I CRACK PROSSIMI VENTURI: L’INDIA E LA CINA?
21 Agosto 2012di Gianluigi De Marchi
Tutta la stampa nazionale dà ampio risalto ai problemi dell’Italia, allo spread, al rapporto debito/PIL e sembra che tutti godano nell’autoflagellazione, attendendo con impazienza il nostro crack finanziario. Atteggiamento meschino, sembra che molti godano nell’attesa di potere urlare con gioia: “Io l’avevo detto!”.
Eppure c’è chi sta peggio di noi, anche se il mondo sembra non accorgersene (o per lo meno i grandi giornali finanziari non ne parlano): ad esempio l’India, che è valutata con un rating ai limiti della “spazzatura”, un modesto BBB- con outlook negativo: il prossimo step è CCC+, cioè “junk bond”, titolo speculativo. L’India fa parte dei cosiddetti BRIC, cioè i paesi dal grande sviluppo (Brasile, Russia, India e Cina) che per anni hanno suscitato ammirazione ed invidia in tutto il mondo per il loro progresso strabiliante.
Facciamo una breve considerazione sul fatto: l’India è un paese enorme (oltre un miliardo di abitanti), ricchezze consistenti, potenziali elevati, ma economicamente e finanziariamente non è certo all’altezza dei paesi sviluppati veri e propri e, per quanto si possa essere generosi, non è neppure lontanamente ipotizzabile che per un investitore sia più allettante e sicura dell’Italia.
Questo dovrebbe far riflettere su certe valutazioni e certi entusiasmi che da qualche anno accompagnano l’altro “gigante demografico” dell’Asia, la Cina. Se ne parla come se fosse il Paese di Bengodi dove la crescita è ininterrotta e tumultuosa, con il PIL che aumenta a ritmi prossimi al 10% annuo, lo sviluppo di megalopoli con decine di milioni di abitanti, nuovi stabilimenti ovunque, un forsennato tasso di crescita dei consumi e, ciliegina sulla torta, la Borsa che cresce, cresce, cresce…
Attenzione! Abbiamo già visto altri casi di boom incontrollati esplosi all’improvviso lasciando solo macerie sul terreno (ricordate Internet, il Nasdaq, la new economy, i subprime?). Chi è sicuro che lo sviluppo cinese sia reale e non frutto di illusione ottica? Chi è sicuro che la crescita incontrollata di ricchezza non faccia scoppiare rivolte tra il 99,9% di masse affamate che finora si contentano di una ciotola di riso per ingrossare le fila dei multimiliardari con gli occhi a mandorla iscritti al PC cinese?
Chi può giurare sulla correttezza dei bilanci scritti in cinese?
Incrociamo le dita e, magari, smettiamola di buttarci la croce addosso e cerchiamo di risalire la china, approfittando magari della discesa della Cina…
2 commenti presenti
Spero e credo proprio di no, ci ho investito un po’ di soldi!
Scritto da Lucia Milano il 23 Ago 2012
“Purchè si muova”, diceva, riferendosi al mercato di una certa merce, un mio amico commerciante genovese … purchè il prezzo salga o scenda, io guadagno comunque. E in Cina … dove tutto si sta muovendo, vi sono pochi che guadagnano (si fa per dire, “guadagnano”) moltissimo e moltissimi che guadagnano pochissimo. Non può durare.In Cina hanno già cominciato a “delocalizzare” dalle città costiere alle zone interne, dove la manodopera costa molto meno … Chissà come si traduce in cinese l’espressione “natura non facit saltus” … e cioè che in natura i salti, gli strappi, le violenze ai processi non esistono …In ogni caso, auguro ai Cinesi di “accorgersi” che si è messa in moto una valanga che fra un po’ non potrà più essere fermata … Ho vissuto a Teheran le ultime fasi della crescita del potere dello Scian Scià, letteralmente il “Re dei Re”, quando già si poteva intravedere come sarebbe andata a finire, nonostante la sua potentissima polizia politica. Noi in hotel a 5, 6 … quante stelle? E il popolo dei muratori venuti dal deserto a lavorare in città, dopo una giornata di lavoro a 40 gradi all’ombra, a dormire sui cartoni stesi nel fondo ddello scavo, con uno di loro a fare la guardia a turno per impedire che i passanti, per gioco, tirassero sassolini agli addormentati per il solo gusto di svegliarli!
Scritto da Riccardo Lucatti il 26 Ago 2012