Facciamolo, questo contraddittorio a Travaglio
21 Gennaio 2009da censurati.it – Testo di Marco Travaglio dalla rubrica “Passaparola” di lunedì scorso, con annotazioni (in maiuscolo) dell’autrice dell’articolo, Antonella. Il processo di cui si parla è definito “dimenticato” da MT e su questo ha ragione, nel senso che i media nazionali se ne stanno beatamente disinteressando. Ecodisicilia.com ne parla così: si tratta del processo che si sta celebrando a Palermo nei confronti del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, che sono entrambi imputati di favoreggiamento aggravato per aver agevolato Cosa nostra. Il processo ruota attorno al mancato blitz che, secondo gli investigatori, nel 1995 avrebbe potuto portare alla cattura di Bernardo Provenzano. Secondo il pubblico ministero, la decisione dei vertici del Ros di non far scattare l’operazione, avrebbe di fatto consentito al super boss latitante di sfuggire agli arresti. Provenzano venne poi arrestato l’undici aprile del 2006. (sf)
A seguito delle infamanti calunnie che ho letto sul sito di beppe grillo nella rubrica “passaparola” di marco travaglio, mi trovo costretta (di nuovo) a fare un’analisi pezzo per pezzo a quanto dichiara. Provando come il suo modo di fare in realtà è pura opinione, provando che non parla di fatti ma di congetture, e di come queste congetture molto (troppo) facilmente le spaccia per verità assolute. Omettendo quando c’è da omettere, citando solo chi dice lui, infamando il più possibile, ovunque colga. Mi sono ritrovata a sgretolare le sue parole dopo che ho commentato con i fatti le sue falsità sul sito di beppe grillo e questa mattina senza stupore ho visto che il commento era stato cancellato.
Allora punto per punto ecco travaglio, suo malgrado con un contraddittorio (le parole in maiuscolo sono le mie, il resto e’ di travaglio)
“Buongiorno a tutti,
A Palermo, in un’aula della quarta sezione penale del Tribunale, si sta processando l’ex capo dei servizi segreti civili […]
E’ un pluridecorato e plurimedagliato per la cattura di Riina e altri latitanti mafiosi, eppure pare nasconda dei segreti. Pare. Nessuno è in grado di affermarlo con certezza.
COME AL SOLITO, TRAVAGLIO PARLA DI SEGRETI NASCOSTI, NON POTENDO PROVARE NULLA. GIORNALISTICAMENTE PARLANDO, SE NON PUOI DOCUMENTARE E PROVARE, SI PUO’ PARLARE SOLO DI CONGETTURE PERSONALI, E QUI DA INFORMAZIONE DIVENTA OPINIONE. MA QUESTO BASTA PER ALIMENTARE DUBBI, INSINUARE E INFANGARE LA GENTE CON DOLO.
Il processo è in corso. Ma io ne sarei abbastanza certo in quanto penso che questo sia una delle massime eccellenze investigative che abbiamo avuto in Italia. E che evidentemente nella stagione delle stragi di mafia è stato investito da un qualche potere che non conosciamo – ecco perché dico ‘pare’ che nasconda dei segreti – del compito, dell’ingrato compito, del terribile compito di trattare con la mafia mentre l’Italia veniva messa a ferro e fuoco dalle bombe, in Sicilia nel ’92 e addirittura nel continente, a Milano, Roma e Firenze, nel ’93.
SAREBBE UTILE SAPERE (MA FORSE LUI HA FONTI PIU’ VICINE DELLE MIE, TIPO IL MARESCIALLO CIURO, LA TALPA DI PROVENZANO) IN COSA CONSISTEVANO QUESTE TRATTATIVE. MA TRAVAGLIO SI LIMITA A DIRE CHE CI SONO. QUANTO BASTA PER CONVINCERE GLI ORMAI SEMPRE PIU’ SCARSI LETTORI CHE SI RITROVA, USANDO TECNICHE DI DEPISTAGGIO, ESTRAPOLANDO PARTI DI UN PROCESSO
Ora però non è imputato per quello
COME MAI? TROPPI GIUDICI CORROTTI? INCLUSO IL SUO INGROIA? CI SARA’ UN MOTIVO PER CUI PER LA TRATTATIVA PRESUNTA SOLO DAI GIORNALISTI NON C’E’ ALCUN PROCESSO.
..è imputato per una questione che potrebbe spiegare quella trattativa e potrebbe spiegare quel misterioso episodio che è stato oggetto di un altro processo che immediatamente precede l’episodio per il quale Mori adesso è imputato, la mancata perquisizione del covo di Riina dopo la sua cattura.
IN REALTA’ SPIEGATA PER FILO E PER SEGNO DUE VOLTE, UNA NEL CORSO DELLE INDAGINI PRELIMINARI, UNA VOLTA NEL CORSO DEL PROCESSO DEL 2006. FORSE TRAVAGLIO ERA DISTRATTO, MA ULTIMO RIFERISCE CHE LA PERQUISIZIONE NON CI DOVEVA ESSERE SUBITO PERCHE’ LA DISPOSIZIONE ERA DI NON COMUNICARE A NESSUNO CHE L’ARMA ERA A CONOSCENZA DELL’UBICAZIONE DEL COVO. LA RICHIESTA DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE DI VIA BERNINI VIENE FATTA IMMEDIATAMENTE (SALVO POI ATTENDERE CHE IL GIUDICE, DOPO LA PERQUISIZIONE UFFICIALE, HA AUTORIZZATO). TENERE UN CAMIONCINO FERMO DAVANTI AL RESIDENCE DEI MAFIOSI E’ QUANTOMENO SOSPETTO, MA FORSE TRAVAGLIO HA PIU’ ESPERIENZA. FORSE PER LUI E’ NORMALE CHE CON 40 DI FEBBRE SI FACCIANO TURNI DI 18/20 ORE CON UNA SQUADRA RIDOTTA ALL’OSSO. FORSE LUI, TRAVAGLIO, E’ ABITUATO A FARE LE SUE FECI DENTRO UNA BOTTIGLIA DI PLASTICA PER EVITARE DI FAR VEDERE CHE NEL CAMIONCINO C’ERA GENTE CHE SORVEGLIAVA (dai racconti di Ombra durante il processo). FORSE TRAVAGLIO FA TANTI DI QUEGLI APPOSTAMENTI PER LA RICERCA DEI LATITANTI CHE PER LUI SONO SCIOCCHEZZE, QUESTE.
Questo processo si riferisce a un altro episodio, che segue di due anni la mancata perquisizione del covo di Riina e risale al 1995 e precisamente al 31 ottobre 1995. Che cosa accade il 31 ottobre del 1995? Un colonnello dello stesso R.O.S. dei Carabinieri, grazie a un mafioso suo confidente sotto copertura – infiltrato nella mafia, ma confidente dei Carabinieri – riesce a scoprire dove è nascosto Provenzano. Provenzano nel 1995, due anni dopo la cattura di Riina, due anni dopo le ultime stragi, è il capo indiscusso di Cosa Nostra.
IL COLONNELLO RICCIO NON ERA INFILTRATO NELLA MAFIA, ERA SEMPLICEMENTE RIUSCITO AD OTTENERE INFORMAZIONI DA UNA FONTE, (NON SI SAPEVA ANCORA SE ATTENDIBILE O MENO) SUGLI SPOSTAMENTI DEI BOSS. L’INFILTRATO NELLA MAFIA, DIFFICILMENTE DOPO CHE ENTRA E ESCE DALLA CASERMA ALLA LUCE DEL SOLE RIMANE VIVO ABBASTANZA A LUNGO PER RACCONTARLO. E IL COLONNELLO RICCIO NON SI E’ MAI NASCOSTO.
Il confidente avverte il colonnello dei Carabinieri, che si chiama Michele Riccio, il consulente si chiama Luigi Ilardo. Il Carabiniere riesce a scoprire dove è nascosto Provenzano. Di più, incontra Provenzano. Ha un appuntamento con Provenzano in questo capanno di Mezzojuso. È un centro di campagna, una trentina di chilometri a sud di Palermo. Quindi dice: “Sto per incontrare Provenzano, venitemi dietro che vi faccio catturare Provenzano!”. Il colonnello Riccio entusiasta parla con i vertici del R.O.S., che sono i generali – c’è il colonnello Mori che è il capo operativo – c’è il braccio destro di Mori che è l’allora maggiore Mario Obinu, i quali decidono di non catturare Provenzano, ma semplicemente di far pedinare il confidente a distanza per vedere dove va, e poi cercare di catturare Provenzano quando saranno tutti pronti.
SE SI ASCOLTANO LE TESTIMONIANZE (TRAVAGLIO EVIDENTEMENTE STAVA PENSANDO AL PROSSIMO LIBRICINO DA VENDERE, MENTRE ASCOLTAVA QUESTE TESTIMONIANZE, AMMESSO CHE L’ABBIA MAI ASCOLTATE) SI CAPISCE TUTTO. PRIMA DI TUTTO NON C’ERA CERTEZZA CHE PROVENZANO FOSSE NEL POSTO IN CUI C’ERA L’APPUNTAMENTO, PROPRIO PERCHE’ LA FONTE NON ERA CONSIDERATA VANGELO MA SI STAVA ACCERTANDO LA SUA VERIDIRICITA’ (come Falcone insegna), SECONDO POI, SEGUIRE LA FONTE EQUIVALEVA A FARLA UCCIDERE, PERCHE’ IL CAPANNO DI MEZZOJUSO ERA RAGGIUNGIBILE SOLO DOPO AVER PERCORSO UNA STRADINA STERRATA ISOLATA, E SE QUALCUNO L’AVESSE SEGUITO, NON POTEVA DI CERTO PASSARE INOSSERVATO. PER QUESTO MOTIVO SE CI FOSSERO ANDATI, NEL CAPANNO NON AVREBBERO TROVATO NESSUNO PERCHE’ SI SAREBBERO ACCORTI CHE ILARDO NON ERA SOLO, E POI LA FONTE SAREBBE STATA MESSA A RISCHIO DI PERICOLO. MA SI SA, DI SOLITO SE MUORE QUALCUNO DI CUI NON SI E’ AMICO, NON FA NIENTE (basta ascoltare travaglio sui bambini morti a gaza, per farsi un’idea)
Purtroppo passata quella occasione, Provenzano non ne consentirà un’altra. Fino a quando, undici anni dopo, all’indomani delle elezioni vinte dal centro-sinista quasi tre anni fa, Provenzano verrà catturato, o verrà consegnato, o si consegnerà, o si lascerà prendere.
SBAGLIATO. C’E’ STATA UNA SECONDA OCCASIONE, IN CUI UN PENTITO CHE AVEVA INIZIATO A COLLABORARE, HA INDICATO IL POSTO IL GIORNO E L’ORA IN CUI C’ERA POSSIBILITA’ DI PRENDERE PROVENZANO. MORI ERA PERO’ GIA’ ANDATO AL SISDE, E ULTIMO ERA GIA’ AL NOE, E NONOSTANTE AVESSE DATO DISPOSIZIONI DI MONITORARE TUTTO E DARE MASSIMA IMPORTANZA A QUESTA OPERAZIONE, PURTROPPO NEL ROS NON AVEVA PIU’ COMPETENZE. IL GENERALE PALAZZO, CHE INVECE LE AVEVA (E CON LA CARICA CHE AVEVA POTEVA FARE E DISFARE TUTTO) DECISE DI NON PRESENTARSI NEMMENO ALL’APPUNTAMENTO. IL GENERALE PALAZZO RIMANE AL ROS, E DECIDE DI NON PRENDERE PROVENZANO. MA TRAVAGLIO DEL GENERALE PALAZZO NON FA PAROLA. EPPURE E’ UN NOME CHE IN QUEL PROCESSO (CHE COME AL SOLITO HO SENTITO E NON MI SONO FATTA RACCONTARE, COME IL SIGNORE DEL TRONO DA PRIMA SERATA AMA FARE) RICORRE MOLTO SPESSO.
Perché sapete che le catture dei boss in Sicilia destano sempre degli interrogativi, dubbi, interpretazioni pirandelliane, come quel gioco di specchi, dove non si riesce mai a capire chi ha fatto che cosa. Esattamente come la cattura di Totò Riina nel ’93.
QUESTA DICHIARAZIONE E’ UN DETERRENTE VERSO TUTTI QUEI POLIZIOTTI E CARABINIERI CHE METTONO A RISCHIO LA PROPRIA VITA IN CERCA DI LATITANTI. PERCHE’ FARLO QUANDO POI TRAVAGLIO METTE I DUBBI SUL PERCHE’, SUL COME MAI? LE CATTURE SONO CATTURE, SONO FATTI. I DUBBI DI SOLITO SONO INSINUATI DA PRESUNTE TRATTATIVE, ELUCUBRAZIONI GIORNALISTICHE SU CUI SCRIVERE E RICAVARE UN PO’ DI SOLDI, E TRAVAGLIO LO SA BENE. QUANDO HA SCRITTO IL LIBRO “GLI INTOCCABILI” HA USATO UN DOCUMENTO FALSO DEL PROCURATORE ALIQUO’, UN DIARIO SCRITTO POSTICCIO CON FALSE COSE ACCADUTE. A TUTT’OGGI NON CI RISULTA CHE IL DOTTOR INGROIA ABBIA APERTO UN FASCICOLO CONTRO IL PROCURATORE ALIQUO’ PER AVER PRODOTTO UN DOCUMENTO CON NOTE FALSE. COME MAI?
Lo Stato era compatto nella lotta alla mafia?
NO, QUESTO HA PORTATO ULTIMO ALLA ROTTURA CON IL ROS PER INCOMPATIBILITA’ CON IL GENERALE PALAZZO. TUTTO SCANDITO BENE NEL DIBATTIMENTO CHE IL SIGNORE DI SION SI E’ FATTO RACCONTARE.
Ecco, questo processo, se uno lo conosce, consente alla gente di capire – non solo gli esperti, ma la gente comune – cosa è successo tra lo Stato e la mafia negli ultimi quindici anni.
CHIUNQUE VOGLIA ASCOLTARE QUESTO PROCESSO VERAMENTE (E SPERO CHE CHI E’ INTERESSATO ALL’ARGOMENTO VOGLIA FARLO DAVVERO) PUO’ ASCOLTARE TUTTO SU RADIORADICALE.IT. INCLUSE LE DICHIARAZIONI DI ULTIMO, MOLTO PESANTI DI CUI RIPORTO UN’AGENZIA
MAFIA:FAVOREGGIAMENTO PROVENZANO;ULTIMO DIFENDE MORI E OBINU (ANSA) – PALERMO, 1 DIC – Ultimo ha poi parlato dei contrasti avuti nel 2000 con l’allora comandante del Ros Sabato Palazzo che lo portarono ad abbandonare il reparto operativo. «Obinu lavorava contro Cosa nostra – ha spiegato – Palazzo apparteneva decisamente ad un altro mondo rispetto al nostro». Il testimone, ora in servizio al Noe, rispondendo ad una domanda del pm Nino Di Matteo ha aggiunto: «il colonnello Riccio ci fece intendere molto indirettamente di avere appreso dal padre di Ilardo, legato alla massoneria, che Cosa nostra godeva di protezione presso alcuni ufficiali dei carabinieri, come presso ambienti politici e delle istituzioni». Infine De Caprio ha ricordato il piano della mafia di ucciderlo riferito dal boss Salvatore Cancemi il giorno in cui questi si costituì ai carabinieri. Nello stesso giorno, il 22 luglio del ’93, il capomafia sostenne che avrebbe dovuto incontrare di lì a poco Bernardo Provenzano. Ma la procura di Palermo, come ha fatto notare la difesa degli imputati, non delegò al Ros l’indagine che avrebbe dovuto approfondire gli spunti di Cancemi sull’incontro col latitante. L’udienza è stata rinviata al 17 dicembre per l’esame del colonnello Michele Riccio che gestì l’inizio della collaborazione di Luigi Ilardo, poi assassinato dalla mafia. (ANSA). SR/GIM 01-DIC-08 13:54 NNN
FINE DISPACCIO
Potrebbe riscrivere, questo processo, la storia della mafia e dell’antimafia degli ultimi quindici, vent’anni.
PRATICAMENTE SI STA PREPARANDO LA TESI DI COLPEVOLEZZA PRIMA ANCORA DEL VERDETTO DEL GIUDICE. VERDETTO CHE PER TRAVAGLIO CONTA A VOLTE SI E A VOLTE NO, DIPENDE SE LE COSE DETTE NON COLLIMANO CON LE SUE CONGETTURE.
E infatti i pubblici ministeri – il pubblico ministero principale (sono in tre che lavorano: sono Nico Gozzo, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo),
INGROIA E’ STATO IL PM DI MORI NEL PROCESSO SUL COVO DI RIINA, PROCESSO IN CUI AVEVA CHIESTO L’ARCHIVIAZIONE MA POI DOPO L’IMPOSIZIONE DI ANDARE AVANTI HA SPOSATO IL RUOLO DELL’ACCUSA E SI E’ AUTOCONVINTO DELLA COLPEVOLEZZA, ANCHE SE NON E’ RICORSO IN APPELLO DOPO LA SENTENZA DI INNOCENZA DI PRIMO GRADO. MA TANTO CHE GLI FREGA DEL TRIBUNALE, QUANDO C’E’ SANTORO CHE GLI FA FARE IL RUOLO DELL’ANTIMAFIOSO?
quello che si è occupato fin dall’inizio di questa indagine è Nino Di Matteo, il 15 luglio dell’anno scorso quando è iniziato il processo, dopo il rinvio a giudizio di Mori e di Obinu, ha tracciato davanti ai magistrati la sua ipotesi accusatoria. Dicendo: “in questo processo intendiamo dimostrare questo, questo e quest’altro, con le seguenti prove e le seguenti testimonianze ecc.”
NINO DI MATTEO, QUELLO CHE HA FATTO LA SEGUENTE DOMANDA A ULTIMO “COME MAI DOPO CHE LEI E’ ANDATO VIA DAL ROS I SUOI SOSTITUTI NON HANNO PROVVEDUTO A SEGUIRE E INTERCETTARE IL MAFIOSO PINCO PALLO COME LEI AVEVA PROPOSTO DI FARE?” IO, DA CITTADINA SEMPLICE MI CHIEDO: “MA CHE CAZZO DI DOMANDA E’? SONO QUESTI I PROFESSIONISTI?”
Naturalmente è intervenuto l’avvocato Pietro Miglio, in rappresentanza della difesa dei due ufficiali, il quale invece ha detto: “noi dimostreremo che i nostri due clienti, Mori e Obinu, sono innocenti, che non c’è nessun mistero, che Provenzano non si faceva catturare.”
PROBABILMENTE TRAVAGLIO PENSA CHE NE’ MORI NE’ OBINU HANNO DIRITTO DI DIFESA, VISTA L’ARIA SPREZZANTE CON CUI PARLA. STRANO CHE IN QUESTI PROCESSI NON SERVE ESSERE INNOCENTI MA BISOGNA PROVARLO. NOI ITALIANI SEMPLICI PENSAVAMO CHE LA COSA DA PROVARE E’ LA COLPEVOLEZZA, NON L’INNOCENZA. MA NON FA NIENTE, PERCHE’ AGLI OCCHI DI TRAVAGLIO MORI SARA’ SEMPRE COLPEVOLE, OBINU ANCHE, ULTIMO ANCHE.
Qual è l’ipotesi accusatoria che a noi interessa? Non è tanto interessante sapere se Mori e Obinu hanno commesso dei reati, quelli sono fatti loro, dei magistrati, degli avvocati.
E NO, CARO TRAVAGLIO, NON E’ CHE LA GIUSTIZIA FUNZIONA SECONDO UN TUO PERSONALE ARBITRIO. INTERESSA SAPERE SE MORI E UBINO HANNO COMMESSO DEI REATI O NON LI HANNO COMMESSI. E INTERESSA ANCHE COME, NONOSTANTE UN PROCESSO PUBBLICO SIA ANCORA IN ATTO (E TUTTI POSSONO SEGUIRLO E TRARNE PERSONALMENTE LE PROPRIE IDEE A RIGUARDO) TU TI ERGI A GIUDICE ANCOR PIU’ DEL GIUDICE STESSO. CON L’AGGRAVANTE CHE SAI LA VERITA’ (PERCHE’ SI SA CHE CON LE PROCURE HAI UN RAPPORTO MORBOSO) E TI OSTINI A TRASFORMARLA NEL MODO CHE PIU’ TI AGGRADA. MA, MI DUOLE FARTELO NOTARE, CARO TRAVAGLIO, MA TU NON CONTI PIU’ DI UN GIUDICE, IN AMBIENTE GIUDIZIARIO. NON PUOI ERGERTI A MORALIZZATORE, SPECIALMENTE DOPO LE TUE DUBBIE FREQUENTAZIONI AVUTE IN PASSATO.
Poi c’è l’aspetto pubblico e cioè quello che interessa a noi, o dovrebbe interessare a noi se qualcuno ce li raccontasse, e cioè sapere chi ha fatto che cosa e perché.
L’ASPETTO PUBBLICO DI CUI PARLA TRAVAGLIO, IL RESTO DEL MONDO LO CHIAMA GOGNA MEDIATICA. NON C’E’ NIENTE DI PEGGIO PER CHI HA COMBATTUTO COSA NOSTRA VEDERSI ACCUSARE DI COMPLICITA’ CON QUESTA. DOMANDA FORSE STUPIDA: MA SE RIINA E’ STATO VENDUTO, C’ERA BISOGNO DI CHIAMARE ULTIMO DA MILANO? VENDERE RIINA E DARLO IN MANO AI CARABINIERI SICILIANI NON ANDAVA BENE? LE IPOTESI E CONGETTURE CHE FANNO ACQUA, DI SOLITO, SERVONO SOLO PER COSTRUIRSI UN RUOLO IN UNA SOCIETA’ CHE URLA AL COMPLOTTO, ANCHE QUANDO COMPLOTTI E TRATTATIVE NON ESISTONO.
Sapere poi se quello è un reato o no, poco importa.
PRATICAMENTE TRAVAGLIO DICE CHE NON E’ IMPORTANTE SAPERE SE UNA PERSONA E’ INNOCENTE O NO, L’IMPORTANTE E’ RIUSCIRE A DELEGITTIMARE CHI FA LE COSE. MI CHIEDO DA CHE PARTE SAREBBE STATO TRAVAGLIO QUANDO TUTTI I GIORNALISTI GRIDAVANO CHE FALCONE SI ERA MESSA LA BOMBA DA SOLO, E CHE DICEVANO CHE SI ERA VENDUTO QUANDO SI E’ TRASFERITO A ROMA. SAREBBE STATO DALLA PARTE DI FALCONE O DALLA PARTE DI CHI VOLEVA VEDERE IL MALE?
Importa sapere se lo Stato era tutto compatto nel combattere la mafia, se lo Stato aveva una sola strategia per combattere la mafia, se è vero che la mafia e lo Stato si sono sempre contrapposti in questi ultimi vent’anni e se è vero quello che ci veniva raccontato mentre esplodevano le bombe che uccidevano Falcone, la scorta e la moglie, poi Borsellino e la scorta e tanti innocenti cittadini comuni presi per caso dalle bombe di via Palestro a Milano o di via dei Georgofili a Firenze, e delle basiliche di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma, per non parlare dell’attentato di via Fauro contro Maurizio Costanzo. Se quello che ci veniva detto, e cioè “non abbasseremo la guardia!”, “nessuna pietà” era vero o era solo una declamazione retorica.
LO STATO NON ERA COMPATTO PER COMBATTERE LA MAFIA. IL GENERALE PALAZZO, A DISTANZA DI QUALCHE ANNO DALL’ALLONTANAMENTO DI ULTIMO DAL ROS, A SEGUITO DI UN BLITZ ANTICAMORRA A POZZUOLI, E’ STATO CHIAMATO A RISPONDERE A REATI QUALI CORRUZIONE, FALSO, FAVOREGGIAMENTO AGGRAVATO E ABUSO D’UFFICIO. MA TRAVAGLIO NON PARLA MAI MALE DI PALAZZO, MA DI QUELLI CHE SI SONO TROVATI OSTACOLATI DAL GENERALE CORROTTO. PRATICAMENTE TRAVAGLIO PARTEGGIA PER I CORROTTI, GLI AMICI DELLA CAMORRA.
Qui sembrerebbe che dietro le quinte, mentre lo Stato faceva la faccia feroce davanti alle telecamere, dietro le quinte fosse in realtà affaccendato a trattare con in mafiosi evidentemente perché l’aveva sempre fatto in passo, ed evidentemente perché l’ha sempre fatto in futuro.
RIMANIAMO IN TREPIDANTE ATTESA PER CAPIRE CHE TRATTATIVE SONO. TRAVAGLIO L’ESPERTO CI FA ATTENDERE MA PRIMA O POI CE LE DOVRA’ DIRE, QUESTE TRATTATIVE, QUALI SONO.
[…]Viene ucciso Falcone, viene ucciso Borsellino perché? Perché nel frattempo si è avviata una trattativa. Tra chi? Tra l’allora colonnello Mori e il suo collaboratore del momento più fedele, il capitano De Donno, e Vito Ciancimino, un sindaco mafioso di Palermo che in quel momento stava agli arresti domiciliari a Roma, per motivi di salute.
QUESTE LE ACCUSE CHE CI FURONO AL PROCESSO DEL 2006, CONFUTATE E SMENTITE, TANTO CHE LO STESSO INGROIA CHIEDERA’ L’ASSOLUZIONE DEGLI IMPUTATI (PER LA SECONDA VOLTA)
Cioè questi due alti ufficiali dei Carabinieri vanno da un noto mafioso, condannato per mafia, e gli chiedono di fare da tramite coi vertici di Cosa Nostra.
TRAVAGLIO DIMENTICA (COME SUA USANZA) DI DIRE CHE A PARLARE CON CIANCIMINO C’ERA ANCHE INGROIA INSIEME A MORI, E CIANCIMINO ERA GIA’ IN CARCERE. FANNO FEDE LE FIRME D’INGRESSO DEL CARCERE. MA FORSE SONO DETTAGLI CHE A TRAVAGLIO SFUGGONO. O FORSE E’ LA SUA TECNICA GIORNALISTICA, IN CUI DICE UNA COSA E NE OMETTE TRE. PER FORTUNA NON GLI ABBIAMO CREDUTO E LE RICERCHE LE FACCIAMO DA SOLI E LE INCHIESTE LE FACCIAMO PER FARE CRONACA GIUDIZIARIA, NON PER VEICOLARE L’OPINIONE DELLA GENTE.
In quel momento, siamo nel 1992, c’è ancora la diarchia Riina – Provenzano. Ciancimino è più uomo di Provenzano che non di Riina, in ogni caso fa da tramite – i Carabinieri diranno di aver voluto avviare quella trattativa nella speranza di avere un aiuto per arrestare dei latitanti mafiosi e di iniziare in qualche modo le stragi che erano iniziate con quella di Capaci. Il risultato è che Riina capisce esattamente a rovescio, e cioè vede i Carabinieri, lo Stato, col cappello in mano dopo la strage di Capaci, e si felicita per aver avuto quella brillante idea di ricattare lo Stato con una strage dopo l’altra.
CONGETTURE, NESSUN DOCUMENTO A TESTIMONIARE CHE QUESTE CONGETTURE SIANO VERE, SE NON LA PAROLA DI TRAVAGLIO. CHE SICURAMENTE VALE PIU’ DI UN PROCESSO.
Riina voleva naturalmente non lo scontro con lo Stato, lui voleva punire chi aveva tradito per conto dello Stato gli accordi con Cosa Nostra e voleva fare un nuovo accordo con persone che fossero in grado di rispettarlo. Voleva un nuovo trattato di reciproca non belligeranza, convenienza, convivenza, connivenza.
MI AUGURO CHE QUESTE INFORMAZIONI NON LE ABBIA AVUTE PROPRIO DA RIINA IN PERSONA, PERCHE’ GIA’ I DUBBI SULLA MORALITA’ DI TRAVAGLIO SONO MOLTI, POI CON CERTE AFFERMAZIONI DOVREBBE PROVARE LE COSE CHE STA DICENDO. E RIINA NON E’ CERTO STATO UN GRAN CHIACCHIERONE, IN CARCERE. ANZI, LA MANCANZA DI COLLABORAZIONE LO CARATTERIZZANO DA TUTTI I PENTITI. A SENTIRE BRUSCA (ASCOLTATO NELL’AULA BUNKER DI REBIBBIA AL PROCESSO DEL 2006) LA PERSONA CHE IN REALTA’ DESCRIVE TRAVAGLIO E’ PROVENZANO. RIINA VUOLE LO SCONTRO A FUOCO, PROVENZANO ERA PIU’ PER ABBASSARE I RIFLETTORI CON MENO STRAGI. LO STRAGISTA VERO ERA NOTORIAMENTE, TOTO’ RIINA.
E dato che la classe politica se ne stava praticamente andando con l’indagine di Mani Pulite, bisognava attrarre qualche nuovo soggetto politico in grado di prendersi la responsabilità di fare questo nuovo accordo con la mafia.
RIPETO: QUALE ACCORDO?
Per questo Riina mette le bombe, per questo si felicita che siano arrivati subito i Carabinieri col cappello in mano. E allora Riina dice: “perché cedere subito per un piatto di lenticchie? Possiamo rilanciare alzando il tiro con altre stragi e alzando quindi la posta della trattativa, così lo Stato ci darà molto di più”.
QUESTO E’ UN ROMANZO, NON UN ARTICOLO GIORNALISTICO. QUI TRAVAGLIO INTERPRETA NON LE PAROLE, ADDIRITTURA I PENSIERI DI RIINA! NON IMMAGINAVO UN CONTATTO COSI’ DIRETTO. PERCHE’ SE NON C’E’ INFORMAZIONE, C’E’ DEPISTAGGIO. DELLE DUE L’UNA.
La trattativa prosegue, parte subito dopo la strage di Capaci, e produce – questo è molto probabile – la strage di via D’Amelio, perché Borsellino è il simbolo vivente del partito della non trattativa. Adesso c’è tutta una polemica nata dalle rivelazioni dei figlio di Ciancimino e ripresa giustamente da Salvatore Borsellino a proposito di un incontro che ci sarebbe stato al Viminale il 2 luglio del 1992 tra Borsellino e l’allora ministro dell’Interno Mancino, dove secondo alcuni avrebbe fatto capolino anche Bruno Contrada e dopo il quale incontro Borsellino sarebbe rientrato agitatissimo nell’interrogatorio che stava facendo con Gaspare Mutolo che guarda caso era uno dei primi pentiti che parlavano di Andreotti, di Contrada e di Carnevale. Agitatissimo perché, così sostiene il figlio di Ciancimino, Borsellino era stato in qualche modo informato al Viminale che c’era in corso una trattativa e si chiedeva il suo consenso. E immaginate se Borsellino avrebbe acconsentito a trattare con la mafia che il mese precedente gli aveva ammazzato il migliore amico.
PRATICAMENTE BORSELLINO E’ STATO UCCISO NON PERCHE’ LAVORAVA CON FALCONE SUI LEGAMI TRA POLITICA E IMPRENDITORIA CON COSA NOSTRA, MA PER LA TRATTATIVA, DI CUI NON C’E’ TRACCIA DA NESSUNA PARTE SE NON NELLA MENTE PERVERSA DI TRAVAGLIO (CHE NELLA SUA VITA DI TRATTATIVE DEVE AVERNE FATTE MOLTE, VISTO CON QUALE VISIONE DA ESPERTO PARLA)
È evidente che Borsellino diventa l’ostacolo numero uno sulla strada della trattativa e Riina lo intende così tant’è che lo elimina da quella strada, per spianare la strada della trattativa. Dopodiché vengono pianificati gli attentati del ’93 ai monumenti e ai simboli dell’arte, della religione, ai simboli dell’Italia praticamente, ma Riina il 14 gennaio del 1993 viene arrestato dagli stessi uomini del R.O.S. che stanno trattando con Cosa Nostra.
C’E’ STATO UN PROCESSO PER STABILIRE SE ERA VERO. NESSUNO HA POTUTO PROVARE UNA COSA DEL GENERE, MA TRAVAGLIO NE E’ CERTO. TROPPO CERTO. LUI SA COSE CHE PROBABILMENTE GLI STESSI CARABINIERI NON SANNO, ALTRIMENTI NON AVREBBERO CERTO RISCHIATO LA PELLE PER UN MILIONE E 300 MILA VECCHIE LIRE DI STIPENDIO.
E lì succede quel fatto increscioso: il R.O.S. arresta Riina
E SI, E’ PROPRIO UN FATTO INCRESCIOSO. RAGAZZI DI CRIMOR, CHIEDETE SCUSA A TRAVAGLIO. QUEST’ARRESTO NON SI DOVEVA FARE.
promette che sorveglierà giorno e notte la casa dove Riina era latitante per vedere se arrivavano altri mafiosi, perché i mafiosi non sapevano che era stato scoperto il covo,
INNANZITUTTO I MAFIOSI SAPEVANO CHE ERA STATO SCOPERTO IL COVO GRAZIE AI GIORNALISTI CHE L’HANNO AVVISATI (BOLZONI E LODATO, COMPARE DI TRAVAGLIO) E POI QUI SI VEDE UN TIPO DI LAVORO CHE TRAVAGLIO NON HA MAI FATTO: PEDINAMENTI E APPOSTAMENTI PER LA CATTURA LATITANTI. CHIUNQUE ABBIA FATTO UN LAVORO DI PEDINAMENTO, SA CHE QUESTO PUO’ ESSERE FATTO PER BREVI O LUNGHI PERIODI, E CHE IN UN CASO VENGONO USATE DELLE TECNICHE, NELL’ALTRO NE VENGONO USATE ALTRE. NEI PEDINAMENTI E APPOSTAMENTI PER LUNGHI PERIODI E’ RIGOROSAMENTE VIETATO STAZIONARE IN UN POSTO A RISCHIO (E QUI SI PARLA DEL COVO DEL CAPO DEI CAPI, NON DI UN PICCIOTTO) PER EVITARE DI ESSERE SCOPERTI, PER EVITARE DI ESSERE UCCISI, PER EVITARE CHE UNA VOLTA SCOPERTI IL MAFIOSO DI TURNO POSSA COMPORTARSI IN MANIERA DIVERSA PER DEPISTARE LE INDAGINI DEI PEDINATORI. TUTTE QUESTE COSE, SONO IN TUTTI I MANUALI DI UN SEMPLICISSIMO CORSO PER INVESTIGATORE PRIVATO. MA SI SA, TRAVAGLIO LAVORA SUI DOCUMENTI NON SUI METODI DI POLIZIA GIUDIZIARIA. E ALLORA UNA DOMANDA VIENE D’OBBLIGO: COME MAI CASELLI NON CI MANDO’ TRAVAGLIO A LAVORARE SULLA RICERCA LATITANTI, LUI CHE TANTO SA E CHE TANTO GIUDICA?
Riina era stato arrestato lontano da casa, dopodiché ingannando la procura di Caselli, gli uomini del R.O.S. abbandonano il covo, lo lasciano incustodito e lo lasciano perquisire a Cosa Nostra.
LA PROCURA DI CASELLI E’ STATA SI INGANNATA, MA DAI CARABINIERI CHE HANNO RIFERITO DOVE ERA IL COVO. I METODI DI POLIZIA GIUDIZIARIA NON SONO DI COMPETENZA DI UN MAGISTRATO. LA RICHIESTA DI CONTROLLARE TUTTI I TELEFONI FU FATTA DAI ROS IMMEDIATAMENTE. LA PROCURA NON AUTORIZZO’ MAI (SE NON A PERQUISIZIONE AVVENUTA). MA ANCHE QUESTO TRAVAGLIO LO OMETTE. TACE SULLE COSE IMPORTANTI
Che l’abbiano fatto apposta, che non l’abbiano fatto apposta, che si siano dimenticati, che si siano sbagliati, non lo sappiamo.
E NO, TRAVAGLIO, E’ DA PEZZENTI INSINUARE IL DUBBIO SU FATTI CERTI. C’E’ STATO UN PROCESSO, UN PROCESSO IN CUI ULTIMO HA PUNTUALIZZATO CHE NON ERA PROPRIO POSSIBILE FISICAMENTE PER I SUOI UOMINI RESTARE ANCORA, PROPRIO PERCHE’ GLI AVEVANO DATO IL COMPITO DI CONTROLLARE ANCHE UN ALTRO STABILE E AVEVANO DECIMATO LA SUA SQUADRA, GIA’ IN CONDIZIONI FISICHE PRECARIE. LA DOMANDA DI CONTROLLARE I CONTI CORRENTI DEI FRATELLI SANSONE E DI CONTROLLARE TUTTI I TELEFONI DEL COMPRENSORIO FU FATTA IMMEDIATAMENTE SUBITO L’ARRESTO. LA PROCURA, E RIPETO LA PROCURA, NON HA AUTORIZZATO. LO SAPPIAMO ECCOME COME SONO ANDATI I FATTI.
Il processo che si è tenuto fino a due anni fa a Palermo, non ha appurato il dolo,
COME MAI NON HA APPURATO IL DOLO? CHE COSI’ INCALZANTEMENTE TRAVAGLIO DICE CHE C’ERA? PER TRAVAGLIO C’E’ STATO DOLO E NE’ UN MAGISTRATO, NE’ UN GIUDICE SONO STATI IN GRADO DI SCOPRIRLO. EH, SI, TRAVAGLIO DEVE SICURAMENTE SAPERE QUALCOSA DI PIU’.
non poteva del resto appurare che Mori e l’allora capitano Ultimo avessero fatto apposta queste omissioni per favorire la mafia,
COSA CHE HA APPURATO TRAVAGLIO, PROBABILMENTE DA UNA SEDUTA SPIRITICA, PURE LUI.
questa era l’accusa, da questa sono stati assolti, ma il processo ha appurato che il covo non è stato sorvegliato e non è stato perquisito e quindi chi lo ha perquisito?
SE TRAVAGLIO AVESSE ASCOLTATO I PENTITI, AVREBBE SENTITO CHI DICEVA CHE IL COVO ERA STATO PERQUISITO E AVEVANO BRUCIATO TUTTO QUELLO CHE ERA DENTRO, MA CI SONO 16 PAGINE DI DOSSIER DEI CARABINIERI DOVE NON SOLO SI VEDONO MOBILI, MA ANCHE FOTO, TAVOLA IMBANDITA, CASSAFORTE SIGILLATA (ALTRO CHE SMURATA, COME RIFERIVA TRAVAGLIO TEMPO OR SONO). MATERIALE DI CANCELLERIA. TUTTO LI’, A CASA DI RIINA. ANZI, A CASA DI NINETTA BAGARELLA (PERCHE’ IL VERO COVO NON ERA QUELLO, MA SOLAMENTE UN APPOGGIO TEMPORANEO DEL BOSS). IL VERO COVO PER UN BOSS E’ COME LA MASSERIA IN CUI SI TROVAVA PROVENZANO, COME LE BETTOLE IN CUI SI RITROVANO I CASALESI. LE MEGAVILLE NON SONO MAI PUNTI STRATEGICI.
Cosa Nostra, capeggiata da chi? Dopo l’arresto di Riina, da Provenzano. C’erano i segreti, le carte della trattativa? C’era il famoso ‘papello’ che il figlio di Ciancimino assicura essere stato passato da suo padre al generale Mori, con le l’elenco delle richieste che la mafia faceva allo Stato per interrompere le stragi?
AAAAAAAAH, SE LO DICE IL FIGLIO DI CIANCIMINO, DEVE ESSERE PER FORZA COSI’. GARANTISCE TRAVAGLIO.
Fine dei pentiti, fine del 41bis, fine dell’ergastolo, revisione del maxiprocesso e fine del sequestro dei beni. Non lo sappiamo. Sappiamo che lo Stato rinuncia a perquisire il covo di Riina. Cosa succede subito dopo? Succede che due anni dopo c’è la possibilità di prendere Provenzano. C’è la possibilità di prendere Provenzano perché il confidente Ilardo porta praticamente a casa di Provenzano i Carabinieri. Ma, dice il colonnello Riccio che gestisce il confidente Ilardo, il R.O.S. dei Carabinieri Provenzano non lo voleva prendere.
STRANO, PERCHE’ ULTIMO FA DICHIARAZIONI IN CUI OGNI VOLTA CHE STAVA PER PRENDERE PROVENZANO QUALCUNO (LA TALPA AMICA DI TRAVAGLIO) AVVERTIVA CHE C’ERANO CIMICI E INTERCETTAZIONI, E I CARABINIERI ARRIVAVANO SEMPRE UN ATTIMO DOPO CHE PROVENZANO ERA SCAPPATO. IL PROBLEMA DI PRENDERE PROVENZANO A MEZZOJUSO E’ STATO SPIEGATO IN PRECEDENZA. O FORSE TRAVAGLIO AVREBBE FATTO AMMAZZARE VOLENTIERI CHIUNQUE TAGLIANDO L’UNICO CONTATTO CHE SI AVEVA CON PROVENZANO. SICURAMENTE POSSO AFFERMARE UNA COSA: TRAVAGLIO NELLA RICERCA E NELLA CATTURA LATITANTI MEGLIO NON CI LAVORI MAI. PER FORTUNA FA UN ALTRO LAVORO. IL DEPISTATORE.
Per chi vuole entrare nel dettaglio di questo processo, non dimenticatevi che alla fine di questo mese, il 30 gennaio, uscirà un piccolo librino che ho curato io, un fascicoletto insieme alla rivista Micromega. Lì troverete tutti i dettagli con le parole, la versione dell’accusa, la versione della difesa e tutto il racconto del colonnello Riccio, che è spaventoso.
IO AVREI CONSIGLIATO: SENTITEVI IL PROCESSO CHE RADIO RADICALE TRASMETTE, SENZA PASSARE PER TERZE PERSONE. PERO’ SAREBBE STATO UTILE PER SAPERE LA VERITA’, NON PER FARE SOLDI. MEGLIO I SOLDI, VERO TRAVAGLIO? (consiglio personale, non comprate chi il processo lo manipola, ma scaricatevi gli mp3 da radio radicale)
[…] Ilardo quindi muore. Il colonnello Riccio pagherà un prezzo altissimo perché due anni dopo essersi scontrato coi vertici del R.O.S. che non avevano voluto catturare Provenzano viene arrestato a sua volta dal R.O.S., cioè da suoi colleghi, per delle operazioni antidroga a Genova, molto controverse.
IL GENERALE PALAZZO (E TORNO A FARE NOME E COGNOME) CHE ERA AI VERTICI DEL ROS, NON HA VOLUTO CATTURARE PROVENZANO. INCOMPATIBILITA’ CHE PORTO’ ULTIMO A CHIEDERE IL TRASFERIMENTO. MORI SI TROVAVA GIA’ AL SISDE, E NON COORDINAVA PIU’ IL ROS QUANDO CANGEMI HA SPIFFERATO DOVE SI TROVAVA PROVENZANO E DIEDE LA DRITTA A PALAZZO, CHE NON SI PRESENTO’ ALL’APPUNTAMENTO. C’E’ UNA DOMANDA CHE CI SORGE SPONTANEA: COME MAI PALAZZO, IL VERO RESPONSABILE, NON VIENE MAI MENZIONATO DA TRAVAGLIO? IL GIOCO DI CHI STA FACENDO TRAVAGLIO?
In questo processo, tramite il colonnello Riccio, Ilardo dall’aldilà parla tramite le agende del colonnello Riccio. E il colonnello Riccio conclude i tre giorni, lettura e udienza, dedicati al suo esame, alla sua deposizione ricordando che il generale Mori gli ordinò di non scrivere nei rapporti investigativi nessun nome politico tra quelli fattigli da Ilardo, nemmeno quello di Dell’Utri.
[…] RIFLETTIAMO: IO DOMANI APRO UN DIARIO, SCRIVO CHE TRAVAGLIO MI HA MINACCIATO, O CONFESSATO IN AMICIZIA CHE AMA BERLUSCONI E CHE SI VERGOGNA DI DIRLO, O CHE HA ISTINTI PEDOFILI, O PEGGIO ANCORA . E IN FUTURO QUESTO DIARIO AVRA’ PESO IN UN PROCEDIMENTO PENALE A CARICO DI TRAVAGLIO? BUONO A SAPERSI!
Mori e altri spiegarono al colonnello Riccio che Dell’Utri e Berlusconi stavano facendo le stesse battaglie contro i giudici che interessavano al R.O.S. e che insomma, questa fu l’espressione, ‘Berlusconi e Dell’Utri sono di ‘casa nostra’. Cioè noi dei R.O.S. dei Carabinieri, apparteniamo alla stessa casa di Berlusconi e di Dell’Utri’.
AAAAH, ECCO, MI SEMBRAVA STRANO. NON CI PUO’ STARE SENZA NOMINARE BERLUSCONI. BELLO CHE ASSOCI L’INTERA ARMA A COSA NOSTRA. SENZA CHE NESSUNO DICA NULLA. E’ LO STATO DI DIRITTO. IL DIRITTO DI DIRE INFAMIE SAPENDO CHE DALL’ALTRA PARTE I DIFFAMATI STANNO FACENDO IL PROPRIO LAVORO DI INTELLIGENCE, DI POLIZIA GIUDIZIARIA, A 360 °, MENTRE IL PICCOLO LORD PENSA A RECUPERARE I CONSENSI PERDUTI CON ANNOZERO USANDO IL BLOG DI GRILLO PER DIFFONDERE IL SUO LIBRICINO E LUCRARE COSI’ SU UNA CERTA ANTIMAFIA CHE SI BEA DEI RIFLETTORI E CHE NON SI MUOVE SE NON C’E’ PROFITTO.
Nel processo vedremo se questa mancata cattura di Provenzano è reato, se è stata fatta per favorire la mafia oppure no, già sappiamo, per quello che dice Riccio, che Provenzano poteva essere catturato undici anni prima, quando era ancora un po’ più in carne, un po’ più in forze e soprattutto un po’ più potente, un po’ più importante. Soprattutto sappiamo che di questo processo non si deve parlare. Non si deve parlare perché ci riporta alle stragi e alle trattative tra Stato e mafia. E quello è un tema che non può essere affrontato dall’informazione italiana perché è un tema che riguarda la nascita della Seconda Repubblica. Una Seconda Repubblica che non è purtroppo nata dal sangue della Resistenza, ma è nata dal sangue delle stragi e quindi chi ne parla o chi ne vuole parlare, letteralmente, muore. Passate parola!”
LA PASSO, LA PAROLA, CON IL CONTRADDITTORIO, STAVOLTA. TRAVAGLIO, TI OFFENDI SE TI DICO CHE SEI UN VERME?
22 commenti presenti
azz….chissà se MT se la sentirà di replicare….
interessante poi leggere i commenti al pezzo originale, sul sito linkato: c’è addirittura chi si scandalizza perchè l’autrice del post è di sinistra…e quindi come si permette di criticare Travaglio?
Scritto da Marco il 21 Gen 2009
Ben venga il contradittorio.
Chi mi dice che ciò che racconta questa Antonella (sarà per caso l’avvocato di Ultimo?) sia la verità e ciò che racconta Travaglio siano falsità?
Probabilmente la conclusione del processo ci dirà (spero) chi dei 2 ha ragione nell’esporre i fatti.
Stiamo a vedere.
Scritto da Candidus il 21 Gen 2009
caro marco, è successo in passato, quindi già so come finirà. In sordina, Travaglio farà finta di nulla, continuerà per la sua strada fatta di menzogne. Noi andiamo avanti. Non siamo abituati a spalare merda su chi rischia la pelle. Probabilmente nel periodo in cui Falcone era vivo, Travaglio sarebbe stato tra quelli che gli davano del venduto.
Il carattere è quello. Se Falcone potesse parlare… Purtroppo la sua assenza e quella di borsellino non sono state rimpiazzate da nessuno dello stesso livello
Scritto da antonella serafini il 21 Gen 2009
candidus, come ho consigliato a tutti, non credete nemmeno a me. Sentitevi il processo, con le vostre orecchie. La verità è solo una. Purtroppo per lui non è dalla sua parte. Non sono un’avvocato ma una giornalista. Il lavoro che non fa travaglio, lo fanno i giornalisti anonimi. Lui campa sulle spalle degli altri
Scritto da antonella serafini il 21 Gen 2009
@ Antonella: hai ragione. Se tanto mi da tanto, Travaglio avrebbe accompagnato Orlando nelle sue invettive contro Falcone…
Scritto da Marco il 21 Gen 2009
cmq giusto per chi ancora non lo sapesse Travaglio non è di sinistra.
RIPETO
TRAVAGLIO NON E’ DI SINISTRA
CHIUDO XD
Scritto da Tyler il 21 Gen 2009
Comunque io grazie a questo articolo ho scoperto che Ciuro era “la talpa di Provenzano”.
Grazie dell’informazione corretta.
Scritto da tequilero il 21 Gen 2009
@Antonella Serafini
Io non sono un giornalista, faccio un’altro mestiere, ma penso che oltre a sentire il processo bisognerebbe anche conoscere “le carte”.
Strano, di solito MT è molto pignolo da quel punto di vista.
Secondo te non verifica le sue fonti?
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
Strano, di solito MT è molto pignolo da quel punto di vista.
Secondo te non verifica le sue fonti?
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
Quindi non si difende più il fatto in sè, si passa alla difesa dell’uomo in sè per difendere la tesi che l’uomo sostiene?
Verrebbe da dire: “La scomparsa dei fatti”
Scritto da Francaesco B il 22 Gen 2009
Leggendone i commenti, viene da domandarsi se chi si nasconde dietro lo pseudonimo Candidus non sia un parente stretto di Travaglio, o lui stesso. Trasuda smisurata fiducia nell’ex giornalista.
Antonella Serafini mi sembra invece una che non passa il tempo a fare fotocopie di quanto scrivono altri, aggiungendo qua e là annotazioni astiose a margine. C’è invece chi lo fa di mestiere e raccoglie grandi consensi, è proprio vero che siamo un popolo partigiano e magari anche un poco ultras al naturale. Con questo modo acritico di appoggiare la propria fazione sembra di essere in curva sud, tutto quello che fanno i propri beniamini è sacrosanto, fanculo invece a tutti gli altri. E diciamo pure arbitro venduto!
Scritto da Ugo G. il 22 Gen 2009
Non sono assolutamente ne un fan, ne un servitore (come qualcuno da altre parti), ne un parente stretto, ne un avvocato di MT.
Se c’è da criticare Travaglio lo si critica, punto, ma sui fatti.
Secondo Antonella Serafini MT nell’ultimo passa parola ha scritto una montagna di stronzate (una dietro l’altra a quanto pare), e sapendo che se ciò fosse confermato, perderebbe di netto moltissimi lettori dei suoi libri, del suo blog, e in reputazione. Mi chiedo e vi chiedo: ad MT conviene scrivere balle?
P.S. @Francesco B.: Quale sarebbe il fatto scomparso? Per favore illuminami.
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
Allora, prego confrontrare il fatto come lo racconta Travaglio con questa breve elencazione dei fatti veri:
1) In Procura, si è ipotizzato che era prioritario sorvegliare il covo per reperire elementi a carico della cosca.
Prioritario, rispetto alla perquisizione. D’accordo anche Caselli.
Motivo: il covo non era bruciato, in quanto l’arresto di Riina era stato presentato nella conferenza stampa, da Caselli, come casuale, ad un posto di blocco.
2) La sorveglianza fu resa vana da una soffiata ai giornalisti, che bruciarono il covo il giorno successivo.
3) Ultimo vide in televisione la frittata (le TV presso il covo), e fece l’errore di sospendere la sorveglianza senza informare la Procura (Caselli) di questo fatto segretissimo e che solo lui sapeva: e cioè che tutte le TV nazionali (ed anche qualche TV estera) stavano trasmettendo le immagini del covo, rendendo ovviamente vana l’efficacia della sorveglianza. Sicuramente si è tenuto per lui questa informazione riservatissima per aiutare Provenzano, e grazie a Dio c’è Travaglio che fa balenare il dubbio nel cervello di noi montagnini ‘gnoranti.
Ora, la domanda è la seguente: Cap. Ultimo, avrà peccato di presunzione credendo che i potenti mezzi della Procura fossero in grado da soli, senza il suo contributo, di arrivare a sapere che in TV passava la diretta dal covo insieme alla reclame del Dash, oppure avrà peccato di presunzione ritenendo che in procura ci arrivassero da soli, a capire che con le televisioni davanti al covo sarebbe stato difficile sorvegliarlo per pizzicare qualcosa?
Ecco i corni del dilemma.
4) Anche qualora si fosse comunque effettuata la sorveglianza della zona del covo, i mafiosi avrebbero potuto comunque alterare le prove presenti nel covo stesso, come è stato dimostrato nell’inchiesta giudiziaria, e ciò in dipendenza di fattori tecnici che sono agli atti, e che hanno portato i giudici di Palermo a concludere come segue: “quanto al momento rappresentativo, gia’ e’ stato precisato che il servizio di osservazione non sarebbe valso ad impedire l’asportazione di eventuale materiale di interesse investigativo, che poteva essere evitata solo con l’immediata perquisizione”.
Ma di soprassedere all’immediata perquisizione, a beneficio della sorveglianza, ha deciso la Procura, anche se in accordo con Ultimo e Mori.
Quindi le cose sono un po’ diverse da come le racconta Travaglio: sono invece come le racconta Antonella Serafini.
Dagli atti risulta la totale buona fede di Ultimo. Raccontare puttanate tipo quella della telecamera piazzata sul lampione per sorvegliare il covo maliziosamente asportata da Ultimo (altra bufala “made in travaglio”) serve a convincere noi che invece egli fosse in malafede.
Trattandosi della persona che ha arrestato Riina, e per questo condannato a morte dalle cosche, io invece ci andrei piano a raccontar palle su di lui.
Scritto da enrix il 22 Gen 2009
Candidus, travaglio di balle ne dice e ne scrive, sapendo benissimo che i suoi fans tali rimarranno. I lettori del manettaro non lo amano perché ben informato (più di una volta ha scritto articoli commentando intercettazioni farlocche, dimostrando di non saper sceglier le fonti), ma per quello che scrive; vero, falso che sia.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 22 Gen 2009
Magari leggere l’articolo, no? 😉
Scritto da Francesco B il 22 Gen 2009
@Enrix, Ninotti, Francesco B.
Visto che vi basate su quanto scritto da Antonella Serafini spacciandola per la pura e assoluta verità (io non so a chi credere in questo momento visto che mi vengono offerte due letture diverse, anche perchè io le “carte” del processo non le ho lette come presumo voi e non posso presenziare alle udienze per ovvi motivi), sarebbe interessante che Travaglio rispondesse alla giornalista di cui sopra.
Proverò a postare una richiesta in voglioscendere.
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/comments/2148257
commento #198
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
“SE MUORE QUALCUNO DI CUI NON SI E’ AMICO, NON FA NIENTE (basta ascoltare travaglio sui bambini morti a gaza, per farsi un’idea)”
Scusate,forse vado ot,ma cosa dice Travaglio dei bambini morti a Gaza?
Grazie
Scritto da Fedeico il 22 Gen 2009
Nel mio piccolo vorrei far notare che l’incontro Mancino-Borsellino del 2 luglio 1992 sarebbe avvenuto 3 giorni dopo la nomina di Mancino come ministro dell’interno.
Lo ha scritto lo stesso Mancino in una lettera di una pagina pubblicata su L’espresso del 16/01/09 e l’incontro sarebbe in realtà una stretta di mano.
Ovviamente l’ex ministro dice anche altre cose.
Travaglio su L’espresso ci scrive, quindi probabilmente lo legge anche.
Tra l’altro Travaglio nell’intervento ne approfitta per fare pubblicità ad un suo “piccolo librino” in uscita il 30 gennaio, naturalmente per chi vuole entrare nel dettaglio del processo.
Scritto da bart_simpson il 22 Gen 2009
No, candidus, mi baso su quello che ha detto e scritto Travaglio quando affermo che di cazzate ne ha dette tante.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 22 Gen 2009
Ma che stai dicendo Marco Ninotti?
Le hai lette le carte del processo di Palermo che si sta celebrando contro Mori?
Io no, tu? Sei un veggente, un cartomante? Hai la verità in tasca?
Scritto da Candidus il 22 Gen 2009
candidus, quando affermo che Travaglio spesso (e voltentieri) travisa la realtà, commentando intercettazioni farlocche o creando confusione tra le varie commissioni d’inchiesta, non mi riferisco nello specifico a quel che ha scritto sul processo di Palermo. Sono andato a rileggere i miei post; mi sembrano chiarissimi.
Marco Ninotti
Scritto da Marco Ninotti il 23 Gen 2009
per chi non ha voglia di STUDIARSI le carte, può anche ascoltare il dibattimento. Costa meno dell’opuscolo di marco travaglio. Si trova tutto su http://www.radioradicale.ir
Scritto da antonella serafini il 24 Gen 2009