Niente di nuovo sul fronte padano
20 Giugno 2011I media avevano caricato così tanto l’attesa per il raduno padano di Pontida che quasi ci si poteva aspettare qualche novità. Invece niente di nuovo, le solite cose, i soliti slogan. Con qualche avvertimento a chi doveva intendere.
Le aspettative non erano state alimentate dai soliti giornalisti “stronzi“, come il Senatur li ha elegantemente definiti, bensì dalle dichiarazioni dei leaders leghisti all’approssimarsi dell’evento. A cominciare dallo stesso Bossi, alla vigilia era tornato sulla richiesta perentoria dei quattro ministeri da trasferire al nord. Ottimo combustibile per alimentare la propaganda, salvo considerare che si tratta sempre della stessa questione già definita con un nulla di fatto, tanto che Bossi stesso durante il suo discorso ha fatto notare come sulla questione “Berlusconi si è cagato sotto“. Altra perla di eleganza. Senza considerare che per fare una cosa del genere è necessaria una modifica costituzionale (tanto per cambiare), e la maggioranza dove pensa di trovarla una maggioranza qualificata dei due terzi per farla passare? Già regge l’anima con i denti, disperatamente attaccata ai voti di fiducia di Scilipoti & C. Infine mi domandavo: ma davvero al popolo padano interessa avere ministeri dislocati in Brianza? A giudicare dalla reazione non particolarmente entusiastica della platea di Pontida non si direbbe. Un’altra rifrittura della stessa aria è quella delle missioni militari all’estero, anche questa in passato trattata e definita all’interno della maggioranza. Sulla scadenza della missione in Libia sembrava quasi si dovesse sfiorare la crisi di governo, è andata a finire in una pantomima tale da far pensare ai nostri alleati della NATO che siamo un popolo decisamente bizzarro nelle espressioni istituzionali.
Il Ministro Maroni ha fatto la sua parte nel contribuire alle attese della vigilia, dichiarando in conferenza stampa che Berlusconi avrebbe dovuto tener conto di quanto sarebbe arrivato da Pontida. Bene, allora credo proprio serva un interprete per riuscire a decrittare l’oscuro linguaggio padano.
Calderoli era arrivato a dire: o riforma fiscale o governo a casa. Insomma gli ingredienti c’erano tutti ad alimentare aspettative clamorose, invece è uscita la solita minestra riscaldata.
Ma qualcosa l’Umberto lo doveva regalare alla platea padana, fino a strappare gli applausi. A dire la verità l’entusiasmo è cresciuto parecchio quando ha dichiarato: “può darsi che alla premiership di Berlusconi la Lega dica stop“, aggiungendo un evidente gesto del tipo vai a casa. Salvo aggiungere che loro non si prenderanno la responsabilità di farlo cadere.
La stampa vicina al centrodestra sembra non del tutto certa di quanto ha rappresentato il discorso di Bossi. Il Tempo titola a tutta pagina: “Bossi tramonta a Pontida“, Il Giornale invece è molto più amichevole: “Bossi non tradisce“. Chiude la mini-rassegna Libero con “La Lega tiene duro“, ponendo l’accento su “Tremonti allo spiedo“.
Passata la festa (padana) oggi si torna a parlare di politica concreta, ci sarebbe almeno da sperare. Leggendo i vari quotidiani online non si direbbe proprio.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
Un commento presente
Mi permetto una correzione: la costituzione (annesse relative – ma insussistenti – almeno in questo caso, modifiche) non c’entra in alcun modo con la dislocazione logistica di un ministero. Basta informarsi.
Scritto da il Pelle il 21 Giu 2011