CONTO COOP: FARSI BENE I CONTI…
26 Aprile 2012di Gianluigi De Marchi
Sono ben 1,5 milioni gli italiani che hanno in essere un conto presso la Coop; e la cifra depositata è di tutto rispetto perché ammonta a ben 15,7 miliardi di euro. Un importo che rappresenta quasi il 3% del totale dei libretti di risparmio in banca ed il 5% dei depositi presso la Posta.
Diamo un’occhiata alle caratteristiche di questi depositi per capirne la natura, dato che non sempre c’è chiarezza.
Chiariamo anzitutto che non si tratta di veri e propri libretti di risparmio (modalità riservata alle sole banche, che sono le uniche a poter raccogliere denaro fra il pubblico), ma di una forma di “prestito sociale” (infatti solo in soci possono utilizzarlo). Insomma, un finanziamento vero e proprio: in pratica è esattamente come comprare un’obbligazione di una società privata.
Ovviamente non esiste alcuna garanzia sui depositi (a differenza dei conti correnti e dei libretti bancari, garantiti dal sistema fino a 100.000 euro).
Le operazioni di versamento e di prelievo possono essere fatte esclusivamente presso il punto vendita della Coop di cui si è clienti. Il prelievo massimo giornaliero è di 250 euro, per altre cifre si ricorre all’assegno non trasferibile, ma solo su “ordinazione” preventiva (quindi dovete sapere prima quanto denaro vi servirà).
Il rendimento è abbastanza basso, poiché si tratta di un impiego “a vista” (il titolare ha diritto di prelevare il saldo in ogni momento): a seconda della cooperativa, si può ottenere da un minimo dello 0,75% ad un massimo del 2,5%. Sugli interessi pagati grava la trattenuta fiscale del 20% che riduce il tasso allo 0,60-2% netto. Il confronto con un conto corrente è positivo (ma attenzione al fatto della garanzia!), con un BOT o un libretto postale è nettamente perdente (fra l’altro i titoli di Stato pagano un’imposta ridotta al 12,5% sugli interessi).
Consigli finali per i lettori: si può considerare il libretto Coop come riserva di denaro per fare la spesa e come forma di limitato investimento del risparmio da affiancare (non da sostituire) ai tradizionali investimenti in titoli di Stato od obbligazioni societarie quotate in Borsa.
Niente di più, e valutare con attenzione il rischio sostanziale del deposito.