POSTE: LA LOTTA INFINITA CONTRO I RISPARMIATORI…
18 Giugno 2016di Gianluigi De Marchi
Sembra impossibile, ma è proprio così: le Poste non hanno alcun interesse a mantenere un buon rapporto con i propri clienti.
Parliamo ancora una volta della storia infinita dei buoni fruttiferi postali emessi tanti anni fa, in una fase di tassi calanti. In quel periodo i buoni fruttiferi erano emessi in forma cartacea e riportavano sul retro il tasso d’interesse pagato. Avvenne in molti sportelli che, per inefficienza del personale o per distrazione, furono emessi dei buoni (in particolare della serie AF) a tasso più elevato di quello in vigore da pochi giorni (serie AG) perché gli uffici non avevano ancora a disposizione i nuovi certificati; ma le circolari precisavano che, all’atto del rilascio, gli impiegati dovevano apporre un timbro con le nuove (peggiorative) condizioni.
Chi, in buona fede, ha versato i suoi risparmi su quei Buoni ed a scadenza li ha presentati per l’incasso si è sentito raggirato per il fatto che la somma maturata era inferiore a quella prevista. Per anni le Poste hanno resistito alle richiesta di rimborso, poi una serie di sentenze a loro sfavore le ha indotte a più miti consigli e, a fronte di reclami ed ingiunzioni legali, hanno pagato le somme dovute.
Il buon senso (e la correttezza commerciale) avrebbero imposto che i pagamenti “equi” fossero automaticamente estesi a tutti i possessori di Buoni privi del timbro; e d’altronde le stesse Poste avevano lasciato intuire questo atteggiamento già nel 2013, quando dichiararono che “Basta fare un semplice reclamo, senza ricorrere alle vie legali, e liquideremo il maggior rendimento che spetta al sottoscrittore”.
Bugia clamorosa: ancora adesso il reclamo non basta, occorre come minimo presentare ricorso all’ABF (l’organismo di conciliazione bancaria) e, nei casi estremi, ricorrere ad un avvocato.
Le Poste ormai perdono tutte le cause di questo tipo; ma per 100 clienti che reclamano per difendere i propri diritti, 1.000 non sanno di poterlo fare.
Ed il business dei clienti “dormienti” ingrassa i conti delle Poste…
Un commento presente
BANCHE E POSTE E ASSICURAZIONI QUANDO RIESCONO A SPENNARE I LORO CLIENTI LO FANNO SENZA RITEGNO
Fregandosene sia del buon senso che della correttezza commerciale
Scritto da vittorio il 21 Giu 2016