Salvatore Borsellino: da Facebook un invito alla resistenza
6 Marzo 2009Su Facebook ho fatto richiesta di iscrizione agli amici di Salvatore Borsellino. Il fratello del martire Paolo, con mio grande onore, mi ha accolto tra i suoi numerosi amici con questo messaggio. Lo voglio proporre per riflettere sulle parole di questo indomito combattente, e con l’invito a visitare il sito www.19luglio1992.com, per non dimenticare. (sf)
Caro Sergio, benvenuto tra i miei compagni di lotta per la GIUSTIZIA e per la LIBERTA’ .
Per il 19 luglio di quest’anno, sarà una domenica, come 17 anni fa, sto organizzando qualcosa che impedisca a quegli sciacalli che occupano le nostre Istituzioni e ogni anno arrivano in via D’Amelio a fingere cordoglio ed assicurarsi così che Paolo sia veramente morto, di ripetere i loro riti di morte.
Grideremo loro di andare a mettere le loro corone funebri sulla tomba di Mangano, è quello il “loro” eroe.
Spero che saremo in tanti, e tutti con una agenda rossa in mano per ricordare i misteri che ancora pesano su Via D’Amelio, i processi che vengono bloccati appena arrivano a toccare gli “intoccabili”, i mandanti di quelle stragi.
Da Via D’Amelio, con quell’agenda in mano, andremo al Castello Utveggio, il posto dal quale una mano, che non era la mano di una mafioso ma di chi con la mafia ha stretto un patto scellerato, ha inviato il comando che ha fatto a pezzi Paolo e la sua scorta.
Un giorno della nostra vita per Paolo e i suoi ragazzi che hanno sacrificato la loro vita per noi.
Sarà il giorno di inizio della nostra RESISTENZA,
una RESISTENZA che sarà fatta di azioni e non solo di parole,
una RESISTENZA che ci farà riappropriare del nostro paese e del nostro futuro
A presto
Salvatore
9 commenti presenti
Io non ho mai smesso nè rinunciato a credere nei Valori. E anche questa è “resistenza”. Spero quindi che Paolo abbia ragione.
Scritto da Nicoletta Salata il 6 Mar 2009
Sottotitolo: la dura vita di un “fratello di” che pretende l’esclusiva dell’antimafia.
Ed io, quasi quasi, gliela lascio.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 6 Mar 2009
Qualcuno va dicendo che la mafia ,anzi le mafie, come antistato, come colonne operative , non ci sono più, o si vanno disgregando assieme alle grandi Famiglie incalzate dall’Antimafia. Caselli nel suo recente libro lo ha spiegato bene, facendo capire che la lotta antimafia si è però arrestata di fronte al baluardo dell’Area grigia: la commistione fra pezzi di mafie e di Potere politico, istituzionale, finanziario. un’immonda, intoccabile poltiglia. Paolo Cioli
Scritto da PAOLO CIOLI il 26 Giu 2009
Aho e se lo dice Caselli sarà sicuramente vero!
Scritto da romoletto er fruttarolo il 26 Giu 2009
A romolè c’hai raggione, mejo fidasse de quello che dice Dell’Utri sull’argomento.
Scritto da tequilero il 26 Giu 2009
Leggo, qua e la, fedbook sulla mafia sulla storia della nostra Republlica e sulla Resistenza che mi frastornano, mi fanno sentire come turista spaesato, e salire su per i precordi un vago senso di ambascia .Capovolgimenti della storia della resistenza e dei principi ispiratoti della Costituzione,criminalizzazione di chi ha servito lo Stato combattendo le mafie e rimanendone vittima, apologia di ideologie filonaziste e filofasciste. E basta qui ? Macche: promozioni ai massimi incarichi pubblici di “personaggi” che si permettono di ironizzare sulle vittime della mafia,sulle medaglie d’oro per la resistenza, sugli scrittori che la Resistenza hanno fatta e descritta come una nobile pagina della nostra Storia patria, definiti: “vecchi babbioni ipocriti e conformisti”.Capisco Bocca quando dice :” quest’ultimo 25 Aprile, patrocinato dai fascisti eletti alle massime Cariche, è stato il peggiore della mia vita”. Paolo Cioli
Scritto da PAOLO CIOLI il 6 Lug 2009
azz l’ha detto Bocca, lui si che di antifascismo e resistenza se n’e intende.
Scritto da romoletto er fruttarolo il 6 Lug 2009
“Un grande uomo che muore non lascia niente. Anzi, peggio, lascia la propria vedova”. Ma nel caso del procuratore Borsellino, la Vedova (con i suoi figli) ha sempre tenuto un comportamento dignitoso e riservato nella tragedia e nella intima sofferenza, senza però tralasciare ogni atto che ricordasse l’impegno di suo marito, e per questo vorrei renderle omaggio. Perciò, l’aforisma spietato del compianto scrittore Luciano Cirri, in questo caso andrebbe modificato: “Un grande uomo che muore non lascia niente. Anzi, peggio, lascia il proprio fratello”. Viste le circostanze, mi dispiace anche tradurlo in questo blog. Ma il fratello di Borsellino con le sue parole certo dettate dalla rabbia, mette senza prove e con un qualunquismo di maniera sul banco degli accusati quelle istituzioni che il magistrato Borsellino servì con lealtà, insinua l’ignavia o la colpevolezza o la correità di altri magistrati ed investigatori, invoca in definitiva una “Resistenza” contro lo Stato che a suo dire non farebbe giustizia, e con ciò legittima i proclami dei gruppi eversivi.
Mi dispiace.
Scritto da fabrizio spinella il 6 Lug 2009