AVVISO AI NAVIGATI: IL GRANDE INCIUCIO LOTTA INSIEME A NOI
27 Marzo 2009da dagospia.com
Scene da una presa di potere – fecero i figli e i banchieri quel che Silvio e Carlo non riuscirono a fare con “M & C” – L’INTERVISTA PROMESSA A ’LA STAMPA’ DA PIERSILVIO: “NO, è MEGLIO ’LA REPUBBLICA’”
Massimo Riserbo per Dagospia
SCENA PRIMA:
il “vecchio repubblicano” Paolo Garimberti viene prelevato da uno scantinato di Repubblica è issato al ruolo di centrotavola nel banchetto Raiset.
SCENA SECONDA:
il “sincero democratico” Massimo Pini, per conto di don Ligresti, va nella tv della Telecom ad annunciare che in Via Solferino “è finita l’era dei direttori kingmaker”, perchè la politica c’è già chi la fa, e anche piuttosto bene. Si chiama Berlusconi Silvio e sta ri-edificando la nazione.
SCENA TERZA:
questo sito rompe il silenzio e annuncia per primo che Mielig viene fatto fuori e al suo posto ci va Flebuccio De Bortoli, al quale non a caso aveva rifiutato la presidenza Raiset. Di qui la grande spartizione, a Bazoli il Corrierone, a Geronzi il Sole 24 Ore con la direzione di Roberto Napoletano. I due Grandi Vecchi garantiranno nei riguardi di Berlusconi da eventuali ‘disturbi’ e ‘incidenti di percorso’.
SCENA QUARTA:
non ci si fila nessuno perchè il manovratore in manovra non va disturbato, ma oggi il Giornale di Paolino Berluschino scrive candidamente che no, De Bortoli non sarebbe quel riposizionamento a destra promesso, ma se gli mettono sotto dei videdirettori che “riequilibrino” ci si può anche stare.
SCENA QUINTA.
Alessandro Mignon Profumo, quello che votava alle primarie di Prodi, va a genuflettersi al nuovo Matrix dementanizzato e si cosparge il capo di cenere e loda pure Tremendino Tremontino.
SCENA SESTA:
Pier Silvio Berlusconi parla alla nazione dalle colonne di Repubblica. Manda messaggi di pace e di dominio. Benedice l’ultima cotta senile dell’ingegner Cidibì. Dà un buffetto a papà Silvio che “invitando Fiorello ha fatto uno spot per Sky” e lo sgrida amorevolmente come un qualunque figlio di Cidibì. L’intervista che brilla per nessussina domanda urticante era stata promessa alla ‘Stampa’ di Anselmi, poi il culturista di Cologno ha chiamato Torino e si è scusate: “Devo parlare da ‘Repubblica’, che mi funziona meglio”.
SCENA SETTIMA:
Ezio Mauro studia l’inglese per scappare a New York. Repubblica assiste muta all’agonia del Corriere. E l’Italia dei valori by Di Pietro sparisce da ogni teleschermo e da ogni giornale.
SCENA OTTAVA:
al Lingotto offrono il sacrificio di Giulio Anselmi, che stava facendo l’unico giornale un po’ antigovernativo, e sono pronti a sostituirlo con il figlio di Feltri, che è più saggio e meno rompicoglioni perfino di suo papà. Feltrino mai avrebbe scritto che il Vaticano era furioso per la nomina di Garimba.
MORALE FINALE
fecero i figli e i banchieri quel che Re Silvio e Papà Carlo non riuscirono a fare qualche estate fa con la goffa “Management & Capitali”: Debenedettoni. Loro, i padri, con ‘sta mania di pensare che i soldi e la finanza siano tutto. Più bravi i figli, che tra tv, assicurazioni, banche, giornali, cliniche e centrali elettriche, oggi vanno dritti al sodo: spartirsi il poter – e la democrazia – anche in parti non uguali.
PS: se qualcuno ha notizie di Libertà e giustizia, fare un fischio, grazie
5 commenti presenti
Perché, nella prima repubblica come facevano?
Scritto da Fabrizio Spinella il 28 Mar 2009
non è un buon motivo per farlo nella seconda o terza…o prima?
Scritto da stardust il 29 Mar 2009
Mattia Feltri ha il merito di aver scritto, a puntate sul Foglio, una delle poche storie credibili di come andò “l’anno di ferro” compreso tra il primo avviso di garanzia a Bettino Craxi e la discesa in campo di Silvio Berlusconi.
Utile, se non altro, per rileggere le dichiarazioni dell’epoca di personaggi che ancora oggi fanno parte della nostra vita politica. Compresi i Pm.
Stando sul pezzo, visto il recentissimo congresso che ha sancito la nascita del Popolo delle Libertà, rileggiamo cosa accadde quando Silvio Berlusconi annunciò la sua discesa in politica.
MATTIA NEL TERRORE-84
“Novembre ’93, scende in campo un neofascista, ladro e mafioso”
di Mattia Feltri, su “Il Foglio” del 21 Novembre 2003
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=4ZCD7
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 29 Mar 2009
Fra trent’anni, quando saremo un po’ più vecchi e gran parte degli attuali protagonisti della sinistra editoriale italiana saranno un po’ più vecchi di noi o, alcuni di loro, semplicemente delle sepolture, allora racconteremo ai nostri pronipoti che chiederanno la differenza tra i governanti del loro tempo e quelli del nostro passato poi addirittura rimpianti, che le abitudini della sinistra son sempre le stesse: volevano prendere a calci De Gasperi che li anticipò sbattendoli fuori a pedate americane dal Governo, chiamavano clerico-fascista Fanfani che pure aveva fatto il centrosinistra e lo caricaturarono come un “tappo” (guarda un po’ che termine perenne), accusavano Andreotti di essere mafioso e poi riservatamente gli chiesero il piacere di far loro restituire dalla Mondadori berlusconiana l’Espresso e la Repubblica, et coetera. Un giorno, di fronte al secondo “tappo” della storia repubblicana, Berlusconi, decisero di assumere come pietre di paragone proprio quei De Gasperi, Fanfani, Andreotti ed amici vari della DC, da loro azzannati, rimpiangendoli, per sminuire lo stesso Berlusconi, il quale intanto ricomponeva le fila disperse della DC, del PSI, del PRI, del PLI, del PSDI, con quelle compatte del MSI, realizzando l’unità politica dei ceti antimarxisti. Trent’anni dopo, gli epigoni della sinistra politica ed editoriale, rimpiangeranno Berlusconi, vedrete, contro il suo discendente naturale: perché nella storia italiana il cosidetto moderatismo ha discendenti naturali, mentre il cosiddetto progressismo ha soltanto la nostalgia delle ascendenze, essendo infertile.
Scritto da Fabrizio Spinella il 30 Mar 2009
Perchè fanfani era alto?
Scritto da stardust il 30 Mar 2009