” si sono associati Vendola e De Magistris, e questo è molto meno normale.
E’ un brutto inizio, da dimenticare alla svelta. Altrimenti, in men che non si dica, butteremo nel cesso questa grande, epocale vittoria. Scusate se ho buttato qualche secchiata d’acqua fredda sul vostro entusiasmo (che è anche il mio), ma alle vittorie deve far seguito la stabilizzazione dei rapporti, non la caccia alle decorazioni ed all’accaparramento dei meriti, altrimenti qualcuno potrebbe tirar fuori i voti di lista città per città. Tanto per ristabilire i rapporti di forza. Quindi cerchiamo di darci tutti una calmata. Non abbiamo vinto solo a Milano e Napoli. Abbiamo vinto in 81 fra città e grandi comuni.
Infine, un requiem per i ggiovanilisti alla Mario Adinolfi (quelli che se hai quarant’anni e un’ora ti devi far da parte…) Come la mettiamo con Pisapia? e con De Luca? quanti degli 81 vincitori hanno più di quarant’anni? Quanti voti ha preso il bimbominchia grillino di Milano, sostenuto da Adinolfi?
Un requiem per tutti i populisti italiani. Qual’è il contributo dato a questa vittoria dal Popolo Viola, così capace di scendere in piazzette sempre più vuote per “fischiettare” Napolitano, così assenti e inutili quando si tratta di fare politica a sostegno di qualcuno o di qualcosa?
Un requiem, infine, per i defunti “rottamatori”. Un giro sul loro [fantastico sito ufficiale], che doveva essere il motore del futuro della sinistra, è un viaggio nel vuoto spinto. Non c’è NULLA. E’ morto, e non lo sa.
Cari rottamatori, populisti, demagoghi, qualunquisti di ogni genere e specie… Niente in contrario se adesso proviamo a ritornare alla politica?
Tafanus (iltafano.typepad.com)
Un commento presente
E’ evidente a tutti che il voto della camorra e della mafia si è spostato a sinistra.
Scritto da batavian republic il 6 Giu 2011