IL DENARO VERRA’ DATO GRATIS?
30 Marzo 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Con il ribasso del costo del denaro approvato dalla banca centrale Europea i soldi rendono “ufficialmente” solo 1,5% all’anno.
Attenzione: questo è il costo del denaro applicato dalla BCE alle banche che lo chiedono in prestito, quindi è un rendimento valido solo per il sistema bancario.
Ma è noto che il tasso ufficiale influenza tutti i tassi, da quelli sui conti correnti (prossimi allo zero) a quelli sui BOT (a stento sopra l’1%), a quelli dei BTP (intorno al 3%).
Da oltre sei mesi il costo del denaro scende, e probabilmente non è finita perché gli esperti prevedono che prima dell’estate si scenderà di un altro mezzo punto.
Perché questa politica di “denaro gratis”? Perché si spera che, abbassando il costo, qualcuno lo chieda in prestito per avviare attività produttive, costruire nuovi stabilimenti, creare nuove imprese, progettare nuovi investimenti.
Le leggi di mercato insegnano così, in effetti: il denaro caro blocca spese ed investimenti, il denaro a buon mercato li stimola. Ma se ciò è avvenuto per secoli, non sembra possa avvenire adesso, dopo una crisi così profonda che non si era mai vista prima, e che ha stravolto anche le leggi di mercato. Qualcuno ha visto nascere un nuovo negozio, un nuovo stabilimento, una nuova officina negli ultimi sei mesi?
Qualcuno ha sentito dire da un proprio vicino di casa “A questi tassi ho chiesto un finanziamento alla banca per aprire, insieme a mio figlio, un’attività per la produzione artigianale di gelati, una sartoria, un laboratorio per il finissaggio dei tessuti”?
Purtroppo non pare proprio che il denaro gratis (o quasi) spinga gli italiani a produrre, a rischiare qualcosa per rovesciare la situazione. Troppe sono ancora le incertezze e soprattutto le diffidenze verso il sistema bancario, che magari oggi ti offre l’ombrello gratis, ma poi, appena pioverà, te lo richiederà indietro con modi spicci perché ne ha bisogno per pagare i bonus ai suoi dirigenti…
Non basta il denaro gratis, non basta agevolare la grande industria automobilistica a produrre nuove auto (con la scusa che, essendo “ecologiche”, sono buone…), non basta fare convegni sull’economia.
Bisogna ricreare le condizioni per avere fiducia, che passano anche attraverso la “pulizia” nel sistema bancario che ha provocato enormi disastri, la fissazione di regole severe per evitare speculazioni, la predisposizione di controlli per evitare che i risparmi spariscano in qualche “buco nero”.
Riusciranno Governi, banche, istituzioni internazionali ad avere sufficiente coraggio per riscrivere le regole?