POLIZZE IRLANDESI? ALLA LARGA!
15 Novembre 2011di Gianluigi De Marchi
Un lettore, colpito dai precedenti articoli sull’Irlanda, ci ha segnalato il suo caso, che evidenzia un altro campo in cui le banche italiane usano quel paese per moltiplicare i loro utili a scapito dei clienti.
Il signor Alberto nel 2000 fu spinto dal San Paolo a stipulare una polizza assicurativa per un importo consistente (oltre un miliardo di lire). Era un imprenditore, non certo digiuno di finanza, ma voleva mettere il suo capitale personale al sicuro, perché quello investito nell’azienda era, per sua natura, a rischio. E così gli fu suggerita una polizza assicurativa (cosa c’è di meglio di un’assicurazione per avere sicurezza?) dalla denominazione accattivante: “INVESTIMENTI PROTETTI”. Però quella polizza era una polizza “finta” perché del tipo “unit link”: non c’era nessuna garanzia di riottenere lo stesso capitale versato (perché l’investimento era effettuato in fondi azionari ad alto rischio), e non c’era certezza del consolidamento del risultato come abitualmente avviene con le polizze “tradizionali” (grazie al quale ogni anno il capitale può solo aumentare – magari di poco -, ma non può mai scendere!). E per di più la compagnia “assicuratrice” era irlandese.
Morale: dopo un paio di mesi in cui il valore era salito (si era alla fine del boom delle borse, terminato bruscamente a marzo 2000), il capitale iniziò a sgretolarsi, perdendo, nel giro di soli due anni, il 50% di quanto versato. Inutili le proteste o le richieste di chiarimenti: la banca italiana si trincerava dietro il fatto che non gestiva lei il capitale, la compagnia irlandese rispondeva con enorme ritardo ai reclami e si nascondeva dietro “le clausole contrattuali” che a suo dire rispettava in pieno. Quando chiuse la posizione si trovò con una perdita di oltre 300.000 euro che nessuno, ovviamente, vuole rimborsargli.
Consiglio per i lettori: se per caso negli scorsi anni avete firmato una polizza con una banca o una compagnia di assicurazione, qualunque essa sia, rileggetevi bene il contratto per scoprire se per caso avete anche voi una “po0lizza finta” che non vi assicura nulla; e guardate chi gestisce il vostro denaro, se è italiano o irlandese o magari di qualche paese “esotico” ancora più rischioso…
Informatevi subito sulla possibilità di chiudere l’operazione, con quali costi e con quale importo; e se vi dicono che state perdendo ed è meglio aspettare, non fidatevi, correte da un esperto indipendente e fategli esaminare tutte le carte, può essere che l’operazione sia contestabile e che possiate, come il signor Alberto, avviare una causa per ricuperare i vostri soldi con ottime probabilità di successo.