Rifiuti. Le ecoballe campane
28 Novembre 2008Come spesso accade, i tedeschi riescono a fare alcune cose meglio di noi. I rifiuti della Campania non hanno cessato di essere un problema, anche se apparentemente non se ne parla molto nelle news delle nuove discariche e sull’inceneritore (pardon termovalorizzatore) in costruzione. Secondo l’articolo che riporto, le ecoballe campane che mandiamo ad incenerire in Germania alla modica cifra di circa 200.000 Euro al giorno, in realtà vengono trattate in uno stabilimento per il riciclaggio, con grande recupero di materie prime. Il tutto in un impianto costato 75 milioni di Euro, a fronte dei 200 inizialmente previsti per il termovalorizzatore campano, ancora da ultimare e con una lista infinita di adeguamenti tecnici e di costi aggiuntivi. (sf)
GIUGLIANO. “Nessun rifiuto del passato per le future generazioni, nessun rafforzamento dell’effetto serra attraverso i nostri rifiuti, un contributo al clima e una protezione per le risorse!” Questa frase e questa immagine accolgono i visitatori del sito internet della società tedesca WEV (Westsaechsische Entsorgungs-und Verwertungsgesellschaft). Der Spiegel, il più importante settimanale tedesco, già qualche mese fa aveva lanciato l’allarme, facendo un lungo reportage sui rifiuti campani esportati in Germania. Il settimanale tedesco aveva parlato dei “treni della vergogna”, così sono definiti i treni carichi di rifiuti che dalla Campania arrivano in Germania. Una vergogna che all’Italia costa circa 200.000 euro al giorno.
Der Spiegel aveva focalizzato la sua attenzione sulla società italiana Ecolog (gruppo Ferrovie dello Stato), la società che ha trasportato via treno migliaia di tonnellate di spazzatura campana in Germania (tra gli indagati dai pm napoletani spiccano anche i vertici della Ecolog). Due i siti di destinazione dei “treni della vergona”: da una parte l’inceneritore di Bremerhaven (nord), gestito dalla Remondis. Dall’altro, l’impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern, nei pressi di Lipsia (in Sassonia), controllato dalla WEV. “Uno dei destinatari è la Remondis, la maggiore compagnia tedesca di smaltimento rifiuti, – scriveva Der Spiegel – il rimedio temporaneo che dura ormai da sette anni avrebbe fatto decidere la Remondis di costruire un nuovo inceneritore dedicato allo smaltimento dei rifiuti campani vicino alla frontiera lussemburghese”.Gli ambientalisti tedeschi avevano immediatamente protestato.
La grande novità che emerge dall’indagine del settimanale tedesco è rappresentata dal fatto che gran parte dei rifiuti campani non sono stati inceneriti, come si ostinano a ripeterci tutti i giorni tutti i nostri politici e tutti i mezzi di informazione, ma sono stati riciclati dall’impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern. Il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti non è, quindi, una proposta utopica ma, in Sassonia, è una solida realtà. L’impianto di Croebern ha una capacità di riciclo di 300.000 tonnellate di rifiuti urbani l’anno, è costato circa 75 milioni di euro, si sviluppa su un’area di 36 ettari. L’impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern è da prendere ad esempio, in quanto rappresenta una seria alternativa alla politica degli inceneritori, delle mega discariche e dei tombamenti.
L’Italia, un Paese senza materie prime, non può permettersi di incenerire, seppellire e tombare i propri rifiuti.
Le “ecoballe” di Taverna del Re dovranno essere smaltite tramite il TMB, né più né meno di come stanno facendo i tedeschi.
Presidio permanente di Taverna del Re – Giugliano (NA)
fonte dell’articolo: internapoli.it
3 commenti presenti
Giàgiàgià, anche perchè gli inceneritori non hanno vantaggio a bruciare il composto umido, nessun sano di mente lo farebbe mai, avete mai provato a bruciare una banana o una bottiglia di vetro?
In Germania gli inceneritori stanno per chiudere per mancanza di materia prima, hanno trovato nel business campano un’ancora di salvezza, naturalmente noi Italiani che siam sempre svegli costruiamo ora gli inceneritori che sono una tecnologia in disuso che incentiva a non fare la raccolta differenziata (l’inceneritore ha bisogno di bruciare sempre per funzionare)
L’ArrowBio che si usa a TelAviv è una evoluzione dei TMB, in più in Italia abbiamo un brevetto (Vedelago) che ci invidiano in tutta Europa che però solo un’amministrazione locale in Italia ha avuto il coraggio di portare avanti.
Questo brevetto permette il riciclo del 99% dei materiali.
http://polinux.altervista.org/polinux-post.php?tit=politica03-08-08
Questo link riporta a un po’ di materiale che avevo raccolto.
P.s. Le ecoballe non possono essere bruciate così come sono contengono di tutto compresi rifiuti altamente tossici.
P.P.S. Grazie al decreto sull’emergenza (governo Berlusconi) rifiuti è stato legalizzato lo sversamento di alcune sostanze tossiche nelle discariche adibite ai rifiuti semplici
Scritto da Francesco B il 28 Nov 2008
Se si va a leggere il sito della ditta tedesca WEV (http://www.e-wev.de/), magari con l’aiuto di un dizionario online (http://dict.leo.org/) si trova che in realtà non c’è questo “grande recupero di materie prime”. Viene riciclato solo il metallo (3% dell’input), il 50% viene incenerito, e il restante 47%, la frazione organica, viene compostato per 13 settimane, durante le quali si riduce del 30-40%, e poi inviato in discarica.
Quindi nulla di tecnologicamente strabiliante.
Scritto da Stefano il 4 Dic 2008
Stefano,
non mi sembra un risultato disprezzabile, secondo il rapporto sulla raccolta differenziata della provincia di Reggio Emilia, tanto per fare un esempio, nell’anno 2000 la percentuale di metalli ferrosi raccolti era del 1,07%, l’alluminio allo 0,048%
Saluti
Scritto da Sergio Fornasini il 4 Dic 2008