Grillo scatenato e la D’Amico fa da tappetino
3 Aprile 2009accontento (si fa per dire) Matteo che ha evocato questo articolo di Filippo Facci per ilgiornale.it – esilarante ed appropriata la battuta sulla voce della conduttrice (sf)
Prima che di Grillo ci sarebbe da occuparsi di questa Ilaria D’amico e del suo inutile Exit su La7, ma sappiamo che anche le critiche più devastanti da noi vengono considerate medaglie, se va bene invidia di qualcosa, ma correremo il rischio: perché questa D’amico, diciamo lo stesso, è palesemente la più incapace tra tutte le non-conduttrici che per meriti speciali si sia affacciata dalle nostre disgraziate televisioni, e questo lo sappiamo.
E allora perché non dirlo? Perché sennò non t’invita?
E chi se ne frega: sarebbe splendido che tra i mendicanti di apparizioni qualcuno cominciasse anche a dire no. Anche perché mercoledì sera, umili e piccini di fronte al maxi-schermo col Grande Monologante, gli invitati facevano una discreta pena.
D’accordo, la D’Amico è l’archetipo della televisione dove tutti ormai possono fare tutto, e tuttavia ci si chiede: quale spettatore al termine di una puntata di Exit ha capito o imparato qualcosa?
Ha imparato, se gli va bene, quale voce dovesse avere Rosa Russo Iervolino da giovane; ha capito che alzare la tonalità e interrompere di continuo è buona e producente cosa; ha capito che senza una traccia scritta certe conduttrici sono niente, e lo dimostra la disinvoltura con cui la D’Amico a un certo punto ha detto che «ci sono 20mila disoccupati» prima che le suggerissero, sottovoce, che sono 20 milioni. Le scrivessero che c’è al governo Fanfani, forse, lo direbbe: ma detta così è cattiveria.
Occorre invece ammettere che tre cose la signorina ha perlomeno capito: che postura e seriosità contano più dei contenuti, che occorre saper dosare le scollature (Giuseppe Caschetto, agente suo e della sinistra wannabe, le ha raccomandato che nelle trasmissioni dove parla di calcio la scollatura dev’essere più abbondante) e soprattutto pare aver capito, la signorina, che sparare raffiche di domande senza ascoltare le risposte, magari intimando di rispondere risolutamente «sì» o «no» anche a proposito della fissione dell’atomo, ecco, è tutta roba che fa grande giornalista d’assalto.
Detto questo, eccoci finalmente a Grillo e a una situazione che alla D’Amico è scappata di mano subito e senza che la riacciuffasse neppure una volta. Abbiamo avuto un monologo di diciotto minuti dove il comicante ovviamente ha insultato a destra e a manca, ma ha pure ripetuto concetti e situazioni già da tempo sbugiardate. Ma non ci ha fatto mancare generiche preziosità come questa: «I cittadini si sono rotti i c… i di quella gente che avete lì in studio». E la gente in studio intanto restava silente, passiva, fatalista come col maltempo: erano il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il sottosegretario allo Sviluppo economico Adolfo Urso, Bruno Tabacci dell’Udc e il collega Sergio Rizzo. Difesi da chi? Da una conduttrice che nei venti minuti ha biascicato le seguenti frasi:
1) «Sottolineiamo la trasparenza con cui quest’azienda ti accoglie a braccia aperte e sta cambiando tante cose, e tu lo sai»;
2) Beppe, io… »;
3) Beppe, proviamo a raccontare anche come si cambia tutto questo… ?»;
4) «Beppe, tu hai detto una cosa che mi ha fatto molto piacere…».
A quel punto, quando a intervenire ha provato qualche ospite, ecco le interlocuzioni del buffone: «Stia zitto un attimo che poi me ne vado»; «Fammi parlare», «No no no…».
Poi ha tentato ancora di raddrizzare in chiave vittimistica tutti i flop degli ultimi due anni. Nell’ordine: «Abbiamo fatto il Vaffanculo day e i partiti ci sono andati, affanculo». Ah sì? A dire il vero Grillo aveva invitato all’astensione, e alle scorse politiche c’è stata una delle affluenze più alte degli ultimi anni. Poi: «Abbiamo raccolto le firme per mandare a casa i parlamentari dopo due legislature». Ah sì? E com’è che allora si è imparentato con l’Italia dei valori per le prossime amministrative? Com’è che per le provinciali alcuni suoi candidati si presenteranno direttamente con Di Pietro? Ce lo chiediamo perché l’ex magistrato di mandati parlamentari ne ha già accumulati cinque, per un totale di anni dodici.
Infine: «Le nostre firme sono ferme, noi promuoviamo i referendum, ma le ho perse io, le firme?». Sì. Le ha perse lui. Grillo infatti raccolse il grosso delle firme durante il vaffa-day del 25 aprile 2008, firme inutili. Ricordiamo la dinamica che già lo sputtanò l’anno scorso: per proporre un referendum ci vogliono 500mila firme raccolte in tre mesi, ma la legge dice che dal giorno in cui vengono indette le elezioni non si possono depositare firme per altri sei mesi; ed essendo state indette le elezioni il 6 febbraio 2008, significa che Grillo non avrebbe potuto depositarne sino al 7 agosto: dovendo appunto raccogliere le firme in tre mesi, i tre mesi precedenti il 7 agosto partivamo dal 7 maggio, non prima: quelle raccolte prima non valevano, ma Grillo le raccolse lo stesso e soprattutto a ridosso del suo vaffa-day del 25 aprile: firme inutili che lui, nel luglio successivo, consegnò solo per non buttarle via.
Se ci avete capito poco, figuratevi Grillo: resta che ai suoi grillini non disse niente o quasi. A Exit, però, ha citato sospettosamente Corrado Carnevale, capo della Commissione per il referendum in Cassazione: «Avevo davanti Carnevale, di firme ce n’erano la metà…». E certo: c’erano solo quelle valide. E poi suvvia, non se la prenda con Carnevale, che già avrà il suo da fare in purgatorio: è l’uomo che presiedeva, nel 1981, la commissione che promosse Antonio Di Pietro alla carriera di magistrato.
18 commenti presenti
Un Facci molto spuntato in quest’articolo, decisamente molto spuntato e poi la D’amico è gnocca 😀 e a parte Santoro è come tutti gli altri presentatori televisivi di trasmissioni politiche in Italia (e non dico come, ma si può intuire)
Scritto da Francesco B il 3 Apr 2009
Matteo invece mi illumina per l’ottima punteggiatura e per la profondità di analisi.
Più faccine nel prossimo commento, ti prego.
Scritto da sameth il 3 Apr 2009
“Avevo letto il suo curriculum. Era stato emigrante, si era arrabattato molto. Questo mi indusse a essere clemente. Se devo pentirmi di tutto, come pretendono in molti, mi pento anche di questo. Nei concorsi per magistrati non bisognerebbe tener conto di considerazioni pietistiche. Volevo invece premiare la buona volontà di Di Pietro. In base all’esame però non avrebbe meritato il voto minimo che gli abbiamo attribuito”.
C. Carnevale da “Di Pietro – La Biografia Non Autorizzata” di F. Facci, pag. 37, 1997, Mondadori
Scritto da Dean Keaton il 3 Apr 2009
Sameth
non so usare le faccine, è un problema?
La D’Amico mi piace (a parte la voce) e comunque:
“Prima che di Grillo ci sarebbe da occuparsi di questa Ilaria D’amico e del suo inutile Exit su La7, ma sappiamo che anche le critiche più devastanti da noi vengono considerate medaglie, se va bene invidia di qualcosa, ma correremo il rischio: perché questa D’amico, diciamo lo stesso, è palesemente la più incapace tra tutte le non-conduttrici che per meriti speciali si sia affacciata dalle nostre disgraziate televisioni, e questo lo sappiamo”.
Bene, allora occupiamoci degli spazi di Facci su “Mattino Cinque” (sempre che vi intervenga ancora, perché non seguo la trasmissione poiché – fortunatamente – è in orari di lavoro). E poi mi sembra che anche Facci abbia beneficiato di “meriti speciali” – leggasi riverenza incondizionata a Craxi e al Cavaliere.
“Ha imparato, se gli va bene, quale voce dovesse avere Rosa Russo Iervolino da giovane”
E poi Facci era quello che criticava chi sottolineava i difetti fisici…..
Scritto da matteo il 3 Apr 2009
A parte Santoro…perché solo il guru salernitano usa nelle sue trasmissioni l’espediente dell’intervista al passante preso a caso. Peccato che mai tale passante sia lì per caso. La settimana scorsa, per esempio, il giovane che protestava a Londra contro il g20 era lo stesso che l’anno passato era stato intervistato in qualità di trader londinese che si era arricchito puntanto sul calo in borsa di unicredit. Chi sarà mai costui: un operatore di borsa anarchico rivoluzionare, o solamente un attore?
In realtà non è il solo caso di anonimo passante intervistato nelle trasmissioni di santoro che si riveli poi non essere poi tanto anonimo, ma un personaggio appartenete a ben precise organizzazioni.
Si sa, la televisione è finzione, uno spettacolo che deve soddisfare il proprio pubblico e questo lo sanno bene D’amico, SAntoro e Beppe Grillo. Grillo ha già più volte dichiarato che non vuole contraddittori. Il suo genere è il monologo e chi lo invita dovrebbe saperlo e assumersi tutte le responsabilità di quello che il comico genovese dovesse dire.
Che poi Grillo non possa che ripetere le banalità che scrive sul suo sito è un fatto, ma ai grillini va bene quello, l’importante è che lo faccia con fervore e insultando tutti e tutto.
Scritto da asdrubale il 3 Apr 2009
Mi associo a Matteo, anche nelle faccine.
Non riesco a spiegarlo, ma a Facci preferisco la D’Amico.
Spero non sia grave.
Scritto da tequilero il 3 Apr 2009
C. Carnevale da “Di Pietro – La Biografia Non Autorizzata” di F. Facci, pag. 37, 1997, Mondadori
ancora co sta roba giramo? ahuahuauhahuahuahuahuahuahu
Scritto da Tyler il 3 Apr 2009
Ha mica una smentita da esibire in proposito, caro Tyler?
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 4 Apr 2009
“occupiamoci degli spazi di Facci su “Mattino Cinque” (sempre che vi intervenga ancora, perché non seguo la trasmissione”
Un talento puro. Occuparsi di una cosa che ci si vanta di non conoscere.
E senza faccine, cge era il meglio,
Scritto da sameth il 4 Apr 2009
x asdrubale.
“Chi sarà mai costui” Quasi sempre sono futuri candidati. Marketing,
Scritto da sameth il 4 Apr 2009
x tequilero
Non è grave, non sei ccerto l’unico. Ogni volta che è ospite Tonino sembra gli stiano per esplodere i pantaloni. Si vede gkìhe gli piace anche la voce
Scritto da sameth il 4 Apr 2009
Sameth, mi sorprende.
C’è la D’Amico in Tv e Lei si concentra sui pantaloni di Tonino….
Scritto da tequilero il 4 Apr 2009
tequilero, mi concentro su più cose alla volta. Poi, siamo nel 2009: non si sorprenda di queste cose.
Scritto da sameth il 4 Apr 2009
sameth
sei un grande. riesci a dire che nn so neanche di cosa parlo quando un post ogni tre su questo bolg o quasi ogni giorno su il Giornale ci sono lampi del limpido pesniero di facci.
comunque godi di facci, dei pantaloni gonfi di di Pietro, fai quello che vuoi, ma fai pure cge.
Scritto da matteo il 5 Apr 2009
quoto Matteo
“Ha imparato, se gli va bene, quale voce dovesse avere Rosa Russo Iervolino da giovane”
E poi Facci era quello che criticava chi sottolineava i difetti fisici…
Scritto da emanuele il 6 Apr 2009
Matteo
“riesci a dire che nn so neanche di cosa parlo”
se è per questo riesco anche a ripeterlo.
E’ che mi hai dato un paio di indizi:
“occupiamoci degli spazi di Facci su “Mattino Cinque” (sempre che vi intervenga ancora, perché non seguo la trasmissione poiché – fortunatamente – è in orari di lavoro)”.
Scritto da sameth il 7 Apr 2009
@ Sameth
ok, sei il più forte. Di tutti, chiaramente.
Puoi andare a leggerti Facci in santa pace.
Saluti.
Matteo
Scritto da matteo il 7 Apr 2009
@matteo
leggo un po’ di tutto, anhe facci
Scritto da sameth il 7 Apr 2009