Dalla Svizzera con italico ed editoriale amore
16 Novembre 2008Ticino online intervista Marco Travaglio
ho scovato nella rete una interessante intervista a Marco Travaglio, buona lettura (sf)
LUGANO – “Stanotte torno a dormire a Milano, sono qui perché mi hanno invitato, non sono in esilio. Credo di essere un giornalista che dato il lavoro che fa non piace ai politici e, sinceramente, mi preoccuperei del contrario. Se un giornalista piace a tutti i politici tendenzialmente ha sbagliato mestiere. Quelli sono consensi che non bisogna meritarsi. Non solo non bisogna riceverli, non bisogna neppure meritarseli, proprio come diceva Longanesi dei premi letterari”, questo il brillante inizio dell’intervista rilasciata dal giornalista giudiziario Marco Travaglio prima dell’incontro con il pubblico organizzato ieri sera all’Hotel Pestalozzi e che ha preceduto lo spettacolo al Teatro Sociale di Bellinzona.
Nella ormai famosa intervista del 10 maggio a Che tempo che fa lei ha detto che né la sinistra né la destra avevano interesse a parlare delle amicizie di Schifani, seconda carica istituzionale italiana, ma che lei, essendo giornalista, lo deve fare. Un obbligo nei confronti della popolazione?
“Eh sì, mi sembrava interessante dire chi era la persona appena eletta a Presidente del Senato. Io so chi è Schifani e sentivo la necessità che anche gli italiani lo sapessero, inoltre in televisione nessuno lo aveva mai raccontato. Era stato spiegato solo in alcuni libri, per altro mai querelati, e proprio in quei giorni, giustamente, tutta la classe politica celebrava Lirio Abbate. Un giornalista che vive sotto scorta a Palermo per aver scritto un libro nel quale parla anche di due persone che erano in società con Schifani e che oggi sono condannate per mafia. Non si tratta quindi di una semplice amicizia o di una frequentazione occasionale. Immagino che generalmente ci si informi sui soci con cui si forma una società. Può anche darsi che i suoi soci all’epoca fossero completamente al di sopra ogni sospetto, ma mi sembra lecito sapere che queste persone erano in società con l’attuale presidente del Senato. Lui potrà dire che non sapeva chi erano o che, all’epoca, non si poteva sapere chi fossero. Ciò non toglie che è un’informazione che si deve dare”.
Questa omertà è solo italiana?
“Proprio oggi ho letto il questionario che Obama ha distribuito a tutti quelli che si candidano ad uno degli ottomila posti da occupare nell’amministrazione americana. Fanno domande su cosa hai scritto nel tuo diario personale, su chi hai parlato, sulle possibili amicizie o incontri che potrebbero essere controversi. Tutte queste domande per assumere degli impiegati, non certo la seconda carica degli Stati Uniti. Quelli che si sono stupiti di quello che io ho detto su Schifani dovrebbero vergognarsi”.
Ma la popolazione è veramente interessata alle amicizie di Schifani e più in generale agli affari e amicizie dei politici che li governano?
“Credo che indipendentemente da quello che il singolo è interessato a sapere noi dobbiamo fargli sapere tutto quello che secondo noi è giusto che si sappia in una democrazia. Chi non è interessato non compra il libro o cambia canale. Per fortuna noi giornalisti, a differenza dei politici, stiamo sul libero mercato. Se siamo bravi vendiamo i libri, se non siamo bravi non li compera nessuno, se siamo bravi troviamo lavoro se non lo siamo non lavoriamo. I politici no. Ormai si autonominano con una legge elettorale che gli consente di non sottoporsi nemmeno al vaglio dei cittadini e nello stesso tempo, una volta arrivati lì, decidono loro stessi il proprio stipendio e i propri aumenti. Vivono in una realtà che si trova fuori dal mercato; non c’è meritocrazia nella classe politica. Per fortuna a noi giornalisti non capita, io poi sono un freelance e nessuno è obbligato a farmi lavorare”.
Questa differenza ha fatto molto discutere giovedì sera ad Annozero.
“Sì se ne parlava perchè c’era questo strano personaggio, il sottosegretario Castelli, il quale quando si parlava dei costi dei partiti ha risposto chiedendo quanto guadagna Gian Antonio Stella. Stella è rimasto addirittura imbarazzato dalla domanda di Castelli e gli ha risposto d’aver dichiarato circa 300 mila euro compresi i diritti di un libro che ha venduto un milione e mezzo di copie. Essendo Stella il miglior giornalista italiano secondo me guadagna ancora poco, so per certo che fuori dal Corriere della Sera c’è la fila dei giornali che vorrebbero ingaggiare Gian Antonio Stella e quindi, giustamente, il Corriere se lo tiene stretto e per farlo lo dovrà pur pagare visto che ha mercato. Il problema è che lo stipendio di Stella non lo pagano i cittadini italiani ma il Corriere della Sera che è un’azienda privata che usa criteri di merito. Fosse un cialtrone non gli darebbero una lira, non lo farebbero nemmeno lavorare e nessuno lo vorrebbe. Se il suo libro La Casta non avesse venduto una copia all’ultima dichiarazione dei redditi non avrebbe dichiarato quella cifra. Ma cosa devi fare se scrivi un libro e vendi molte copie? Non dichiari il guadagno per non apparire? È una follia… eppure la domanda sullo stipendio di Stella l’ha fatta Castelli e qualcuno magari si sarà anche detto: ‘guarda un po’ quanto guadagna Stella’. Ma a chi interessa, non lo paga mica lui lo stipendio di Gian Antonio Stella”.
Il Ministro Castelli però parlava di finanziamenti pubblici.
“Comincio con il precisare che io sono contro questi finanziamenti pubblici. A parte questo mi chiedo quanto possano essere influenti gli otto milioni di euro che il Corriere della Sera prende dallo Stato su un fatturato della Rizzoli di due miliardi di euro. Se anche non li ricevessero più per il Corriere della Sera non cambierebbe nulla. È una questione ridicola che nasce dal fatto che in Italia si fanno gli sconti sulle spedizioni postali ai giornali. Questo perchè i giornali italiani ricevono meno pubblicità rispetto alle televisioni, che ricevono la parte maggiore. Siamo l’unico paese in Europa che non ha un tetto massimo di pubblicità televisiva per cui i giornali stanno alla fame. Visto che il tetto non si può mettere perchè il presidente del consiglio non lo vuole lo Stato versa questo finanziamento per convogliare sui giornali un po’ dei soldi provenienti dalle pubblicità. È proprio per questo che ci sono i contributi statali a tutta la stampa”.
Non ha mai pensato che le sue battaglie potessero favorire il presidente del consiglio che può così atteggiarsi a vittima?
“Penso che se lui si avvantaggiasse del mio lavoro, invece di denunciarmi quotidianamente o di farmi denunciare dai suoi collaboratori o dalle sue aziende, non dico che mi pagherebbe ma almeno la smetterebbe di perseguitarmi. Potrei anche stancarmi della situazione e se gli faccio comodo l’ultima cosa che può augurarsi è che io smetta. In realtà penso sia una leggenda metropolitana, credo invece che gli facciano molto comodo quelli con i quali si trova molto bene come Vespa. Si può anche andare a vedere con chi se la prendono i suoi giornali e le sue televisioni. Se la prendono sempre contro di noi che lo descriviamo per come è realmente. È contento se qualcuno dice che questo tipo di giornalismo fa il suo gioco perchè, infatti, a sinistra molti ci credono e quindi non lo attaccano più. Veltroni addirittura ha fatto una campagna elettorale senza neanche nominarlo”.
Cosa si può dire dell’opposizione del PD?
“Il PD non ha più nessun legame con la società. Decidono in quattro gatti e poi, quando esplode una protesa come quella degli studenti, degli insegnanti e dei genitori, tentano di rincorrerla in maniera trafelata, ridicola e ritardataria. Temendo che Di Pietro potesse fare sua la rivolta contro la riforma della scuola hanno proposto dei referendum senza nemmeno rendersi conto che non possono farlo. Quando è stata violata la costituzione con la legge Alfano il referendum non lo hanno voluto fare, come se non interessasse alla gente. Se però si va a vedere i sondaggi sul gradimento del governo di Berlusconi ci si accorge che il momento di più basso consenso è stato proprio a luglio con la legge Alfano. Adesso sta nuovamente perdendo punti con la legge sulla scuola”.
È un’opposizione che sbaglia strategia e tempi?
“Questa è la dimostrazione che quando c’è qualcuno che fa un’opposizione in piazza, anche in maniera dura e anche con un referendum, Berlusconi paga pedaggio e se oggi ha un consenso così spropositato rispetto ai meriti, che sono quasi zero, ed ai demeriti, che sono tantissimi, è anche dovuto al fatto che finora si è visto solo Di Pietro in Parlamento”.
Guardando la politica italiana dal Ticino sembra di assistere ad un muro contro muro che non porta a nulla. Ogni tanto sembra che le parti siano più litigiose che costruttive. Lei cosa ne pensa?
“In Italia non vedo niente di tutto questo. Ho visto la campagna elettorale americana dove i due candidati si sono attaccati all’arma bianca mentre in Italia Veltroni non ha mai nominato Berlusconi. Lo avesse fatto magari avrebbe ottenuto qualche voto in più. In realtà ha fatto terra bruciata attorno a se per evitare d’avere accanto coloro che lo attaccavano pensando che questa sarebbe stata una legislatura in cui PD e PDL avrebbero potuto dialogare felicemente. Non possono farlo perchè Berlusconi non ha né interesse né bisogno del dialogo, inoltre ha una concezione della politica in cui chi va al governo prende il potere e quindi fa esattamente quello che vuole travolgendo la costituzione, la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura, la volontà degli insegnanti e degli studenti. Non gliene importa niente di niente”.
In che senso?
“Se ne va in Russia ed annuncia improvvisamente che l’Italia è alleata con Putin anche se nessuno in Parlamento ne ha mai parlato. Non esiste un luogo dove si discute e si prendono le decisioni. C’è un signore che decide e la sua maggioranza, come un esercito di ‘yes man’, alza la mano e applaude. Tutto ciò che pensa e dice diventa legge e vangelo. Mi domando in quale altro paese succede una cosa del genere e se succedesse cosa farebbe l’opposizione. In Italia è praticamente inerte, non fa nulla. Non ci sono più nemmeno le forme della democrazia, è una dittature sudamericana travestita da democrazia perchè mantiene tutte le istituzioni ma queste sono svuotate dal suo interno”.
È questa assenza di democrazia che impedisce alla popolazione o a chi di dovere di chiedere a Schifani, e a chi si trova nella situazione di dover dare delle spiegazioni del proprio operato, di farlo?
“Se certe cose non le si leggono sui giornali e non le si sentono dire alla televisione come si fa ad esserne a conoscenza per poi andare a chiedere spiegazioni a chi di dovere? La campagna elettorale statunitense è servita alla popolazione per farsi un’idea molto precisa di chi erano i due candidati. McCain è anziano ed ha dovuto presentare le proprie cartelle cliniche alla stampa che le ha potute visionare per un pomeriggio intero. Tutto questo per spiegare ai cittadini se un uomo di quell’età può governare in piena salute e coscienza per quattro anni. Noi ogni tanto sentiamo dire che Berlusconi è andato a fare delle ‘cose’ in America; quando pensa che gli faccia comodo da delle informazioni ma non esiste un abitudine di un controllo dell’opinione pubblica su chi detiene il potere. Figuriamoci sulle vicende come quella di Beppe Pisano”.
Chi è Beppe Pisano?
“È stato eletto presidente dell’anti mafia, e stava in barca con Roberto Calvi e Flavio Carboni mentre il Banco Ambrosiano colava a picco. Quando la commissione P2 ha scoperto che frequentazioni aveva Pisano il governo Fanfani lo ha cacciato da sottosegretario al tesoro. Adesso Pisano dovrebbe fare il presidente della commissione antimafia? E nessuno ha detto niente. Quando è stato eletto il PD si è astenuto e alla fine la Finocchiaro ha detto: ‘sarà un grande presidente’. Se l’opposizione non deve dire neppure queste cose sarebbe meglio cambiargli nome, si potrebbero chiamare ‘i diversamente concordi’ come li chiama la vignettista di Repubblica così avremmo capito il loro ruolo nel parlamento italiano. Opposizione è una parola forte; ti devi opporre altrimenti che opposizione sei?”
Prima ha parlato di una dittatura, quali sono le differenze con l’autoritarismo degli anni ’30?
“È una forma nuova perchè come dice Giovanni Sartori questo è un regime mediatico fondato sulla televisione e non più sul manganello; anche se ogni tanto qualche manganello ancora rotea. Non si può quindi parlare di ritorno del fascismo perchè nonostante tutto il fascismo aveva dietro di sè una cultura e un’ideologia. Qui non c’è niente, non c’è cultura ma c’è un’azienda. Se uno prende il governo Mussolini e fa l’elenco dei ministri e poi lo confronta con quello di Berlusconi la differenza è evidente. Mussolini come ministro aveva: Giovanni Gentile, il più grande filosofo italiano; Bottai il più grande intellettuale italiano; Stefani, il più grande economista italiano; Alfredo Rocco, il piu grande giurista italiano; quelli erano fascisti ma almeno qualcosa lo avevano letto. Ora abbiamo un ministro che faceva i calendari, il ministro dell’istruzione fa l’avvocato perchè ha dato gli esami a Reggio Calabria nonostante sia di Brescia… e poi se la prende con i docenti del sud che promuovono tutti. Non c’è nessuna ideologia dietro l’attuale governo, c’è una società che aveva dei problemi e che li ha risolti a carico degli italiani. È un nuovo tipo di regime e non a caso il cavaliere sembra trovarsi a suo agio con Putin”.
Come viene visto il Ticino e la Svizzera dall’Italia?
“Non è che se ne parli molto. Se ne parla sempre quando si scopre che qualcuno aveva dei soldi in Svizzera o cose di questo genere. Viene vista comunque come una terra molto solida e molto chiusa all’interno della quale ci si sente protetti anche con i propri patrimoni, anche se poi si sono fatti molti passi avanti in fatto di segreto bancario. Ce ne siamo accorti quando all’improvviso si è deciso di cestinare le rogatorie perchè si diceva fosse carta straccia. Immaginare che i banchieri svizzeri mandassero ai magistrati italiani carta straccia è decisamente difficile, ci poteva credere giusto qualche imbecille. Quando arriva una contabilità bancaria dalla svizzera è difficile che sia carta straccia. Quando abbiamo intervistato Bertossa, Bernasconi e tanti altri o quando veniva in Italia Carla Del Ponte c’è comunque un’aurea di serietà e professionalità estrema. Se siamo riusciti a far condannare Contrada che prendeva soldi dallo Stato e lavorava per la mafia è stato anche grazie a gente come Carla del Ponte che è andata a testimoniare. C’è un’immagine di serietà che al di la di tutto emana da queste terre”
91 commenti presenti
@Marco Minotti
Ma Lei è è seriamente paradossale o paradossalmente serio? Le altre 5 tv dove le mettiamo? Vogliamo metterci anche che Primo Piano Tg3 è stato recentemente spostato in fascia notturna (che coincidenza!)?
Vogliamo mettere la quantità di ore alla settiamana dei vari Vespa, Fede, Mentana, e perchè no, dei molti minuti dei Feltri e dei Belpietro con relativi ospiti?
Per il resto vediamo come va a finire la querela di Guzzanti (ultimamente ha delle crisi di identità) a Travaglio, Bonini e D’Avanzo per Mitrokhin, e il processo a Moggi/Giraudo per calciopoli.
Ripeto, se Travaglio in meno di 9 minuti sortisce questo effetto significa che centra il bersaglio: ne gioverà la sua acrimonia Sig. Ninotti .
Saluti
Scritto da Candidus il 18 Nov 2008
Candidus, come il suo eroe delle manette se la suona e se la canta. Io le ho semplicemente fatto notare che rai3, il cui controllo lei attribuiva al pdl, di fatto da sempre (unico caso nel mondo occidentale) appartiene agli eredi del PCI, siano cosa uno, cosa due, Progressisti, PDS, DS, SD..(e mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno). So perfettamente in quale stato si trovi l’informazione in Italia, e non da oggi, ma da trent’anni. Ma trovo paradossale che un giornalista (si fa per dire) che attraverso l’etere è diventato un personaggio (col cavolo che avrebbe venduto i suoi libri-spazzatura se non avesse avuto modo di presentarsi in tv a pubblicizzarli) e che continua ad avere i suoi spazi, esponenzialmente superiori a quelli di chi sputtanta in assenza di contraddittorio, si lamenti. Tutto qui. Sulla querelle con l’on. GUZZANTI non c’è da aspettare nulla: fermo restando che Travaglio, dal palco di una trasmissione di RAI2 in prima serata (ma non era controllata da Berlusconi?), ha mosso accuse a chi non poteva controbattere e al quale non sono stati dati trenta secondi per replicare, è stato dall’accusato sfidato a ripetere le stesse accuse in contraddittorio e il pavido velinaro delle procure se l’è fatta sotto e ha declinato l’invito.
Su Moggi: il nostro caro amico delle procure, ha dimostrato di essere un amante sviscierato delle accuse, ma odia come nessuno le sentenze di assoluzione o proscioglimento, tant’è vero che non perde occasione per rimarcare che Moggi sia stato condannato assieme alla Juve, sorvolando sul fatto che la condanna è stata partorita da uno pseudo-tribunale sportivo che ha utilizzato la stessa documentazione che al PM Maddalena (magistrato di un tribunale ordinario) era servita per prosciogliere gli accusati e qui mi fermo perché se dovessi parlare della farsa di calciopoli, dove l’editorialista dell’Unità ci si tuffò a pesce, non basterebbe una giornata intera.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 18 Nov 2008
@Marco Ninotti
Le ho già risposto in merito precedentemente.
Torni pure a giocare a “cucù” con il suo Silvio.
Cordiali saluti
Scritto da Candidus il 18 Nov 2008
Qualcuno ha detto che Grillo non fa più ridere, volevo sapere se questa affermazione è corroborata dalla visione di uno spettacolo, oppure tanto per sparare contro Grillo, tanto qualcuno a cui questa affermazione piaccia si trova facilmente.
Scritto da pellescura il 18 Nov 2008
Marco,
forse vado OT.
Ma su Moggi forse ti sbagli.
A parte il fatto che la procura di Torino archiviò in riferimento a diverse telefonate, intercettate in diverso periodo da quelle di Napoli.
E a parte i miei dubbi in generale sull’inchiesta, competenza e sommarietà del giudizio sportivo, Luciano Moggi è un bene che non faccia più parte del mondo del calcio.
E te lo dico da tifoso juventino.
Quelle telefonate erano uno schifo.
Tutte, nessuna esclusa.
Saluti.
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008
Per tequilero
Quelle telefonate non significano nulla di nulla. O parli con congnizione di causa o fai più bella figura a tacere. Se sei juventino avresti potuto informarti meglio invece di farti tirare addosso badilate di guano senza fiatare, anzi, chiedendo scusa se qualche pezzetto finiva a terra. Calciopoli è stata una farsa, una farsa sulla quale il manettaro si è tuttafo, ripeto, a pesce, perché ha visto che tirava come argomento.
Ripeto poi che le sentenze della Caf e di Sandulli sono uscite fuori dallo stesso materiale con il quale Maddalena aveva archiviato usando queste parole:”..non c’è lo straccio di una prova..” e infatti ad oggi non tempo smentita se dico che c’è stata una condanna basata sul nulla. Hai capito? NUL-LA! Leggiti la sentenza di quel tribunale sportivo squalificato in quanto ILLEGITTIMO (ma il manettaro queste cose non ve le ha dette? vi ha solo spiegato quanto fosse cattivo Moggi?). Sai cosa c’è scritto (se aspetti che t’informi la tricoteuse..campa cavallo che l’erba cresce)? C’è scritto che la Juve non ha truccato nemmeno una partita ma.., colpo di teatro…, ha ricevuto vantaggi in classifica. Proprio così, le partite erano regolari ma Moggi è riuscito a taroccare la classifca. Ora vai dal velinaro delle procure a farti spiegare come sia umanamente possibile lasciare immacolate le partite e avere vantaggi in classfica, poi mi fai sapere cosa ha balbettato.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 18 Nov 2008
Mai letto discussione tanto kafkiana, così piena di luoghi comuni e stomachevole brodaglia giustizialista.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Nov 2008
Io sono uno juventino convinto, e sostengo Moggi. Allo stato attuale delle cose, contro di lui non ci sono prove.
Non stupisce comunque che la giustizia sportiva piacca a travaglianti & c.: è la giustizia come piacerebbe a loro, ossia con la presunzione di colpevolezza, e l’onere della prova invertito.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Nov 2008
Marco,
lasciamo perdere.
Se non capisci quello che intendo dire è meglio non discutere.
Contento tu, contenti tutti.
Saluti
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008
@Tommaso Farina
Devo ammettere che il suo intervento è di notevole aiuto alla discussione.
Scritto da Candidus il 18 Nov 2008
A Tommaso,
guarda che a me non interessa nulla della giustizia sportiva o di quello che emergerà nel procedimento di Napoli.
Quelle telefonate con gli arbitri e con i designatori a me non sono piaciute.
Reato o non reato.
Prova o non prova.
Vantaggi o non vantaggi a favore della juve o del milan o della Lazio o della Fiorentina.
Travaglio o non Travaglio.
Se vuoi capire anche tu bene, altrimenti è meglio che discuti solo con Marco Minotti.
Saluti.
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008
Non parlavo di te eh.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Nov 2008
Che a te quelle telefonate non siano piaciute è una cosa. Che con quelle telefonate, nelle quali non v’è mai traccia di illecito o reato, si sia condannata una società e alcuni dei suoi dirigenti è un’altra. E non è un dettaglio, come sembra invece di capiere dal tuo post, se ci sia stato o meno reato, se ci siano state o meno prove. Forse lei è della scuola Travaglio, per cui reati commessi e prove sono noiosissimi cavilli dei quali si farebbe volentieri a meno. Io, da garantista preferisco ragionare sui fatti, sui reati, sulle prove.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 18 Nov 2008
Marco continui a non capire.
Peccato.
Ciao
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008
A Tommaso Farina: si parla spesso di onere della prova invertito per la giustizia sportiva, ma si tratta di un’invenzione giornalistica. Non esiste un articolo o un comma che lo stabilisca, anche perché è impossibile provare quel che si sostiene non esser stato fatto. Ad esempio, se accusassero la squadra x di aver taroccato l’incontro y, quali e lo si sostenesse senza presentare prove, appellandosi al principio dell’inversione dell’onere della prova, quali prove dovrebbe presentare la squadra accusata per provare il contrario?
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 18 Nov 2008
Io ho capito tequilero.
Per te le telefonate sono state una brutta cosa.
Per me no. Io al telefono faccio un sacco di battute, per esempio. Allo stato attuale, il fantomatico episodio del “sequestro” dell’arbitro Paparesta (che, detto tra parentesi, non ne ha fatto memoria nel suo referto) è una barzelletta di Moggi.
Scritto da Tommaso Farina il 18 Nov 2008
Per me se con la crisi economica fallissero le societá calcistiche e finisse il campionato sarebbe festa grandissima… ci hanno rotto le palle con sto calcio ad ogni ora del giorno e della settimana.
Scusate lo sfogo…. 😀
Scritto da Zazo il 18 Nov 2008
Tommaso,
per come la vedo io al telefono puoi dire quasiasi cosa, comprese le balle.
Il problema è che quelle telefonate non dovevano proprio esserci.
Un Dirigente di qualsiasi Società Sportiva non dovrebbe intrattenere quei rapporti con la classe arbitrale e non dovrebbe rifornirli di schede non rintracciabili.
L’esistenza o meno di reati spetterà ai Giudici stabilirlo.
Credimi, la modalità con cui sono uscite le telefonate e il modo in cui sono state coinvolte le persone non è piaciuto anche a me.
Cito, a titolo di esempio, Franco Melli, grande giornalista sportivo, sia sul piano professionale che su quell’umano.
Messo in mezzo come se avesse compiuto chissà quale nefandezze, quando in realtà si era limitato a svolgere il ruolo di bastancontrario di inter e milan al Processo del Lunedì.
Questo, però, non toglie, che io, da tifoso juventino e da amante dello sport, mi sia sentito offeso ed indignato, per il sitema che è uscito fuori da quelle telefonate.
Se per questo modo di pensare e vedere le cose, divento automaticamente della “scuola di Travaglio” … pazienza.
Ciao
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008
Anche io mi sono sentito offeso e umiliato, come italiano, delle telefonate con le quali il PdC Romano Prodi si interessava degli affari personali di parenti e amici. Niente di penalmente rilevante, ha detto la procura: ma la questione morale dove la vogliamo mettere?
Scritto da asdrubale il 18 Nov 2008
Bravo Asdrubale,
sono la stessa identica cosa!
Concordo con te, chiunque al telefono si interessa di far lavorare, magari nel servizio pubblico, amici od amiche, non dovrebbe fare il PDC.
Ciao
Scritto da tequilero il 19 Nov 2008
Che dirigenti e designatori non potessero intrattenere rapporti è una balla, ben confezionata per chi voleva crederci e per chi voleva, a tutti i costi, trovare un appiglio per condannare senza “lo straccio di una prova”. Il tanto decantato Giacinto Facchetti, presidente della squadra i cui amministratori delegati ricoprivano cariche di rilievo in Telecom, società sponsor del campionato, nonché gentile fornitrice di 100000 intercettazioni, quando la sua squadra giocava a Livorno, alloggiava a casa di Bergamo, suo amico, come lo è da trent’anni di Moggi.
Quando avrai voglia di informarti, tequilero, scoprirai che la società con sede in via Durini in Milano, quella premiata con uno scudetto dell’onestà, era l’unica ad aver commesso illeciti da retrocessione, illeciti certificati da un tribunale ordinario; per intenderci un tribunale che, a differenza di quello sportivo – allestito ad hoc per poter emettere una sentenza di condanna senza incontrare intoppi, abolì un grado di giudizio e il patrocinio della difesa -, permette all’imputato di difendersi. Ma io non ricordo articoli di Marco Travaglio a riguardo, non ricordo abbia scritto nulla sul fatto che un signore, ex amministratore della società Inter F.C. e amministratore Telecom, si arrogò un potere che non aveva, abolendo, come accenavo poco fa, un grado di giudizio e azzerando i vertici CAF per nominarne di nuovi (da qui una sentenza, quella che fa tanto godere la tricoteuse di ANNO ZERO, da considerarsi nulla). Ricordo solo che il manettaro commentò una intercettazione in cui erano state apportate modifiche tali da stravolgerne il senso (così, tanto per sottolinearne la professionalità).
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 19 Nov 2008
Si, Tequilero, hai ragione, e pure quelli che distraggono i finanziamenti al partito per scopi personali: tutti a casa!
Naturalmente indagini accurate devono essere svolte su tutti i leader politici. Voglio proprio vedere come sono stati fatti assumere certi giornalisti alla RAI, per esempio.
Scritto da asdrubale il 19 Nov 2008
Marco, prendo atto che per te quei rapporti e quelle schede telefoniche regalate non hanno alcun significato e alcun valore.
Per me è diverso.
L’unica cosa che ti chiedo è se esiste la possibilità, come accaduto con Tommaso, di discutere della cosa senza dare all’interlocutore del solito Travaglino giustizialista.
Poi fai come ti pare.
@ Asdrubale,
per me va benissimo. Tutti a casa.
E anche io sono curioso di sapere come sono entrati certi giornalisti in Rai e come sono stati scelti negli ultimi anni i Direttori delle Reti Rai e dei vari TG.
Ciao
Scritto da tequilero il 19 Nov 2008
Scusa, ma all’interlocutore non ho dato del Travaglino, ho semplicemente sottolineato il comportamento dell’editorialista dell’Unità e il suo prodigarsi per disinformare. L’attacco era rivolto a Travaglio, non all’interlocutore. Se ieri ho scritto in un post “..Forse lei è della scuola Travaglio, per cui reati commessi e prove sono noiosissimi cavilli dei quali si farebbe volentieri a meno..” era solo perché l’interlocutore aveve appena finito di dire che le prove non gli interessavano, nonostante si discutesse su una sentenza, per di più di condanna.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 19 Nov 2008
Sulle schede: la storia delle SIM svizzere date agli arbitri è tutta da provare, per il momento si tratta di una mera ipotesi. Ripeto poi che nel processo di cui di riempie la bocca Travaglio quando parla di Moggi condannato, la questione delle sim svizzere non era stata ancora contemplata. Nell’emettere la sentenza il tribunale non le ha quindi potute prendere in considerazione. Va detto però che con gli arbitri accusati di trattenere un canale riservato di contatti con Moggi, la Juve fece meno punti della sua media stagionale, a differenza dell’inter che con quegli arbitri ne fece di più. (ah, quante cose ha dimenticato di raccontare Travaglio)!
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 19 Nov 2008
Marco,
Io non volevo discutere della sentenza sportiva di condanna di Moggi.
Ho detto che i procedimenti comunque vadano a finire, non mi interessano per esprimere un giudizio su quello che ho letto.
Sui rapporti di Moggi con la dirigenza arbitrale, con Innocenzo Mazzini e alcuni arbitri.
Su quelle telefonate e su quella storia delle SIM.
Sul punto, poi, credo che non abbia smentito lo stesso Moggi, quando ha parlato di necessità di proteggere se stesso e la Juve da possibili atti di spionaggio.
A me Moggi non manca per niente.
Se ti vengono ancora in mente Travaglio, il velinario delle procure e i giustizialisti non ho la più pallida idea di come fare.
Magari ci provo con un disegnino.
Saluti.
Scritto da tequilero il 19 Nov 2008
tequilero, forse dimentichi l’oggetto della discussione, che era appunto Travaglio e il suo modo di “informare”. Io, presentando argomenti che ritengo validi, sostengo che la faccenda ribattezzata “Moggiopoli” era una farsa e che, nonostante questo, Travaglio ci si sia tuffato per sostenere, come sempre gli capita, l’accusa. Accusa che a mio modo di vedere era e rimane assurda per un’infinità di ragioni, alcune delle quali già illustrate.
Neanche a me interessa discutere qui della farsa del 2006, ho già altri siti dove farlo.
Saluti a te.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 19 Nov 2008
Marco, non dimentico l’oggetto della discussione.
Ma noterai che il mio primo post non diceva alcunché in riferimento a Travaglio.
Secondo, fin dalla tua prima risposta, hai scritto che mi sono lasciato infinocchiare dal grande imbroglione editorialista dell’Unità e che mi ero bevuto tutto quello che scriveva.
Per concludere dicendo che ero della sua stessa scuola.
Ebbene, non ci crederai, ma non ho letto nemmeno un articolo di Travaglio sul Calciopoli.
Non ho la più pallida di cosa ne pensi e, oltretutto non me ne frega proprio nulla.
Riesco a farmi un’idea delle cose anche senza leggere MT. Pazzesco eh?
Io ho capito la tua posizione.
Non la condivido, ma la rispetto, visto che non ti ho affibbiato alcuna etichetta.
Ti risulta impossibile rispettare la mia di posizione?
Me ne farò una ragione.
Saluti.
Scritto da tequilero il 19 Nov 2008
tequilero, tu sei intervenuto per dirmi che su Moggi mi sbagliavo e io, che ho argomenti validi per sostenere l’esatto contrario, ti ho risposto. Hai tirato fuori un po’ di luoghi comuni sull’argomento e io ho prontamente controbattuto e dal momento che, pur non avendolo letto, hai fatto tue le tesi del manettaro, l’ho sottolienato. Tutto qui.
Un saluto a te
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 20 Nov 2008
Ok Marco,
lo sai qual’è la cosa curiosa?
Che anche il nostro Amato Leader, non avendo mai lettoTravaglio, ha tirato fuori un bel pò di luoghi comuni e si è iscritto alla sua scuola.
Ha parlato di Milan vittima del sistema e di scudetti rubati che dovevano essere restituiti.
Scrivigli una bella lettera per fargli capire che si sbagliava.
Ciao
Scritto da tequilero il 20 Nov 2008
tequilero: se il tuo ultimo post sott’intendeva una mia non meglio precisata simpatia per Berlusconi beh, per l’ennesima volta hai toppato; non sono mai stato un suo elettore. Se volevi rimarcare il fatto che in molti si siano gettati sullo scandalo per cercare di ottenere qualcosa, sposando la tesi colpevolista, possiamo essere d’accordo.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 20 Nov 2008
No Marco,
non volevo affibbiarti nessuna simpatia per Berlusconi.
Volevo solo sottolineare quello che è effettivamente accaduto in quel periodo.
Berlusconi non aveva dubbi sull’esistenza di un sistema in cui, ovviamente, erano coinvolti i singoli e non le società in quanto tali.
Un sistema che aveva penalizzato il Milan, facendogli perdere due scudetti.
Arrivando al punto di richiedere l’assegnazione dei due titoli.
Per quanto riguarda il toppare, permettimi.
Io esprimo un giudizio sul comportamento di Moggi, Bergamo, De Sanctis, Mazzini, Lanese ecc. ecc..
Giudizio completamente negativo.
Un Dirigente Sportivo non deve avere quei rapporti con gli arbitri.
Non si devono telefonare per parlare di quali arbitri mettere o non mettere in griglia.
Non si devono telefonare per parlare di sistemare Zeman.
Tu ritieni che quel comportamento fosse assolutamente normale, che rientrava nella normalità di una gestione sportiva e che nulla di nulla può essere mosso nei confronti di quelle persone.
Il calcio è così, inutile fare i puritani.
Ho toppato per questo?
Mi va più che bene.
Ciao.
Scritto da tequilero il 20 Nov 2008
Il fatto che tu ritenga “negativo” il comportamento di Moggi non significa che per questo dovesse essere sanzionato lui e la Juve.
Calciopoli è stata una farsa, una vergogna tutta italiana e semmai un giorno si riuscirà a scrivere quello che è veramente accaduto, tutti gli juventini come te, che si sono fatti abbindolare dal peggior giornalismo d’occidente (il nostro) dovranno fare ammenda. Noto poi che continui a sbagliare e mi chiedo se non sia da attribuire alla scarsa conoscenza che hai dell’argomento l’opinione che ti sei formato: Moggi non ha mai parlato al telefono con gli arbitri (Facchetti e Moratti ne ricevevano uno a casa loro, ma a te questo non sembra scandalizzarti), non ha mai chiesto favori ai designatori, telefonate tra designatori e dirigenti erano all’ordine del giorno e del tutto lecite. Se poi Moggi aveva in antipatia quel mezzo allenatore di Zeman, era affar suo. Se parlava male di Della Valle è cosa che riguarda solo lui. O forse tu ritieni giusto distruggere, massacrare, umiliare un uomo e una società come la Juventus, sulla base di conversazioni private al telefono?
Scritto da Marco Ninotti il 20 Nov 2008
Marco,
ho scritto due giorni fa quello che pensavo sulla modalità di uscite le telefonte e del modo in cui sono state coinvolte le persone.
Inutile ripetermi.
Nessuno mi ha abbindolato, e non devo fare ammenda di un bel niente.
Ho detto, e lo ripeto, che è un bene che Moggi non faccia più parte del mondo del calcio e che non sia più un Dirigente della Juve.
E, credimi, sul punto non intendo fare ammenda di un bel niente.
La Juve era, è, e resterà la mia squadra.
Moggi è stato di passaggio.
Di quello che hanno fatto Moratti e Facchetti non mi interessa un bel nulla, problema degli Interisti.
Ora, però, voglio io farti una domanda.
Bergamo aveva o no una Sim Svizzera?
E secondo te, è normale che un Designatore arbitrale abbia una sim del genere?
Indipendentemente dal fatto se l’ha utilizzata o meno.
Voglio solo sapere se per te è una cosa normale che un Dirigente di un squadra dia una sim svizzera al Designatore degli arbitri.
Solo questo mi interessa.
Ciao
Saluti.
Scritto da tequilero il 20 Nov 2008
Moggi conosce e frequenta Beragamo da trent’anni, sono amici, come l’ex designatore lo era di Facchetti, tanto da ospitarlo a casa sua quando l’inter giocava a Livorno (e se anche non t’interessa nulla dell’inter e di Facchetti, la vicenda rende più chiaro quale sia l’ambiente). Quando Moggi si accorse di essere spiato (e lo era su mandato della F.C. Inter, visto che sono state trovate le fatture dell’agenzia investigativa Polis d’Istinto, quella coinvolta nello scandalo della Telecom di Tronchetti Provera e Buora, amministratori sia in Telecom, sponsor del campionato, sia dell’inter F.C.), e visto che al telefono gestiva e concludeva la compravendita dei calciatori, si tutelò acquistando schede straniere. Trovandosi a parlare con Bergamo che, ripeto, conosce e frequenta da trent’anni, e raccontandogli di quel che aveva intuito, diede anche a lui una tessara spiegandogli che avrebbe potuto utilizzarla nel caso avesse dovuto parlare con qualcuno di questioni riservate. Moggi non gli ha mai dato la scheda svizzera per loschi disegni e la cosa non costituisce alcun reato e infatti la scheda di Bergamo non è mai stata usata.
Detto questo è tuo sacrosanto diritto pensare quel che credi su Moggi, su Bergamo, su Facchetti o su Moratti. Altro è affermare che quel che faceva Moggi fosse da sanzionare con la Juve in B a -10 e Moggi radiato. Io un’opinione me la sono fatta sulla base di fatti e i fatti dicono che c’è stata una squadra e delgi uomini distrutti e umiliati sulla base di un’operazione che i sovietici chiamavano “disinforacia” e tu la tua opinione te la sei fatta proprio su detta operazione.
Un saluto
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 21 Nov 2008
Marco, scusami
senza che vado a rileggermi tutti i post.
Quando ho affermato che quel che faceva Moggi era da sanzionare con la Juve in B a – 10?
Ho affermato che sono contento che Moggi non faccia più parte del mondo del calcio.
Ed è un affermazione che continuo a sottoscrivere, indipendentemente dal fatto che sia stato radiato, o inibito per 1 o 2 o 5 anni.
Se la nostra discussione verte su questo, allora è meglio che lasciamo perdere.
La mia opinione, è basata sul contenuto delle telefonate e sui comportamenti di Moggi.
Del tutto leciti, normali e di ordinaria amministrazione per quanto riguarda il mondo del calcio, a tuo modo di vedere.
Io la penso diversamente, così come su Bergamo e le sim svizzere regalate.
Vedo, infine, che non hai il minimo dubbio sul fatto che sia tutto un complotto, sui responsabili di questo complotto, e sul tipo di complotto messo in atto.
Sono contento per te.
Ciao
Scritto da tequilero il 21 Nov 2008
Guarda tequilero, tutto nasce dal tuo post in risposta al mio nel quale accusavo Travaglio di muovere accuse del tutto false all’on. GUZZANTI o di non tenere conto delle richieste di proscioglimento da parte di un magistrato ordinario, nel caso di Moggi.
“Marco,
forse vado OT.
Ma su Moggi forse ti sbagli.
A parte il fatto che la procura di Torino archiviò in riferimento a diverse telefonate, intercettate in diverso periodo da quelle di Napoli.
E a parte i miei dubbi in generale sull’inchiesta, competenza e sommarietà del giudizio sportivo, Luciano Moggi è un bene che non faccia più parte del mondo del calcio.
E te lo dico da tifoso juventino.
Quelle telefonate erano uno schifo.
Tutte, nessuna esclusa.
Saluti.
Scritto da tequilero il 18 Nov 2008”.
Dove dimostri di non conoscere adeguatamente la faccenda, infatti come ho già riportato, la CAF ha emesso la sentenza di condanna utilizzando esattamente lo stesso materiale che a Maddalena aveva fatto dire “non c’è lo straccio di una prova”.
Io non ho mai parlato di complotto. Nel nostro paese non ne abbiamo bisogno; siamo abbastanza svegli e subdoli da capire, senza accordi preventivi che caratterizzano appunto il complotto, come si evolvono le cose e quale sia la posizione da prendere, le cose da rimuovere, quelle da evidenziare, cosa dire o scrivere negli organi di informazione etc. È sufficiente che il “direttore d’orchesta” – per usare una similitudine che prendo a prestito da Arturo Gismondi -, faccia partire il concerto, dopodiché i singoli componenti l’orchesta sanno come e quando iniziare, quando fermarsi, quando riprendere..Un po’ come avvenne tra il ’92 e il ’94 per tangentopoli.
Detto questo ripeto il concetto: hai tutto il diritto di pensare quel che vuoi su Moggi e su chiunque, ti consiglio però di informarti bene prima di esprimere un’opinione.
Un saluto
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 21 Nov 2008
Ok Marco,
per me discussione finita.
Confermi anche tu che nel mio post che hai riportato, non parlo delle sanzioni alla Juve, parlo di Moggi.
Credimi mi sono informato benissimo sulla questione.
Ho letto le telefonate e le sentenze di Ruperto e Sandulli.
Ed è su quei documenti che si è formata la mia opinione su Luciano Moggi.
Ciao
Scritto da tequilero il 21 Nov 2008
Anche per me la discussione è chiusa, ma se avessi letto con attenzione le sentenze (le telefonate non dicono assolutamente nulla, non ce n’è una dove si consumi un illecito, dove Moggi chieda favori) ti saresti accorto che smontano completamente l’impianto accusatorio laddove si può leggere che le designazioni arbitrali erano regolari, non c’era cupola, le partite erano regolari…. Dopodiché c’è il coup de teatre quando scrivono che la Juve ha avuto vantaggi in classifica pur non avendo truccato le partite, perché è “concettualmente ammissibile” una cosa del genere. In definitiva una sentenza illogica in maniera disarmante….con buona pace del manettaro che ancora parla di un Moggi che truccava i “campionati” (per dire quanto sia subolo la tricoteuse di Anno Zero che sa che se dicesse “ha truccato le partite” potrebbe essere querelato).
Un saluto e forza Juve
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 21 Nov 2008
@Marco Ninotti
Caro Marco, a me il calcio non mi interessa(sono un giocatore e appassionato di basket), ma i miei amici mi tartassano sempre tutte le volte che usciamo a parlare di calciopoli.
Mi può suggerire dove posso reperire le informazioni che lei citava nei suoi post, in modo tale da avere almeno qualcosa da dire la sera davanti a una birra?
Grazie
Scritto da Federico il 21 Nov 2008
Con la premessa che molte informazioni e articoli li ho reperiti sul web nei due anni che ci dividono dallo scandalo, questo uno dei siti più completo, dove potrai trovare aritcoli informazioni e quant’altro:
http://www.ju29ro.com/
o anche:
http://www.giulemanidallajuve.com/index.asp.
Nei menu troverai anche i titoli di libri che hanno trattato della faccenda.
Un saluto e buona lettura
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 21 Nov 2008