CONSIGLIERI NELLE BANCHE SOLO SE “IDONEI”
7 Ottobre 2015di Gianluigi De Marchi
Se andate dall’avvocato, parlate con una persona che, oltre ad avere studiato legge, ha superato un esame di Stato per poter esercitare la professione; se prendete un taxi, viaggiate con una persona che, oltre ad aver preso la patente, ha avuto l’autorizzazione a guidare trasportando passeggeri.
Se andate in banca, entrate in un’organizzazione in cui chi “guida” non è detto che abbia studiato e, soprattutto, non ha passato nessun esame per dimostrare di essere capace di gestire un a realtà così complessa come una banca. Si può essere scelti a far parte di un Consiglio di amministrazione di una banca semplicemente dimostrando di non avere condanne e di avere un titolo di studio. E’ un’assurdità che un recente provvedimento della Banca d’Italia (applicando una direttiva europea) ha finalmente modificato, imponendo che possano entrare nei consigli di amministrazione solo persone “idonee”, quindi in possesso non solo di requisiti di “affidabilità” ma anche di “competenza” adeguati al tipo di banca (più elevata per grandi istituti, meno elevata per banche locali). E per di più i requisiti di adeguatezza e competenza saranno verificati e controllati non solo dalla banca d’Italia, ma anche dalla BCE, la banca centrale europea.
Ulteriore “ciliegina” sulla torta: la Banca d’Italia potrà rimuovere dai consigli le persone che a suo giudizio potrebbero compromettere, per la loro incapacità, la sana gestione della banca.
E per finire, disposizioni drastiche riguarderanno anche i cosiddetti “conflitti d’interesse”, cioè le situazioni in cui un consigliere ha un interesse personale in un’operazione che la banca deve deliberare (ad esempio perché è titolare di un’azienda cui l’istituto delibera di concedere un affidamento): divieto tassativo di votare in consiglio.
Insomma, si fa un passo avanti nel processo di miglioramento delle strutture finanziarie: finora si è puntato molto sulla trasparenza, ora si abbina anche la competenza, che è elemento fondamentale per dare garanzie di “buona gestione” ai clienti, ai depositanti, agli azionisti.
Attendiamo ora un ulteriore passo avanti, la totale separazione delle attività tra la banca “ordinaria” (quella che raccoglie i risparmi ed eroga finanziamenti) e la “banca d’affari” (quella che in proprio compra,vende, e spesso specula) in modo da ridurre al minimo le possibilità di futuri fallimenti come Lehman che provocano perdite per i risparmiatori (e, nei casi più gravi, per gli Stati che devono intervenire).
3 commenti presenti
Il controllore controlla le controllate che a sua volta controllano il controllore, ovviamente questo non e’ conflitto di interessi.
Caso VISCO, docet.
Scritto da vittorio il 25 Ott 2015
VISCO solo ora sappiamo. Quanto e’ stato idoneo!!
Scritto da vittorio il 26 Ott 2015
Attendiamo ora un ulteriore passo avanti, la totale separazione delle attività tra la banca “ordinaria” (quella che raccoglie i risparmi ed eroga finanziamenti) e la “banca d’affari” (quella che in proprio compra,vende, e spesso specula) in modo da ridurre al minimo le possibilità di futuri fallimenti come Lehman che provocano perdite per i risparmiatori (e, nei casi più gravi, per gli Stati che devono intervenire).
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Quanto scritto da SERGIO anticipa il macello dei soldi degli italiani in BANCA ETRURIA e simil banche e siamo solo all’inizio, almeno, così pare, ma le nostran banche mica son fallite, son falliti solo i possessori di azioni e obbligazioni—– sub—–
prodotte senza alcun controllo, per la felicità delle tasche di chi le ha prodotte…..
Scritto da vittorio il 13 Dic 2015