Cosentino: un caso di coscienza per Bossi
12 Gennaio 2012Giusto per mettere le cose al loro posto. Sarebbe opportuno spiegare a Umberto Bossi che il quesito posto oggi su Nicola Cosentino aveva come oggetto se il parlamentare, coordinatore del PdL campano, fosse o no sottoposto a persecuzione da parte della magistratura. Per il fine giurista lombardo, diplomato alla scuola Radio Elettra, si trattava probabilmente di un pronunciamento sulla colpevolezza o meno da parte della Camera, visto il suo improvviso appellarsi ad un voto secondo coscienza. La motivazione nella frase: «nelle carte non c’è nulla». Ma le avrà davvero lette queste carte? Eppure sono facili da trovare in rete, ecco uno dei link.
Come accade solitamente, fra i giornalisti il pretesto al quale si appella un politico non ha fatto scattare la minima pulsione verso una corretta informazione ai propri lettori. Si sono semplicemente limitati a riportare la dichiarazione del senatur, punto e basta. Ovvero come autorizzare chiunque, purché politico di rilievo, a sparare le sue belle cazzate senza alcun filtro, alcuna critica, nessun richiamo alla realtà dei fatti. Complimenti.
Per tornare al fatto specifico, come ormai ampiamente diffuso dalle news l’autorizzazione all’arresto di Cosentino è stata negata. Per la seconda volta in pochi mesi. Un paio di giorni sono stati sufficienti a Berlusconi per convincere Bossi a ripensarci, potenza della persuasione!
Ora il senatur dovrà spiegarne le ragioni alla sua base, vedremo se i leghisti saranno appagati dalle stesse parole che vanno bene per la stampa.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
4 commenti presenti
E’ tutto stravolto. E questo mi preoccupa. Non siamo più difesi da nulla se le leggi vengono violate impunemente. Lasciare alla libera coscienza di ognuno l’accertamento di un fatto (cioè: si trattava di persecuzione politica o di reati’) è di per sè un autogoal. Almeno avrebbe dovuto essere tale, una confessione di colpevolezza, non per avere commesso “quei fatti” ma per “assolverli” così, sulla base di umori uterini. Ma si può? E invece … Signori, non si tratta di libertà di coscienza, si sarebbe dovuto agire sulla base dell’analisi dei fatti! Non voglio essere nè a favore nè contro Cosentino. Sono contro lo stavolgimento delle regole e contro il fatto che la gente non scenda in piazza, incazzatissima!
Scritto da Riccardo il 12 Gen 2012
Scusate se torno in argomento. Dopo qualche ora sono più lucido. E non mi voglio pronunciare “politicamente” su un partito che “in commissione predica bene e in parlamento razzola male”. Il fatto da accertare era 1) “si tratta di persecuzione politica o no?” e non 2) “ha commesso o meno i reati per i quali è indagato?”. Sono due cose diverse. L’assenza della persecuzione politica era stata accertata dalla commissione parlamentare per le autorizzazioni a procedere che aveva studuato le carte. Ora, non mi venite a dire che anche le centinaia di parlamentari che hanno votato per non autorizzare l’arresto hanno studiato le carte! Ed allora non resta che concludere che questi parlamentari hanno abusato di una facoltà/diritto/dovere loro attribuita dalla legge, hanno stravolto il modo legittimo di esercitare il ruolo loro affidato dalla legge, così come lo ha stravolto chi ha detto loro di “agire secondo coscienza”. Tutti costoro si sono arbitrariamente trasformati da “valutatori dell’esistenza di una finalità persecutoria politica” in “giudici sui reati ascritti”. Mi chiedo: ma costoro sono “legibus soluti”? Cioè sono al di sopra delle leggi? Se come taluno afferma, la funzione di governo dovrebbe controllare maggiormente la magistratura, in questa occasione dovrebbe essere la magistratura a controllare maggiormente i parlamentari (nominati dai partiti, non eletti dal popolo) circa comportamenti non legislativi ma gestionali. Forse dovremmo imparare dal poker, nel qual gioco la scala massima vince la media che vince la minima che vince la massima, ma almeno tutti devono avere un ragionevole e cosciente dubbio sulla intangibilità della propria posizione.
Insomma, abbiamo parlamentari non eletti da noi ma nominati dai partiti; una (ex) maggioranza relativa che diventa assoluta grazie ad un “premio”, premio concesso a “quella” maggioranza relativa ma che viene mantenuto anche quando “quella” diventa “altra”; parlamentari che confondono lo spread con il deficit con il debito con il rating; parlamentari che rilasciano 12 leggi in un anno; parlamentari che in un altro paese europeo si sarebbero dimessi di gran carriera, senza aspettare altro … mah, diceva quell’uno, tirem inanz … E non ditemi che la mia è antipolitica, per favore. L’Italia è anche mia, e quindi in casa mia ho il diritto-dovere di esprimermi.
Scritto da Riccardo il 13 Gen 2012
Condivido pienamente il commento di Riccardo. Anzi ne farei un post…
Scritto da Sergio Fornasini il 13 Gen 2012
Autorizzato!
Scritto da Riccardo il 13 Gen 2012