ARBITRO BANCARIO: I RISPARMIATORI VINCONO I RICORSI
15 Settembre 2013di Gianluigi De Marchi
C’è un dato confortante in questo panorama finanziario caratterizzato spesso da lamentela per comportamenti scorretti da parte di banche e finanziarie: i clienti che fanno ricorso, che protestano, che non accettano i soprusi hanno quasi sempre ragione davanti agli organismi di conciliazione (e spesso anche davanti ai Tribunali).
E’ quanto emerge dai dati statistici pubblicati dall’Arbitro bancario, l’organo istituito anni fa per trovare soluzioni amichevoli alle controversie tra clienti ed istituti finanziari: nel 2012 le denunce sono state oltre 5.600 (quasi 500 al mese, con una forte crescita rispetto all’anno precedente) e ben il 65% hanno avuto esito positivo, chiudendosi con un rimborso a favore del ricorrente.
Qualche dato statistico dà l’idea dell’universo delle controversie: oltre 1.600 casi hanno per protagoniste le Poste (i tre quarti dei ricorsi hanno avuto esito positivo per il cliente), 442 casi vedono Unicredit sul banco degli imputati e 259 Intesa San Paolo.
Le lamentele riguardano quasi tutti i campi dell’operato bancario, dalle carte di credito ed il bancomat (oltre il 50% dei casi totali) ai mutui, dalla cessione del quinto dello stipendio agli investimenti in titoli o in polizze finanziarie.
Consiglio per i lettori: se avete qualcosa da recriminare nel vostro rapporto con l’intermediario finanziario, reagite. Chi si limita a mugugnare, a lamentarsi, a criticare, ma poi sta zitto e subisce non ha alcuna speranza, mentre chi alza la testa e, di fronte ad un sopruso o ad una scorrettezza, denuncia il fatto ottiene, in due casi su tre, soddisfazione. Costa poco (il ricorso all’Arbitro bancario prevede tariffe bassissime) e può “rendere molto”.
Protestare inoltre serve molto per contribuire a migliorare il livello della qualità dei servizi e stimolare le ispezioni della Banca d’Italia (che è attivamente presente nell’Arbitro bancario). La banca centrale, infatti, dall’analisi della frequenza delle controversie può disporre controlli su una singola banca o su un singolo servizio o prodotto per migliorarne la trasparenza e la correttezza operativa.
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