Trovate le differenze!
8 Gennaio 2009click per ingrandire l’immagine
Osservate attentamente l’immagine soprastante : le due donne in essa rappresentate, sebbene molto simili, non sono la stessa persona. Una di loro e’ Maria Rosaria Carfagna, ministro italiano per le impari opportunita’; l’altra e’ Irina Spalko, la spietata responsabile del reparto militare sovietico “guerra psichica” nel film “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo“. Il primo dei miei 24 lettori che sapra’ associare correttamente nomi e immagini vincera’ il sexy calendario di Irina Spalko. O era di Mara Carfagna ?
(un simpatico test proposto dal blog UglyKidBlog.it)
4 commenti presenti
Per me non si assomigliano per niente. La russa sembra di più la Valentina di Crepax. Quanto alla Carfagna, la userei volentieri per un po’ di ginnastica quotidiana. La lascerei perfino parlare.
Scritto da Charly il 8 Gen 2009
….caduta di stile…sia il post che il commento…
Scritto da francesca il 8 Gen 2009
Il quesito non mi è chiaro. Comunque, dell’aMara che dire? Che ha gli occhi sbarrati e dissociati, nel senso che ciascuno mira per conto proprio, che sgrana dolce ma dei quali non riesce più a controllare la simultaneità della s-battuta. A destra invece la fantastica Cate Blanchett (Elizabeth, Babel…) non vista nei panni di questa Irina (di Irina ricordo solo la Palm, quella che aveva la mano più dolce di tutte…!) ma memorabile in “Diario di uno scandalo” in coppia con Judy Dench (la M di Bond), la quale, essendo nella parte un po’ lesbica, il duo vorrebbe formarlo davvero. Da guardare in lingua originale la scena in cui Kate scopre il lato oscuro dell’anziana amica aspirante amante attraverso il ritrovamento del diario e quando viene incriminata per una relazione con un suo giovane studente. Una scena di rabbia e isteria, dolore e libertà che la voce roca della Blanchett e l’interpretazione intensa rendono davvero superlativa e toccante.
Scritto da Nicoletta Salata il 8 Gen 2009
Nic,
i tuoi commenti sono un minuetto di essenze, è un piacere leggerti. Anche in una provocazione banale come quella del post
Scritto da Sergio Fornasini il 8 Gen 2009