CULTUR@. The “body” horror picture show!
20 Novembre 2008di Nicoletta Salata per dituttounblog.com
E’ approdata in questi giorni a Marsiglia “Our body, à corps ouverts”, la mostra itinerante che ha dato adito a diverse discussioni in Francia. Dopo aver girato il mondo battendo ad ogni tappa il record di visitatori, la Cité des Sciences della Vilette di Parigi l’aveva infatti rifiutata mentre al centro culturale La Sucrière di Lione è stata accolta con grande interesse e vi è rimasta da maggio ad agosto registrando più di centomila visitatori.
Al Palais des Arts di Marsiglia, dove la rassegna è sbarcata il 12 novembre scorso, resterà fino al 12 gennaio 2009.
L’esposizione consiste in una inquietante parata di esemplari con…trascorsi umani…sottoposti ad una serie alquanto macabra, seppure scientifico-didattica nell’intento, di operazioni che vanno dallo scalpo allo scuoiamento totale, dallo svisceramento ad una sorta di imbalsamazione ottenuta attraverso un procedimento di “impregnazione polimerica”. Si tratta di un recente metodo utilizzato per l’insegnamento in ambito medico, che contrariamente all’utilizzo della formalina conferisce solidità e garantisce la conservazione dei tessuti intatti. Disidratato e seccato con una preparazione a base di gas, il corpo è asciutto al tatto e non tossico. Praticamente eterno!
Il fatto più sconcertante è che si tratta infatti di cadaveri umani, principalmente asiatici, e altrettanti organi che così trattati rivelano tutta la complessità del corpo umano e le sue funzioni.
I visitatori possono scoprire il sistema muscolo-scheletrico, il sistema nervoso, l’uro-genitale, respiratorio, digerente e vascolare come fossero davanti al tavolo delle autopsie. L’aspetto pseudo-artistico della mostra si suppone si esplichi però essenzialmente nel fatto che i protagonisti di questa rappresentazione non sono stesi stecchiti sul gelido marmo ma vengono proposti mentre svolgono alcune azioni assumendo quindi posizioni plastiche e creative.
Indagando sulle origini e i risvolti di questa attività che da scientifica è diventata (o pretende di esserlo) artistica, si scopre che il vero inventore, il quale ne rivendica la paternità nel suo sito, è il sessantaduenne dottor Gunther von Hagens ideatore della mostra originale Body Worlds.
Il suo nome (certamente influenzati dalla conoscenza della vicenda) a pronunciarlo infonde già un sentore di occulto e sinistro, perfino un presumibile gusto dell’horror. Era il 1977 quando mentre lavorava come ricercatore e assistente presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Heidelberg, questo novello sperimentatore si adoperava quasi ossessivamente nella ricerca di un metodo di conservazione tale da consentire un’ osservazione anatomica più realistica.
Elaborò quindi una tecnica chiamata “plastination” secondo la quale i liquidi e i grassi vengono sostituiti tramite particolari processi con polimeri reattivi come silicone, resine epossidiche, poliesteri, dando forma e consistenza all’ organo e permettendo così di poterlo esaminare e studiare direttamente. Von Hagens depositò un brevetto per la sua invenzione e continuò a lavorare per migliorare il metodo. Ci sono voluti 13 anni per creare il primo “plastinate” completo ed …esteticamente perfetto e presentabile come “opera d’arte”. Nella sua attività è da tempo affiancato dalla moglie, Dott. Angelina Whalley, conosciuta …in una fase di dissezione…tra i banchi di anatomia, la quale ha assunto il ruolo di creativa e designer.
Insomma in nome della divulgazione scientifica in queste mostre si espongono i corpi di presunti donatori (all’uscita della mostra pare ci sia un guest-book in cui ci si può…prenotare per il futuro trattamento), che anche in questo modo hanno evidentemente ritenuto, stando alle parole di von Hagens di poter “attenuare l’angoscia di perdere la vita, attraverso la possibilità di estendere la propria esistenza fisica dopo la morte”.
Non un cinematografico “Dottor Morte” quindi (come è stato più volte ribattezzato) ma un sapiente sciamano con …molta vena artistica!