FINANZA SOSTENIBILE: FINALMENTE QUALCUNO CI PENSA!
31 Ottobre 2013di Gianluigi De Marchi
Si chiama “finanza sostenibile” e, dopo anni di “finanza creativa” (che in realtà ha distrutto miliardi di dollari di ricchezza e milioni di posti di lavoro…) è finalmente una buona notizia da segnalare. Si stanno diffondendo sempre più organizzazioni finanziarie (banche, fondi comuni, finanziarie) che non pensano solo a generare mostruosi profitti per i propri manager, inventare sistemi cervellotici per imbrogliare le carte, creare devastanti “OGM finanziari”, ma pensano, più semplicemente, a sostenere l’economia e le famiglie.
Di cosa si tratta? Si tratta di investimenti in strumenti finanziari “tradizionali” (azioni, obbligazioni, ecc.) affiancando ai classici obiettivi di guadagno anche considerazioni di natura ambientale e, principalmente tramite strategie di “esclusione” di determinati settori, emittenti o paesi non conformi a norme etiche.
Laddove le considerazioni di carattere sociale siano preminenti rispetto agli aspetti finanziari si parla di investimenti in progetti, attività o imprese socialmente utili con la caratteristica di generare effetti misurabili anche dal punto di vista economico.
progetti.
Gli strumenti per realizzare la finanza sostenibile sono soprattutto il microcredito (il sistema di erogazione di prestiti a persone che non possono ottenere fidi bancari, ma che con piccoli capitali possono avviare un’attività produttiva indipendente), i “social impact bond” (SIB, obbligazioni finalizzate a sostenere un progetto specifico) il “venture philantropy” (azionariato a rischio a scopi filantropici) ed il “crowd funding” (raccolta di capitali prevalentemente tramite la rete Internet).
Molto interessante l’esperienza delle obbligazioni SIB, uno strumento finanziario innovativo attraverso cui investitori privati forniscono il capitale per la gestione di progetti sociali dietro garanzia di uno o più enti pubblici di remunerare il capitale investito in misura del risparmio per le casse pubbliche degli investimenti stessi. La remunerazioni sul capitale avviene solo se i programmi raggiungono obiettivi sociali concordati.
Nei paesi anglosassoni i primi esempi concreti sono stati collegati, ad esempio, a programmi per la riduzione della recidività dei detenuti di breve periodo tramite programmi di assistenza. In proporzione alla diminuzione della recidività e, quindi, dei costi sociali associati, agli investitori verrà corrisposto un rendimento.
Consiglio per banchieri e finanzieri: non pensate solo ai vostri bonus, pensate anche agli altri che hanno bisogno; e non hanno bisogno di derivati, futures o swap, ma di piccoli interventi dettati anche dal buon cuore.