A tutto Facci: 200 querele, nessuna condanna, un solo risarcimento (per degli stivaletti…ma non si appellò alla satira). Su Travaglio: “Noto diffamatore”; “Tristo individuo”; “Pupazzo Travaglio”
18 Ottobre 2008di Filippo Facci per Il Giornale
La vita è troppo breve per passarla in compagnia di un altro articolo su Marco Travaglio, chiedo scusa a tutti: ma il presunto collega è ormai ridotto a un caso inumano e insomma va così, tocca di nuovo occuparcene anche perchè ora il cabarettista del Travaglino dovrà scegliere tra il ricevere una querela (un’altra) o un calcio nel sedere da parte del sottoscritto.
Già, perchè il noto diffamatore, il Monico Lewinsky di Antonio Di Pietro, sull’Unità di ieri ha sbroccato: dopo una serie di battute scompiscevoli tipiche sue («diffamare Previti è reato impossibile», che sagoma) il tristo individuo ha lamentato che il Giornale, nella persona del sottoscritto, «ha sbattuto la mia sentenza in prima pagina» (il dispositivo, Marco, non la sentenza) e questo, attenzione, «dopo aver nascosto le sue», di sentenze, cioè le mie, le quali corrisponderebbero a «una caterva di processi persi, con abbondanti risarcimenti ai danni dei pm di Mani pulite per le balle diffamatorie che lui rovescia loro addosso da una vita».
Allora, Il mio casellario giudiziale, semplicemente, non riporta nessuna condanna penale per querela dei Pm di mani pulite. E neppure per querela di altri magistrati amici suoi. Denunce del pool di Mani pulite ne ho avute diverse, di Antonio Di Pietro addirittura decine: tutte chiuse, vinte, archiviate, prescritte, in rari casi transate (decisione non mia) e comunque senza resipiscenza: non mi sono mai prostrato ai piedi di un querelante come invece fece Travaglio con l’amico Antonio Socci (febbraio 2008) affinchè ritirasse la denuncia: «Riconosco di aver ecceduto usando toni e affermazioni ingiuste rispetto alla sua serietà e competenza professionale, e di ciò mi scuso anche pubblicamente con lui» scrisse sull’Unità.
Il sottoscritto ebbe, semmai, una denuncia per calunnia da parte del solito Di Pietro (pena sino a sei anni) il quale sosteneva che una serie di miei scritti, a metà degli anni Novanta, avevano originato alcune delle inchieste bresciane che nel 1996 l’avevano costretto a a dimettersi dal Ministero dei Lavori pubblici. Finì così: il tribunale decise infine il non luogo a procedere (presenti per nove ore Di Pietro e il sottoscritto) dopo aver stabilito che in effetti Di Pietro aveva ragione, gli scritti avevano ispirato parte delle inchieste: ma anzichè chiamarlo reato lo chiamarono giornalismo. Può addirittura succedere che siano dei magistrati a sbirciare quello che scrivi tu: e non solo viceversa.
Ancora un episodio, se non dispiace. L’ente turistico di Cortina, nel 2004, cercò di organizzare un dibattito con ospiti Travaglio, Giancarlo Caselli, Piercamillo Davigo e Filippo Facci: ma Davigo disse che con me non voleva dibattere, perchè in passato mi aveva querelato. O io o lui. Se fosse mancato Davigo sarebbe mancato anche Caselli, sicchè l’ebbe vinta e con il sostegno di Travaglio: «Se fossi un giudice, e un giornalista mi accusasse di crimini inesistenti, forse farei lo stesso», disse secondino. Bene: ma di che querela si trattava? Ecco la storiella. Davigo, nel 1982, arrestò un avvocato per traffico d’armi e lo tenne dentro per sei mesi. Le conseguenze furono orribili: il fratello dell’avvocato, pure arrestato, uscì di senno e fisicamente fu devastato: perse i capelli e addirittura le ciglia degli occhi. La compagna di questo avvocato, dopo l’arresto, si dileguò; il figlio di questo avvocato, l’unico figlio, si suicidò.
Dieci anni dopo, l’avvocato fu assolto in primo grado e denunciò Davigo, il quale lo controquerelò per calunnia: la notizia, data dal Giornale, fu approfondita dal sottoscritto che fu querelato a sua volta. L’avvocato, intanto, fu assolto anche in Appello: e una sua intervista televisiva, trasmessa da Mediaset e curata ancora dal sottoscritto, fu ancora querelata.
La faccenda, per farla breve, si concluse con una piena assoluzione dei querelati: e resta, nell’insieme, una delle storie più schifose cui ho mai assistito in vita mia. Ma averla raccontata, per Travaglio, corrispondeva invece a raccontare «crimini inesistenti», ciò che meritava la mia esclusione da un pubblico dibattito. E’ fatto così, Pupazzo Travaglio: sembra uno di quei maialetti dell’autogrill che tu passi e loro ballano, lui invece ti legge un verbale. A pappagallo. A Travaglio.
Riceviamo e pubblichiamo da Filippo Facci:
Io di querele ne ho avute quasi 200, ma sono state quasi tutte vinte, o archiviate, prescritte, in qualche caso transate contro la mia volontà, in un paio di occasioni ritirate dopo che ero stato condannato.
Sono stato condannato a Trento (perchè la Mondadori stampa a Cles) per via di un passaggio della mia biografia su Di Pietro che feci nel 1997.
Un passaggio, attenzione, solamente legato a come Lucibello si vestiva.
Ricordo che il mio avvocato (avvocato Mondadori) cercò di richiamarsi al diritto di satira e io, interrogato, rifiutai l’approccio.
Ecco il passaggio.
***
Socialmente, il suo sbocco naturale è Giuseppe Rosario Lucibello.
«Geppì» si era laureato a Napoli nel ’78 e aveva aperto uno studio a Vallo della Lucania, dove non batteva chiodo ed era noto più che altro per gli anelli, gli orologi d’oro, le collane e le giacche ballonzolanti. Aveva abbandonato lo studio per una vicenda mai ben chiarita che lui tradurrà così: «Non volevo fare l’avvocato della camorra». I suoi colleghi rimasti in Lucania, anche illustri, ricordano un tizio che circolava in bicicletta per il Cilento e raccontano una storia molto diversa.
Nel suo consueto luogo di vacanza, Palinuro, Lucibello aveva rincontrato l’avvocato Luigi Raucci, conosciuto a Napoli. È lui a ospitarlo a Milano nei primissimi tempi, nell’82: dorme sul suo divano. Raucci è lo stesso avvocato cui Tonino aveva affidato la pratica del suo divorzio e questo potrebbe aver favorito lo storico incontro, ma non vi è chiarezza neanche su questo. Prima versione: Lucibello ha raccontato ai giornalisti di aver conosciuto Tonino quando già era magistrato a Milano, l’avrebbe cioè incontrato alla mensa dei carabinieri per intercessione di Nicola Balsamo, un ufficiale addetto alle traduzioni (nel senso di tradurre i carcerati in tribunale e viceversa). Neanche due mesi dopo, nell’estate ’86, Geppì e Tonino sarebbero partiti per Palinuro con mogli o fidanzate che fossero. Seconda versione, fornita da Lucibello a Fabio Salamone: la conoscenza risale all’84, anno in cui Tonino era ancora a Bergamo. In alcuni casi, la chiarezza sembra essere un’arte davvero faticosa,
Dai tagli apportati a una delle biografie si evince come Tonino non volesse palesare troppo i suoi rapporti con Lucibello. Moltissimi passaggi in cui era scritto «racconta Lucibello» diventano «gli amici dicono» o «un amico intimo dice». Riga rossa anche nelle parti in cui si racconta che Lucibello è il miglior amico del magistrato e che i due sarebbero stati in vacanza assieme senza le rispettive donne, se è vero. In un passaggio, Tonino suggerisce questa formula: «A furia di averlo come controparte nei processi, gli è diventato amico». Non risulta sia andata così.
Geppì cominciò a impratichirsi nello studio di Bruno Senatore. La figlia, Paola Senatore, l’affiancherà anche in tante inchieste di Mani pulite. Ma da principio è ben più dura: Geppì cerca di entrare in qualche giro presenziando a innumerevoli nozze e cerimonie della Benemerita, cose terribili per cui occorre svegliarsi presto. Vive in viale Corsica 12 anche se, da un certo punto in poi, e non si sa perché, risposterà la residenza in Lucania. Il suo primo studio con segretaria part-time, a Milano, è in via Luciano Manara.
Qualcuno ne ricorda l’abbigliamento. In questo senso Lucibello incarna la risposta a domande che ciascuno si è posto almeno una volta, davanti a certe vetrine dei negozi: Dio mio, chi metterebbe quegli stivaletti di pitone? Chi quella cravatta? Chi quell’orologio? (Filippo Facci)
45 commenti presenti
Una volta un conte mi disse:.Si,molti lo meriterebbero.Ma,mi chiedo,sarebbero degni della terra? No!Allora,meglio,ai lavori forzati,a spaccare le pietre.La storia di quell’avvocato é tristissima.Questo mondo mi fa vomitare.
Scritto da RITA BELLACOSA il 18 Ott 2008
A questo punto temo una querela per aver paragonato l’avv. lucibello a Joe Pesci, ma io volevo fargli un complimento in realtà.(-;
Solo un appunto Filippo, Vallo della Lucania è in provincia di Salerno.
Scritto da asdrubale il 18 Ott 2008
É tempo che molti tornino ai carri,i più alle zappe.(ecco l’omissione al mio commento).
Scritto da RITA BELLACOSA il 18 Ott 2008
Questa cosa è una pietra tombale. Mi chiedo (domanda retorica) chi avrà lo stomaco tanto grande da rimangiarsi tutto.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Ott 2008
Ioko Ono di Craxi è una battuta divertente.
“il Monico Lewinsky di Antonio Di Pietro” è forzata e non all’altezza di Facci.
E, scusate se insisto, che significa “in alcuni casi transate”?
Cè stato un accordo per ritirare la querela o la domanda giudiziale a fronte del pagamento di somme di denaro (anche senza il riconoscimento delle ragioni altrui) oppure tutto è stato ritrato senza esborso di denaro?
Scritto da tequilero il 18 Ott 2008
La battuta sul Monico Levinsky di Di Pietro è mitica.
Ma Travaglio non era quello informatissimo? Deve proprio aver perso le staffe per inventarsi le condanne di Facci, bisogna capirlo sta attraversando un momento difficile, nello sdoppiamento tra carnefice e vittima, tra giustizialista e giustiziato.
Scritto da Vito D. il 18 Ott 2008
quoto Vito D
Scritto da Gabriele Mastellarini il 18 Ott 2008
Anche Facci potrebbe essere il Carfagna del Cavaliere…
Saluti
Scritto da Mastellaroni il 18 Ott 2008
@mastellaroni
Nooo.. è decisamente più bello la Yoko Ono di Craxi. Fa molto più styling class.
Scritto da Tania il 18 Ott 2008
Anche a me piacerebbe sapere che significa “in alcuni casi transate”.
Scritto da Carlo Gambino il 18 Ott 2008
@ carlo gambino:
non si arriva al processo chiedendo una transazione: di fatto ci si mette d’accordo, si paga e tanti saluti.
Scritto da Gianvito Rutigliano il 18 Ott 2008
Comunque, Pupazzo Travaglio è espressione infelice, perché i pupazzi, almeno in origine, dovrebbero divertire.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Ott 2008
Di Facci tutto si può dire fuori che sia addomesticato al Cavaliere, visto come si è esposto su nomine ministeriali e in altre occasioni quando parlò del pranzo ad Arcore.
Transate può voler dire tutto quindi non esclude un risarcimento in danaro, ma questo non vuol dire sentenza di condanna come dichiara il giornalista più informato d’Italia che con quello che ha scritto rischia un’altra condanna sicura in caso di querela accompagnato questa volta dalla Concita De Gregorio.
Scritto da Vito D. il 18 Ott 2008
Querele vinte:si è celebrato il processo.Querele archiviate:non c’è stato rinvio a giudizio.Querele prescritte:sono passati sette anni e mezzo.Querele “transate”:forse coloro che le hanno prodotte le hanno rimesse?In questo caso,occorre firmare l’accettazione della remissione di querela.Facci,convocato,evidentemente ha accettato.Poteva non firmare e sottoporsi al processo.Sono in errore?
Scritto da RITA BELLACOSA il 18 Ott 2008
No, in qualche caso degli accordi economici ci sono stati, appunto delle transazioni. Ma sono cose passate sopra la mia testa, e alle quali in qualche caso ho cercato di oppormi.
L’editrice del Giornale, o altre editrici, in qualche caso hanno fatto degli accordi complessivi con dei querelanti (in relazione e più querele o cause civili, riguardanti più soggetti, più articoli, più giornalisti) e hanno chiuso il tutto sganciando qualche soldo.
Per esempio. Nel 1997 Vittorio Feltri fece un accordo con Di Pietro (la cosa fece un rumore incredibile, perchè intanto Ferrara era candidato al Mugello appunto contro Di Pietro) e chiuse tutte le querele tra il Giornale e Di Pietro in cambio della bellezza di 300 milioni. Alcune erano mie, o meglio anche mie, perchè quando querelano il giornalista querelano anche l’editore. Mi spiacque moltissimo, perchè con Di Pietro non avevo nè ho mai perso.
Altro esempio veloce che mi fece incazzare di brutto: poco tempo fa ho saputo che il Giornale ha dato 10mila euro a Biagi (eredi) per chiudere due cause civili delle quali una per un mio articolo. Dissero che gli costava meno così che andare avanti nel giudizio (agli avvocati di vincere non gliene frega un cazzo) per quanto ritengo che avrei vinto al 100 per cento.
Scritto da Filippo Facci il 18 Ott 2008
In effetti con 10.000 euro non ci paghi neanche la benzina all’avvocato per andare a un’udienza.
gm
Scritto da Gabriele Mastellarini il 18 Ott 2008
@Facci.Si,ho intuito la sua posizione prima della sua risposta.
Scritto da RITA BELLACOSA il 18 Ott 2008
Grazie di nuovo Facci, anche perchè ora ho capito come Di Pietro sia riuscito a trovare i soldi per acquistare uno dei suoi tanti immobili.
Sbaglio o Feltri, proprio in prossimità delle votazioni al Mugello, scrisse anche un editoriale per chiarire la vicenda con Di Pietro?
Saluti.
Scritto da tequilero il 18 Ott 2008
L’archiviazione può esserci anche dopo il rinvio a giudizio.
E può esserci anche se c’è un accordo tra le parti (querelantem editore querelato, giudice) che superi il mio consenso. Io infatti diverse volte non ho firmato, ma non è cambiato un cazzo.
Scritto da Filippo Facci il 18 Ott 2008
Di Facci ho letto 3 articoli. E ho sempre verificato che quello che racconta sono fandonie.
D’altronde è a libro paga del pluri-prescritto…
Facci, riscopra anche lei l’importanza della vergogna.
Scritto da Antonio il 19 Ott 2008
Povere piccole merde, scagliatori di pietre, nascosti, tremolanti, senza coglioni.
Uno che non ha il coraggio di esistere parla agli altri di vergogna.
Scritto da Filippo Facci il 19 Ott 2008
Cribbio Antonio, non puoi stuzzicare così la nostra curiosità ed abbandonarci.
Se sono soltanto tre articoli, e li hai verificati tutti e tre, non farai fatica a citarceli.
Muoio dalla voglia di verificare le tue verifiche.
Cita per piacere, perchè fare una simile affermazione e lasciarla indefinita rischia di farti passare per pallaro.
Scritto da enrix il 19 Ott 2008
Enrix a me vengono in mente due “leggerezze” recenti di Facci.
La prima quella relativa alla lettera di Bassanini.
Sulla questione, a mio modesto parere, fino a prova contraria, che incombe su Facci, ha ragione Bassanini.
La seconda contenuta nell’articolo “antimafia al botox” dedicato alla giornalista Amurri.
In quell’articolo è scritto: “la sua intervista in ginocchio a Hugo Chavez («semplice», «spontaneo», che mangia «un semplice pollo» su «un normalissimo aereo ») ”
Io leggendo quell’articolo avevo capito che quelle espressioni erano contenute nell’intervista “in ginocchio” dell’Amurri.
Lo stesso Facci, invece, su contestazione della Amurri ha precisato che quei termini sono riferiti non all’intervista di Chavez ma ad un’intervista della stessa Amurri rilasciata ad un quotidiano Venezuelano, se non erro.
Sicuramente è un mio limite, ma la cosa non mi pare posta proprio in maniera esatta.
Non ho verificato e, quindi, nulla posso dire ma, inoltre, in uno dei tanti botta e risposta con la giornalista dell’unità, Facci ha anche detto che questa fa parte della Fondazione Caponnetto.
La giornalista, sul punto, pur dichiarandosi lusingata, ha smentito.
Tralascio, perchè del tutto irrilevante, l’errore sulla Punto acquistata nel 1983 da Grillo.
Saluti
Federico Orfei
Scritto da tequilero il 19 Ott 2008
Io sarei curioso di leggere gli articoli riguardanti la vicenda di Dambrosio e dell’avvocato assolto.
Scritto da Zazo il 19 Ott 2008
@Antonio .E lei riscopra il coraggio dell’identità!E non offenda Facci ma impari a discutere senza azzannare.
Scritto da RITA BELLACOSA il 19 Ott 2008
ops, ho sbagliato, volevo dire Davigo, non D’Ambrosio.
Scritto da Zazo il 19 Ott 2008
“Povere piccole merde, scagliatori di pietre, nascosti, tremolanti, senza coglioni.
Uno che non ha il coraggio di esistere parla agli altri di vergogna.”
Quando Berlusconi finirà nella polvere (e ci finirà, mi creda), caro Filippo, lei si riciclerà per il centrodestra che verrà (o magari si sposterà a sinistra? Chi lo sa.. non sarebbe il primo né l’ultimo) e sono già curioso oggi di sapere cosa risponderà quando le verranno rinfacciate le cose che scrive ora. Magari sarà addirittura capace di dire “Berlusconiano io? Mai!”
Comunque sia, si prepari a salire sul carro del prossimo vincitore, perché ci sarà un giorno in cui essere stati a libro paga della famiglia Berlusconi sarà cosa infamante.
Scritto da Carlo Gambino il 19 Ott 2008
C’è una prescrizione per l’infamia, caro Gambino?
Se così non fosse, quando arriverà quel giorno da lei previsto, dovremo far scrivere gli infanti, poichè di giornalisti e personaggi vari che non siano passati per Mediaset o Mondadori ne sono rimasti pochi.
Ga ga, bu bu.
Alto giornalismo.
Magari a lei piace così.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 19 Ott 2008
Se accadrà,Facci saprà ricominciare.
Scritto da RITA BELLACOSA il 19 Ott 2008
Non si capisce il motivo di tanta acredine nei confronti di Filippo!
Scritto da Gruppo Delfini Curiosi il 19 Ott 2008
Se Facci non ha rinnegato Craxi figuriamoci se disconoscerà Berlusconi. Si metterà semplicemente in finestra ad aspettare il prossimo che gli offrirà il caviale…..
Scritto da diego rivera il 19 Ott 2008
“C’è una prescrizione per l’infamia, caro Gambino?”
Fosse per me, ci sarebbe, eccome. Ma qui e altrove ho letto molte frasi che rinfacciavano a Montanelli e altri giornalisti di essere stati fascisti, e questo certo non è accaduto pochi anni fa. Quindi non si lamenti con me, Dean. E’ una cosa tutta italiana, marchiare a fuoco una persona per quel che ha fatto sessant’anni prima.
Ma forse ho esagerato a chiamarla “infamia”. In verità spero che un giorno quando si nomineranno Emilio Fede e Filippo Facci si dirà:
“Uuuh ti ricordi Fede e Facci?”, e giù a sghignazzare. Dico “Lo spero” perché già adesso c’è poco da sghignazzare considerando il misero stato dell’informazione in Italia.
“Se così non fosse, quando arriverà quel giorno da lei previsto, dovremo far scrivere gli infanti, poichè di giornalisti e personaggi vari che non siano passati per Mediaset o Mondadori ne sono rimasti pochi.”
Passare da Mediaset e Mondadori è un conto (devo ricordarle qual è la casa editrice dei libri di D’Alema e Caruso, tanto per nominarne due). Scrivere articoli trasudanti di berlusconismo difendendo l’indifendibile (che a volte può essere salvare dal dileggio mondiale la tragicomica politica economico – finanziaria di Tremonti, a volte difendere a spada tratta misure di presunta pubblica sicurezza che sanno di razzismo della peggior specie, faccia lei) è un altro paio di maniche.
Il governo Berlusconi è indifendibile, da tutti i punti di vista, e oggettivamente io posso anche nutrire una sorta di ammirazione nei confronti di tutti quei giornalisti che, giorno dopo giorno, arrampicandosi sugli specchi, trovando nuovi modi e nuove strategie, riescono sempre a inventarsi qualcosa per moderare la tragica portata delle tragiche azioni di questo tragico governo. Ossia, oggettivamente sono proprio bravi, riescono bene e spesso a dare l’idea che coloro che fanno parte di questo tragico governo siano uomini politici dediti al bene del paese.
No, no, niente da dire, Berlusconi li paga bene perché sono bravi.
Il fatto è che quando Berlusconi sarà finalmente fuori dalla politica, questi giornalisti non potranno giustificarsi dicendo “Sì, ok, ho scritto boiate solenni per anni e anni ma, sapete, mi pagavano così bene ed era anche una sfida per me stesso riuscire a dimostrare cose come ad esempio che Berlusconi è una brava persona, Fini uno statista, i giudici una massa di assassini e delinquenti e la Lega un gruppo di simpatici buontemponi”. Una risata in faccia non gliela toglierà nessuno.
Tra l’altro, scripta manent.
Scritto da Carlo Gambino il 19 Ott 2008
porca miseria, Dott. Facci, “SOLO” 300 milioni a Di Pietro, a un solo uomo. E quanti giornalisti siete a “Il Giornale” che vi occupate di politica? 100? Perche se magari foste 100 fanno 3 milioni a giornalista. TRANSATI. Per accordo. Ma non siete in 100 credo a scrivere. Se siete in 10 fanno 30 milioni. Ha fatto solo due esempi, ma credo che abbia già superato la quota Travaglio-Previti. 😉
Scritto da Tyler il 19 Ott 2008
Purtroppo molti giornalisti di regime non sono nemmeno pagati direttamente da Berlusconi, strizzano l’occhio al potere per semplice carrierismo o per paura.
Scritto da diego rivera il 19 Ott 2008
Per me Carlo Gambino e Marco Travaglio sono la stessa persona!Anche se Gambino sembra piu’ schizzato!
Scritto da Maury il 19 Ott 2008
“Per me Carlo Gambino e Marco Travaglio sono la stessa persona!Anche se Gambino sembra piu’ schizzato!”
Non mi pare di avere offeso nessuno, qui. Per lo meno, non direttamente e di persona. Va beh. Prenderò il suo come un complimento.
Scritto da Carlo Gambino il 19 Ott 2008
Gambino.
Io non ho molto da rinfacciare a Montanelli, se non forse i suoi ultimi anni di vita, ma non gliene faccio una colpa.
Mi vengono in mente quelle elezioni comunali dei piccoli paesi nelle quali i notabili vanno a raccogliere gli anziani a casa e dicono loro dove mettere la croce.
Vede. Tirare per la giacchetta alcuni uomini simbolo del nostro Paese, tanto più se defunti e quindi impossibilitati a chiarire la propria posizione, è una pratica scorretta e vigliacca.
Molti dei sostenitori attuali di quello che definiscono l’allievo di Montanelli, evidentemente smemorati o poco più che ragazzini, negli anni ’70 avrebbero fatto a gara per gambizzare il buon Indro.
“Diamine. E’ solo un fascista!”. Così avrebbero detto.
Non parliamo poi di Falcone e Borsellino. Arruolati. Dimenticando, ovviamente, i propositi di riforma dell’ordinamento giudiziario del primo e utilizzando un’intervista manipolata per il secondo.
Quanto al resto non so che dirle. E’ evidente che lei ha dei problemi seri a capire come qualcuno possa pensarla diversamente da lei e, numeri alla mano, pochi altri. Così cerca giustificazioni, spesso fantasiose, perchè non può accettare che la maggioranza degli italiani apprezzi l’operato di un governo a suo dire “indifendibile, da tutti i punti di vista”.
Così i giornalisti sono pagati da Berlusconi, l’informazione è in mano a Berlusconi. Tutto è Berlusconi.
Però meno male che pure Debenedetti e Soru pagano qualcuno.
E per fortuna che c’è “Annozero” che è l’unico programma libero. Ah no. C’è anche “Ballarò”. E ora che ricordo c’è pure “Matrix” che fa schifo, ma Di Pietro ci va una volta sì e l’altra anche e poi ospita Saviano. E come dimenticare “Report” e “Che Tempo Che Fa” dove Travaglio può dire ciò che vuole, tanto è satira?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 19 Ott 2008
@Governo Berlusconi indifendibile?
E’ una sua opinione, rispettabilissima.
@…quando Berlusconi sarà finalmente fuori dalla politica, questi giornalisti non potranno giustificarsi dicendo…
E’ un film che sta vivendo nella sua testa, continui pure a fantasticare se questo può tranquillizarla, abbia pazienza però almeno fino al 2013. Ma giustificarsi di cosa poi? Permetta che altri abbiano opinioni diverse dalle sue e torni con i piedi per terra. In Italia fino a prova contraria c’è una democrazia.
Scritto da Vito D. il 20 Ott 2008
Carlo Gambino, seduto sulla sponda del fiume a veder passare i cadaveri dei giornalisti di Mediaset e del Giornale (e magari anche del Tempo, di Libero, del Quotidiano Nazionale, eccetera). Si prosciugherà prima il fiume… Faccia una buona provvista di viveri.
Scritto da Fabrizio Spinella il 20 Ott 2008
“E’ evidente che lei ha dei problemi seri a capire come qualcuno possa pensarla diversamente da lei”
E’ vero. Non mi sorprenderei così tanto e così tante volte al giorno.
“Così cerca giustificazioni, spesso fantasiose, perchè non può accettare che la maggioranza degli italiani apprezzi l’operato di un governo a suo dire “indifendibile, da tutti i punti di vista”.”
Giustificazioni fantasiose? Non ne ho bisogno. Sono grandicello abbastanza da sapere chi è Silvio Berlusconi e come sia arrivato là dov’è arrivato. E da sapere che ha giocato tutte le sue carte per arrivarci. Le ha giocate bene, molto bene, approfittando anche della dabbenaggine altrui (non parlo degli elettori, parlo di quel centrosinistra che se avesse voluto avrebbe potuto ridimensionarlo una volta per tutte). Ma si sa, le cose non vanno bene per sempre.
“Così i giornalisti sono pagati da Berlusconi, l’informazione è in mano a Berlusconi. Tutto è Berlusconi.”
Meno male che c’è lei a rassicurarmi sul fatto che sono tutte idee mie.
Però me le tengo. Lei si tenga pure il suo Berlusconi e il miracolo italiano che, evidentemente, sta aspettando da quasi quindici anni.
“E’ un film che sta vivendo nella sua testa, continui pure a fantasticare se questo può tranquillizarla, abbia pazienza però almeno fino al 2013.”
Non ho fretta.
“Ma giustificarsi di cosa poi? Permetta che altri abbiano opinioni diverse dalle sue”
Vito, mi creda: io rispetto le opinioni diverse dalle mie quando mi trovo davanti qualcuno che HA opinioni. Come lei. Lei HA opinioni sue, Vito, e non credo che lei sia d’accordo al 100% con ciò che l’attuale governo fa, dice e dice di voler fare. Certi giornalisti invece fanno quello che altri imputano a Travaglio: difendono Berlusconi e i suoi a dispetto dei santi, anche quelle volte che anche tanti elettori del centrodestra si chiedono: “Ma questi ci sono o ci fanno?” (vedi la proposta di considerare il fatto di essere extracomunitari un’aggravante per i reati comuni). Io accuso certi giornalisti, in definitiva, di non scrivere idee proprie. Le pare così astrusa, come cosa?
Qui c’è gente che considera Travaglio il “portavoce delle procure”. Liberi di farlo. Ma altrettanto libero anch’io di considerare certi giornalisti “portavoci di Silvio”. O no? C’è democrazia, qui, ancora, giusto? Me l’ha appena detto lei, perché non dovrei crederle? 🙂
“In Italia fino a prova contraria c’è una democrazia.”
Dal 1994 a oggi ho visto un sacco di prove contrarie. Ma si sa, ho tre narici, mangio bambini, etc etc etc….
Scritto da Carlo Gambino il 20 Ott 2008
Carlo Gambino, era così pessimista anche quando c’era Prodi? Pensi anche a chi è vissuto sotto De Mita…
Scritto da Domenica V. il 21 Ott 2008
scusate se mi intrometto,
mi fa piacere vedere come vi date da fare per difendere Facci, sembra però che lui non vi riservi lo stesso trattamento
http://it.youtube.com/watch?v=u3KChtcVAuU
perchè parla anche di voi no?
Tornando poi all’argomento del post sembra che l’informatissimo Travaglio (come dice Vito D.) non si sia smentito
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2065188
Sono proprio curioso di vedere come va a finire
Scritto da Remigio S. il 21 Ott 2008
No, non ero così pessimista ai tempi. Anche perché la realtà ha superato ogni possibile ed umana capacità di immaginazione.
Scritto da Carlo Gambino il 21 Ott 2008
Ho letto il 4 scritto di Facci, quello in cui chiede, in un italiano incerto, che venga rettificato il contenuto di un articolo di travaglio. E ho poi letto la legnata che gli ho inflitto travaglio snocciolando le condanne che facci aveva smentito. Siamo a 4 su 4.
Povera stella, ma qualcuno che lo tuteli da sé stesso non si trova?
Scritto da Antonio il 21 Ott 2008
è indegno che non si raccontino i fatti
ciò che dobbiamo sapere è il contenuto non contestato dell’articolo di Travaglio
patto scellerato tra mafia e politica…
ed al massimo gli elementi contro di Pietro che sono contenuti nel libro di Facci
Sono stufo di giornalisti che sprecano inchiostro per insultarsi
per quel che ti riguarda: facci spero che un giorno te ne andrai a scrivere in un posto libero dove potrai dimostrare senza ombre di dubbi la tua buona fede.
Per quel che riguarda Travaglio spero che si concentri nel suo mestiere di raccontare fatti evitando di prestarsi a questi giochi di insulti.
Un giornalista non deve difendere se stesso ma solo i fatti che racconta.
Per me potete essere anche due pedofili non me ne frega niente della vostra credibilità: la cosa fondamentale e che le notizie siano vere e sopratutto importanti.
Scritto da silvio ianni il 21 Gen 2009