Cultur@.Il “languorino” contraffatto con favola e morale.
24 Dicembre 2008di Nicoletta Salata per dituttounblog.com
La Direzione Generale delle Dogane in Francia, nella persona del suo direttore Jérôme Fournel, ha comunicato due giorni fa di avere sequestrato a Rangis dieci tonnellate di cioccolato Ferrero contenuto in refrigeratori provenienti dalla Turchia. Si tratta di 32.000 scatole il cui valore è stimato in 223.000 euro. Tra queste anche un quantitativo del famoso Ferrero Rocher, di cui alcuni campioni sono stati subito sottoposti ad un test effettuato dalle autorità doganali nel laboratorio di Parigi che ha rivelato che i prodotti sequestrati non sono pericolosi. Nei primi undici mesi del 2008 sono state sequestrate in Francia 5,4 milioni di merci contraffatte, il 40% in più rispetto al 2007.
Torniamo in Italia. Il Gruppo Ferrero, con sede a Pino Torinese, è il quarto gruppo dolciario al mondo (dopo Nestlé, Mars, Altria/Philip Morris Group); conta 36 società operative, 16 stabilimenti e circa 19.600 dipendenti.
Rapido excursus. È il 1946 quando dal laboratorio sito ad Alba di Pietro Ferrero esce il primo prodotto; la pasta Gianduia a base di nocciole che si taglia a fette e si mette sul pane. Il successo è immediato, il laboratorio si trasferisce in uno spazio più ampio e il 14 maggio del ’46 nasce ufficialmente l’industria Ferrero. L’alluvione del ’48 che seppellisce di melma i macchinari e la prematura morte di Pietro nel ’49 non arrestano l’entusiasmo. Il testimone passa al fratello Giovanni e nel decennio successivo grazie alla flotta di 200 furgoncini (che poi diventeranno un migliaio) che distribuiscono il prodotto in Italia e quasi mille dipendenti la produzione arriva a 3.800 quintali l’anno. Inizia l’avventura all’estero. Prima Germania, poi Francia (nel frattempo il controllo passa al nipote ventenne Michele) e via via in altri paese europei. Negli anni ’60, con il baby-boom si delineano nuove esigenze di mercato: nel ‘64 nasce la Nutella, conosciuta in tutto il mondo e fenomeno studiato perfino dai sociologi. Nel ’68 il Kinder Cioccolato, la barretta che farà da “ponte” con gli USA: nel ’69 viene aperto un ufficio a New York. Negli anni ‘70 si intensifica lo sviluppo all’estero, Portorico, Equador, Hong Kong, Australia. Negli anni ’80 viene istituita la Fondazione Ferrero . “Lavorare, creare, donare” sono i principi guida delle sue attività indirizzate in tre campi: cultura, sociale, impegno verso i giovani. Negli anni ’90 un grande rilancio: in occasione del campionato mondiale di calcio, Ferrero e “Italia ‘90” promuovono un’iniziativa di grandissimo successo che si rinnova con l’edizione del ’94. Anno in cui un’altra terribile alluvione non scoraggia neppure i dipendenti che nonostante abbiano le case in parte distrutte lavorano accanto ai manager e alla famiglia Ferrero per riportare in sole due settimane la “loro” fabbrica in attività. Nel ’97 una nuova generazione fa il suo ingresso in azienda rafforzando la vocazione internazionale e confermando l’immutata passione: creare dei prodotti squisiti e di alta qualità per nutrire in modo sano e rendere un po’ più dolce la vita di tutti.
Curiosità.
I Kinder Cioccolato prodotti in 2 giorni basterebbero a ricoprire la Mole Antonelliana.
Con i Kinder Sorpresa prodotti in un giorno e mezzo si potrebbe lastricare piazza San Carlo di Torino.
Il latte utilizzato da Ferrero in un anno potrebbe alimentare per 3 minuti le Cascate del Niagara.
Per produrre un giorno di Mon Chéri ci vorrebbe un albero di ciliegie alto 40 piani.
Le nocciole utilizzate in 2 anni da Ferrero potrebbero riempire un cesto grande come l’Arena di Verona.
La fila dei vasetti di Nutella prodotti in un anno è lunga quanto la circonferenza della Terra.
La fila dei Pocket Coffee prodotti in 4 mesi sarebbe lunga quanto la Grande Muraglia.
I Ferrero Rocher prodotti in una settimana basterebbero a ricoprire la Piramide di Cheope.
La notizia della contraffazione dei Rocher è stata l’occasione per rispolverare questa sorta di “favola” italiana, la cui morale potrebbe essere, attingendo da uno dei claim utlizzati da Ferrero: “idee nuove, cose buone”.
Dato che l’anno sta finendo e quello nuovo avanza, speriamo che questo motto abbinato alla cioccolata venga adottato ed applicato nello scenario del Paese.
Decisamente meno dolce; spesso acidulo, amarognolo, tendente all’indigesto?
P.S. Dato che Tic Tac (Ferrero ovviamente) è il confetto più venduto al mondo, con un ipotetico numero di confetti prodotti al giorno a qualcuno viene in mente cosa si potrebbe fare?