Banche: forti utili di breve periodo divorati da fortissime perdite a medio termine. Quasi scomparso il credito a famiglie e imprese
26 Gennaio 2012Detto altrimenti: chi dobbiamo ringraziare?
Le banche avrebbero dovuto investire nell’economia vera il denaro raccolto presso i risparmiatori. Invece hanno investito nella finanza speculativa. In altre parole; le banche hanno “giocato al casinò”. Cioè, hanno acquistato titoli pubblici e titolo derivati (vedi il mio post del 4 gennaio) che davano ottimi rendimenti nel breve periodo ma rischiosissimi a medio termine. Nel fare questi investimenti si sono ben guardate dall’applicare le severe norme di cautela alle quali si attengono quando prestano denaro alle imprese “vere”. Dicevano che lo facevano per venire incontro alle esigenze degli Stati. In parte sarà stato anche vero, ma non si è trattato di far guarire il malato, quanto piuttosto di dargli un antidolorifico momentaneo e di speculare sulla sua malattia. Ma poi, come era prevedibile, il malato si è aggravato e le banche con lui. Ed ecco che il malato stesso, costretto a pagare comunque il proprio medico, emette altri titoli di debito pubblico ed altra carta moneta e la spirale diventa micidiale. Dal casinò al casino! Chi dobbiamo ringraziare per tutto ciò? Sicuramente anche i supermanager di banche e delle agenzie di rating. Ora le cose stanno cambiando. Infatti, per far vedere che hanno capito, le banche (cioè quelle stesse persone) stanno limando i loro stipendi o licenziando questi (ir)responsabili con decine di milioni di euro di buonuscita. Dice … sapete, si tratta di diritti acquisiti … Nel frattempo hanno appeso un cartello alla porta. “Non si fa credito a famiglie e imprese”
Su La Stampa, “Primo piano”, 15 gennaio 2012 pag. 16 si riporta che Giuseppe Mussari, Presidente dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha invitato per lettera le banche aderenti a moderare le retribuzioni dei top manager “in una logica di equa distribuzione e di sostenibilità complessiva delle misure imposte dalla congiuntura”…. invocando “sistemi di remunerazione equilibrati, in linea con le strategie e gli obiettivi di medio e lungo periodo e strettamente collegati con i risultati aziendali, con particolare riguardo al personale più rilevante ed ai c.c. risk takers” (assuntori di rischi, n.d.r.), …indirizzando le politiche retributive verso la moderazione … Riterrei opportuno le predette figure apicali partecipassero allo sforzo con il 4% della loro retribuzione fissa”.
L’Adige del 21 gennaio 2012, pagina 8 riporta che gli azionisti forti di una primaria banca italiana stanno per sottoporre a verifica il top management di livello immediatamente inferiore all’ Amministratore Delegato, rispetto alle loro scelte gestionali e risultati positivi e negativi maggiormente rilevanti. E’ già qualcosa. Infatti si parla di verificare i risultati di medio e lungo periodo, non più solo quelli a breve. Infatti anche recentemente quella stessa banca ha “premiato” un suo top manager con una buona uscita da capogiro per risultati realizzati nel breve periodo, senza considerare che, dopo un anno dalla sua uscita, i risultati a medio termine avrebbero potuto essere, come poi sono stati, catastrofici.
2 commenti presenti
Paradossalmente, ma non troppo, pare che gli organismi internazionali recentemente abbiano iniziato ad invitare le banche italiane ad investire nei nostri titoli pubblici. Ma allora, direte voi? Cosa ci hai raccontato?
Eh no, amici … se ora, come pare, la tendenza del nostro debito pubblico non è più a crescere bensì è a diminuire (grazie a Monti e a Napolitano) allora è ben opportuno che le banche sottoscrivano i titoli del debito pubblico, magari “accettando” tassi di interesse minori. In tal modo, retituiscono in parte ciò che hanno ricevuto (con i prestiti a tasso buono e gli aumenti di capitale) e poi da un lato aiutano la finanza pubblica a far fronte agli impegni in scadenza e a “spendere meno” per interessi, dall’altro, “guadagnando” meno in questo settore da interessi più bassi, sono “costrette” ad investire in un maggior numero di imprese, cioè sono “costrette” a far credito all’economia reale.
Scritto da Riccardo il 26 Gen 2012
ottime considerazioni, per fortuna sembra proprio che non sia solo io a predicare moderazione per i cosiddetti “supermanager” (che spesso sono solo travet) delle banche ed invocare l’utilizzo nell’economia reale dei soldi raccolti dalle banche che, riocordiamolo, sono ISTITUTI DI CREDITO, non gestori di casinò!!!!
Scritto da gianluigi de marchi il 13 Feb 2012