AZIONI DI BANCHE INVENDIBILI, COSA FARE?
21 Febbraio 2016di Gianluigi De Marchi
Cosa fare se si sono comprate azioni di una banca e non si riesce a venderle perché non sono quotate? E’ la domanda che si stanno ponendo migliaia di piccoli risparmiatori che, fiduciosi dei consigli ricevuti dall’addetto titoli della propria banca, hanno comprato azioni senza porsi la questione fondamentale: potrò ricuperare i soldi investiti?
Il fatto è che, in periodi di Borse nervose con forti oscillazioni e ribassi improvvisi, la voce suadente e melliflua dell’impiegato dello sportello suonava rassicurante: “Vede signora, noi siamo diversi, le nostre azioni non sono quotate, quindi non c’è rischio che il prezzo scenda; anzi, negli ultimi anni è sempre salito del 5%, altro che BOT!”.
Peccato che nessuno abbia mai avuto il coraggio di dire la verità, e cioè che il prezzo di quelle azioni era stabilito (in maniera non sempre corretta) dal Consiglio di amministrazione; e valeva finché qualche nuovo socio potenziale si affacciava per comprare azioni da altri soci che volevano vendere.
Quando, come avvenuto recentemente per la Banca Popolare di Vicenza e per la Veneto Banca, le cose hanno cominciato ad andare male, con bilanci in perdita e contenziosi ingenti, il prezzo indicato dal Consiglio è drasticamente sceso, e, come inevitabile conseguenza, i compratori si sono dissolti nel nulla. E così migliaia di azionisti che volevano vendere sono ora imprigionati nel loro investimento e non possono uscirne.
Passi se si trattava di risparmiatori esperti che conoscevano i rischi connessi all’assenza di quotazione; ma poiché molti “prigionieri” non ne erano a conoscenza e poiché a molti sono state raccontate verità manipolate, gli spazi per far causa alla banca ci sono. Ed infatti sono già stati inviati esposti alla Consob e sono state impostate le prime cause collettive (che consentono, fra l’altro di ridurre al minimo le spese legali).
Consiglio per i lettori: se siete azionisti di una banca e non riuscite a vendere i titoli, rivolgetevi subito ad un’associazione di tutela dei risparmiatori. Chi volesse contattarne una in Piemonte, chi è già pronto ad attivare una procedure può scrivere a sosbanche@movimentoconsumatori.it esponendo il proprio caso.